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Mps, Mancini: gestione obsoleta, la banca torni a produrre utili

Il presidente della Fondazione Mps mette sotto accusa i vertici dell’istituto: all’aumento di capitale non ha fatto seguito una politica atta a produrre utili e adeguata al contesto sociale in cui opera la Fondazione. Richieste di ridurre gli oneri retributivi del top management, in linea con quanto dichiarato – in via non ufficiale – da Alessandro Profumo.

Mps, Mancini: gestione obsoleta, la banca torni a produrre utili

Nel giorno in cui l’assemblea di Mps nominerà Alessandro Profumo Presidente della banca senese, oltre a Cda e Collegio sindacale, il numero uno della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, ha sferrato un attacco a 360 gradi sulla gestione dell’istituto: ”Pur considerando le difficoltà sul fronte del’economia globale, il bilancio che oggi siamo chiamati ad approvare evidenzia nel complesso dei risultati deludenti’‘. 

Mancini punta i riflettori sulla debolezza delle componenti di ricavo ricorrenti, costi operativi superiori alle attese, elevate rettifiche dei crediti, la riduzione del Patrimonio netto da oltre 17 a meno di 11 miliardi, a fronte di un miglioramento dei coefficienti patrimoniali dopo l’aumento di capitale del giugno 2011.

Il numero uno di Palazzo Sansedoni sottolinea come la Fondazione, che detiene il 36,3% di Mps, abbia sostenuto la banca sottoscrivendo gli aumenti di capitale: ”ora dobbiamo essere sinceri: questi frutti negli ultimi anni, sono mancati. Affinchè la Fondazione possa svolgere la propria funzione di ente non profit che agisce a sostegno del territorio di riferimento, è fondamentale che il Monte torni quanto prima a produrre e quindi a distribuire utili”. Utili su cui la Fondazione non potrà fare affidamento, dopo la scelta dei vertici della banca di non pagare il dividendo nel 2012.

Secondo Mancini il piano industriale 2011-2015 del Monte dei Paschi è “obsoleto“, poichè si basa sull’adesione ad un aumento di capitale che “prevedeva oltre 2 miliardi di dividendi entro il 2015 che, però, immaginava un Paese in crescita, sia pure contenuta. Possiamo quindi affermare che tale piano sia ormai obsoleto”.

Mancini ha esteso le polemiche anche al tema delle retribuzioni: “Già nell’odierna assemblea proporremo una significativa riduzione dei compensi agli amministratori, in coerenza con la politica di rigore adottata da tempo dalla Fondazione e dalle sue partecipate”.

Un auspicio non del tutto velleitario, stando ad alcune voci non confermate riportate dal Corriere di Siena: secondo il quotidiano locale Profumo avrebbe promesso di rinunciare ai propri emolumenti da presidente. 

Positiva la reazione di Mancini: “Sicuramente, una rinuncia di questo tipo da parte del nuovo presidente sarebbe molto gradita”. E’ da rilevare, però, che manca l’ufficialità e, certamente, il Presidente della Fondazione vorrà estendere l’invito alla “moderazione salariale” anche al resto del top management di Mps.

Nel quadro di questa proposta, Mancini auspica “una severa riduzione di tutte le spese secondo una logica di assoluto contenimento e un’attenta opera di controllo e ulteriore riduzione dei costi.” 


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