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Osservatorio sulla produttività e il benessere: ecco come rilanciare crescita e occupazione

Sarà ufficialmente inaugurato il 13 aprile l’Osservatorio sulla produttività e il benessere costituito presso la Fondazione Economia Tor Vergata di Roma

Osservatorio sulla produttività e il benessere: ecco come rilanciare crescita e occupazione

Sarà ufficialmente inaugurato il 13 aprile l’Osservatorio sulla produttività e il benessere costituito presso la Fondazione Economia Tor Vergata. L’Osservatorio vuole sensibilizzare policy-makers, amministratori, imprese e società civile sul problema della bassa produttività in Italia che non permette la crescita di cui abbiamo bisogno per il benessere di tutti i componenti della società. Rilanciare la produttività è un problema al quale il mondo delle imprese e il prossimo governo, qualunque sia, dovranno trovare soluzioni innovative a meno di ricorrere a maggiore immigrazione o all’aumento dell’età pensionabile.

Interverranno durante il lancio: E. Canton, responsabile alla Commissione Europea della messa in opera dei Comitati Nazionali per la Produttività, Gloria Bartoli (LUISS), M. Bugamelli (Banca d’Italia), G. Galli (Luiss School of European Political Economy), Luigi Paganetto (Presidente Fondazione Economia Tor Vergata), B. Quintieri (Presidente SACE)

In Italia la dinamica della produttività totale è tra le più deboli dell’Area Euro ed è la determinante principale della crescita reale.  La crescita della produttività rappresenterebbe un segnale positivo tanto per i disoccupati che per i mercati finanziari che si preoccupano del debito pubblico tanto più quanto più bassa è la crescita e le sue prospettive.

Perché la produttività aggregata riprenda a crescere, le misure necessarie sono a largo raggio: dall’integrazione delle imprese, anche piccole, nelle Global Value Chains (GVC) ad altre forme di connettività internazionale, al coordinamento dell’investimento nella ricerca di base e nella R&D, agli incentivi all’innovazione e al miglioramento delle competenze.  Inoltre includono una tassazione della ricerca, delle imprese e del lavoro che incoraggino gli investimenti e l’occupazione.

Tutte queste misure dipendono da istituzioni che permettano l’allocazione ottimale delle risorse che in Italia richiede una riforma della giustizia civile, amministrativa e penale e della pubblica amministrazione, ma anche la messa in atto delle nuove leggi sul fallimento, nuove regole macroprudenziali adatte al sistema finanziario del paese e un sistema di trasporti che faciliti la mobilità. Anche il legame della produttività totale con il ciclo economico va indagata e il rapporto con la sostenibilità del debito pubblico.

Per rispondere al rallentamento della crescita potenziale in atto dal 2000 anche nell’Unione Europea, La Commissione Europea e il Consiglio con una raccomandazione del settembre 2016, hanno invitato i paesi dell’Area Euro a formare dei National Productivity Boards (NPB) o comitati nazionali per la produttività indipendenti entro marzo 2018. I NPB dovranno analizzare gli sviluppi nazionali di produttività e competitività e consigliare le riforme necessarie all’aumento e convergenza della crescita delle economie europee.   L’Osservatorio intende anche aiutare il processo di formazione del NPB disseminando informazioni, analisi ed esperienze sulle misure più efficaci per far ripartire la crescita della produttività in Italia.

Per la ripresa della produttività totale saranno anche importanti le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione: la crisi finanziaria globale prima e la crisi europea subito dopo hanno fatto crollare gli investimenti in Italia che ha quindi potuto profittare solo parzialmente della prima rivoluzione tecnologica (ICT).  Ma la seconda rivoluzione tecnologica con disruptive technologies come intelligenza artificiale e big data incide già con un’accelerazione crescente sulle attività e le strategie delle imprese.

Questi sviluppi non hanno effetti solo sulla produttività e I profitti delle imprese, ma anche sui lavoratori dell’economia globale, imponendo ai governi di fornire i mezzi perché il cambiamento tecnologico, così come l’integrazione internazionale, avvantaggi tutti, che è condizione necessaria alla sostenibilità non solo della crescita, ma anche della democrazia.

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