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Mps, rally senza fine: oggi in Borsa ha guadagnato il 28,3%

La banca senese, che oggi ha approvato il nuovo piano industriale, sempre al centro degli scambi di Borsa: oggi è passato di mano il 14% del capitale – Dal 30 settembre il titolo ha recuperato il 88,79% – Il boom di Mps dà ossigeno a Piazza Affari che chiude in rialzo dello 0,8% – Bene anche Unicredit, Telecom Italia, Bper e Ubi

Mps, rally senza fine: oggi in Borsa ha guadagnato il 28,3%

È febbre da Mps a Milano, dove la corsa agli acquisti della banca senese arriva a +31% nel pomeriggio, per poi chiudere a +28,28%, dopo varie sospensioni del titolo per volatilità. Sono state trattate azioni pari al 14%% del capitale, consentendo a Siena di superare il miliardo di capitalizzazione.

Il Ftse Mib beneficia del risultato e l’indice risulta in rialzo dello 0,81%, in un contesto europeo complessivamente ben intonato: +1,27% Madrid, +0,56% Francoforte, +0,43% Parigi. Segno meno per Londra -0,38. I listini del vecchio continente sono positivamente influenzati anche dell’apertura positiva di Wall Street: +0,6% il Dow Jones, +0,58% l’S&P 500, +0,7% il Nasdaq.

A Piazza Affari domina il caso Monte dei Paschi, nel giorno del cda sul piano industriale (che verrà presentato domani) e sulla trimestrale. Il mercato scommette sulla rinascita di Rocca Salimbeni che oggi, con il valore di quasi 35 centesimi per azione (0,347 per la precisione), capitalizza circa un miliardo di euro in borsa, dopo essere scesa sotto quota 500mila. Dal 30 settembre a oggi il titolo ha guadagnato oltre l’88,79%. 

In scia con Mps vede rosa tutto il comparto bancario, a partire da Unicredit +4,04%. Secondo Leonardo Del Vecchio, socio col 2%, un aumento di capitale dell’istituto “è probabile”, ma non si sa ancora “se sia necessario”. Viaggiano sostenute le Popolari: Bpm (+2,11%) Banco Popolare (+1,92%), Bper, +3,42%, quest’ultima in attesa della trasformazione in spa e dei successivi sviluppi societari, anche in ragione delle indiscrezioni sui contatti con il Credito Valtellinese e un ipotetico interesse del gruppo Unipol a prendere parte a un’eventuale integrazione tra i due istituti bancari.

Unipol +2,16%, Unipolsai +2,23%. Fra i maggiori rialzi Ubi Banca +3,23%; Mediobanca (2,47%), Intesa San Paolo +2,08%. Luxottica (1,74%) Exor (2,22%). 

Corre Telecom Italia (+2,59%), seguita da Mediaset (+1,38%) in certa misura trainate dalla super notizia Usa nel mondo delle telecomunicazioni: l’accordo raggiunto del gruppo AT&T per l’acquisto di Time Warner, major americana proprietaria degli studios di Hollywood, della Cnn e della Hbo. 

Fuori dal listino principale svetta la performance di Stefanel (+16,2%), su cui la società non ha voluto fare commenti.

Peggiori titoli di giornata, Campari -2,21% e Salvatore Ferragamo -1,56%. 

Fra le notizie da segnalare: un anticipo sui conti di Italgas, in vista del debutto in borsa il 7 novembre. Nel 2016 i ricavi consolidati proforma sono superiori a 1 miliardo di euro; Ebitda margin del 65%; rapporto Ebit/Rab superiore al 6% mentre il dividendo per azione 2016 sarà di 20 centesimi. 

Nel positivo contesto, si segnala uno scivolone alla borsa di Francoforte dei titoli Aixtron società che fornisce tecnologia all’industria dei semiconduttori, dopo la decisione del governo di riesaminare le procedure legate alla proposta di acquisizione da parte del fondo cinese Grand Chip Investments. Sintomo, questo, secondo gli osservatori, delle preoccupazioni di Berlino per un eccesso di acquisizioni di tecnologia tedesca da parte cinese. 

Buone notizie sul fronte macro, per i dati Pmi sull’industria europea: l’indice, che fotografa le aspettative per i prossimi 3-6 mesi dei direttori degli acquisti di aziende industriali e dei servizi, è salito a 53,7 da 52,6 di settembre, segnando il massimo del 2016, mentre era previsto a 52,8.

Anche l’attività manifatturiera americana d’altra parte ha accelerato il passo in ottobre. La stima flash dell’indice manifatturiero Pmi, redatto da Markit, si attesta a 53,2 punti, in aumento dai 51,4 della lettura flash di metà settembre e meglio dei 51,5 punti della lettura finale del mese scorso. 

I listini Usa risultano attraversati anche da grandi movimenti societari. Nel settore delle telecomunicazioni svettano AT&T (-1,3%) e Time Warner (-2,7%), protagoniste di un’operazione da 85,4 miliardi di dollari, anche se deve ancora passare il vaglio dell’antitrust. Nel comparto aerospaziale c’è in ballo l’acquisto di B/E Aerospace (+16%) da parte di Rockwell Collins (-3,8%) per 6,4 miliardi di dollari, debito escluso. Nel settore finanziario, TD Ameritrade (-1,4%) compra Scottrade per 4 miliardi di dollari. E i cinesi fanno altro shopping: HNA Group annuncia l’acquisto del 25% del capitale di Hilton Worldwide Group da Blackstone Group per 6,25 miliardi di dollari (26,25 dollari per azione). Dopo l’operazione il fondo d’investimento conserverà il 21% del capitale della catena di alberghi. 

Si tratta di enzimi per il mercato, che aiutano a digerire a notizie come l’arretramento del prezzo del petrolio (a dicembre al Nymex segna un -1,36% a 50,16 dollari al barile) e la richiesta dell’Iraq di essere esentato dal taglio della produzione concordato dall’Opec nell’incontro informale di Algeri. Una posizione che rischia di provocare un effetto domino, visto che altri potrebbero seguire l’esempio di Baghdad.

Sul fronte dei cambi la convinzione degli operatori di un’imminente stretta monetaria da parte della Fed continua ad alimentare la corsa del dollaro nei confronti delle altre valute: il biglietto verde è a 1,09 nei confronti dell’euro e a 104 sullo yen. Anche se per James Bullard, presidente della Fed di St. Louis e membro votante del Federal Open Market Committee, i tassi resteranno “eccezionalmente bassi” a lungo. “I tassi bassi – sostiene – probabilmente continueranno a essere la norma nei prossimi due o tre anni”.

Chiusura in rialzo stamattina per le borse asiatiche: +0,29% l’indice Nikkei a Tokio, +0,17% il Topix. Più toniche le borse cinesi, con Shanghai che sale dell’1,21% e Shenzhen che guadagna circa l’1%.Taiwan +0,17%, Seul +0,73%.

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