Condividi

Olio d’oliva italiano: la produzione diventa industriale

Un gruppo di imprenditori e coltivatori di Montalto di Castro, ai confini tra Lazio e Toscana, ha lanciato OliviAmo, un’iniziativa innovativa volta a produrre olio di alta qualità in impianti superintensivi modernizzando gli oliveti – Con una piattaforma di crowdfunding, autorizzata dalla Consob, si punta a raccogliere 2 milioni e far entrare gli imprenditori nel capitale della società

Olio d’oliva italiano: la produzione diventa industriale

L’olio di oliva italiano, uno dei prodotti della nostra agricoltura e della nostra cucina che ci hanno reso famosi nel mondo, registra anno dopo anno un calo di produzione a causa dell’abbandono di tanti agricoltori marginali e in genere a causa dei costi di produzione che sono troppo alti per poter fare concorrenza con gli oli di buona qualità che altri paesi, a cominciare dalla Spagna, stanno producendo. La ragione sta soprattutto nella mancata modernizzazione dei nostri oliveti basati ancora in larghissima parte sui metodi tradizionali e che non hanno fatto il passaggio alle culture intensive ed alla industrializzazione.

Ora un gruppo di imprenditori e di coltivatori di Montalto di Castro, ai confini tra Lazio e Toscana, ha creato una iniziativa innovativa, OliviAmo, con lo scopo di produrre olio di alta qualità in impianti superintensivi che consentono una meccanizzazione spinta con congruente risparmio di costi. Infatti questa nuova tecnica consente di fare con macchine sia la potatura che la raccolta con forti riduzioni dei tempi. Ad esempio, è stato calcolato che il costo della raccolta scende dai 117 euro a quintale di olive raccolte in un impianto tradizionale e dai 58 euro di una coltivazione intensiva, fino a 19 euro per questi impianti superintensivi. La rapidità della raccolta consente di portare immediatamente le olive al frantoio e lavorarle subito a “freddo“ in modo da fare oli di alta qualità.

L’idea imprenditoriale è quella di impostare da subito circa 150 ettari di oliveto in questa configurazione superintensiva in modo da avere entro tre-cinque anni una abbondante produzione di olio di elevata qualità e poter quindi aggredire i mercati esteri più ricchi con una adeguata politica commerciale. Per farlo la società OliveOne offre agli investitori una partecipazione al capitale azionario tramite una piattaforma di crowdfunding “CrowdFundMe” autorizzata dalla CONSOB, con lo scopo di raccogliere 2 milioni di Euro. Il business plan evidenzia che l’iniziativa offrirebbe agli investitori rendimenti molto interessanti (che potrebbero arrivare al 20-30% annuo).

Comunque si tratta di un investimento ancorato a valori reali e non destinato a subire le forti oscillazioni dei mercati finanziari. Inoltre è da sottolineare che il recente decreto rilancio ha aumentato dal 30 al 50% la detrazione fiscale per le persone fisiche che sottoscrivono azioni di startup innovative. Il rischio di un investimento azionario viene così estremamente ridotto. Si tratta quindi di un momento molto favorevole per sostenere la capitalizzazione di imprese nuove e che si muovono verso una forte innovazione tecnologica ed organizzativa.

L’imprenditore ed animatore di questa iniziativa è Filippo Maria Saccucci, che ha già al suo attivo numerose altre iniziative industriali e che ora è convinto che siamo in un momento estremamente favorevole per modernizzare una produzione tradizionale del Made in Italy e ripartire alla conquista dei mercati del mondo, dove il nostro cibo e la nostra qualità della vita continuano ad essere altamente apprezzate.

One thought on “Olio d’oliva italiano: la produzione diventa industriale

Commenta