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Orsi Trentino, la loro sorte in mano a un comitato scientifico

L’incontro tra il ministro dell’Ambiente Costa e il presidente della Provincia di Trento Fugatti si è concluso senza prendere decisioni ma concordando sulla necessità di un tavolo tecnico. L’ipotesi è di ridurre il numero evitando abbattimenti e spostando gli animali altrove.

Orsi Trentino, la loro sorte in mano a un comitato scientifico

Nulla di fatto. Questo in estrema sintesi l’esito dell’incontro, a Roma, tra il presidente della Provincia Autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, per ragionare sulla gestione degli orsi in Trentino, dopo gli ultimi episodi problematici che tanto stanno facendo discutere in questa estate. Il ministro Costa, da sempre a difesa degli orsi in libertà e spesso in contrapposizione con le inclinazioni decisamente meno tolleranti del presidente Fugatti, ha dunque deciso di non decidere né sulla riduzione del numero di orsi, né su dove portare il fuggiasco M49 (da lui ribattezzato l’anno scorso Papillon), qualora venisse ricatturato.

Un piccolo passo avanti però si è fatto, e intende spostare il dibattito più sul campo scientifico che su quello politico (dove è stato finora). A breve infatti un tavolo congiunto di esperti del Ministero (Ispra in primo luogo) e della Provincia di Trento affronterà il problema dei problemi, vale a dire il numero di esemplari di orsi che un territorio relativamente piccolo come il Trentino può ospitare. Costa ha anche dato disponibilità a cercare zone e ambienti idonei (senza però, per ora, ipotizzare quali) dove collocare gli esemplari problematici. Una “terza via” insomma, che valuti il fenomeno nel suo insieme al di là dei fatti di cronaca, e che vada oltre la logica abbattimento sì/abbattimento no.

Riguardo al numero di esemplari, il Trentino da parte sua si è già espresso, sostenendo che quello attuale (si parla di un centinaio ormai di esemplari) sia troppo elevato per il territorio. Secondo il presidente Fugatti sessanta sarebbe il numero massimo, ma ora saranno gli esperti a confrontarsi sul tema. Il problema però non è solo il numero. L’estate 2020 è stata contrassegnata da due episodi, diversi tra loro ma significativi: l’aggressione a fine giugno di due uomini da parte di JJ4, un’orsa anziana e storicamente molto schiva, che si è trovata a dover difendere i propri cuccioli; e l’ennesima fuga di M49, che da ormai un anno fa impazzire i forestali del Trentino.

Nel suo caso non ci sono eventi di attacchi all’uomo, ma è un esemplare particolarmente vivace e indisciplinato, che può creare apprensione ad agricoltori ed allevatori nelle sue scorribande. Tra catture e fughe varie ha ormai avuto diversi contatti con gli uomini e non è da escludere che le esperienze infelici possano averlo resto ostile nei confronti delle persone. Tuttavia anche nel suo caso, come in quello di JJ4 che oltretutto ha un “curriculum” immacolato, gli animalisti e buona parte della popolazione chiedono a gran voce che non vengano abbattuti. Una soluzione può essere quella di spostarli altrove. Nel frattempo entrambi vengono monitorati: sono radiocollarati e la Provincia di Trento pubblica sul suo sito i loro spostamenti in tempo reale.

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