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Mps in 9 mesi porta l’utile vicino al miliardo. Lovaglio: siamo ora una delle migliori banche in Italia

L’Ad Lovaglio manifesta soddisfazione: “Mps ha fatto progressi impressionanti negli ultimi 12 mesi e oggi presentiamo risultati solidi, che dimostrano il miglioramento del business. Mps ha la capacità di essere redditizia in maniera sostenibile”

Mps in 9 mesi porta l’utile vicino al miliardo. Lovaglio: siamo ora una delle migliori banche in Italia

Anche i conti di Banca Monte Paschi sono buoni e con utili consistenti dovuti per lo più però alla dinamica dell’aumento dei tassi ufficiali. E anche Mps, come hanno fatto Intesa Sanpaolo e Unicredit, ha deciso di destinare però gli utili al rafforzamento del proprio patrimonio, evitando così di pagare le tasse sugli extra profitti, nel suo caso, al suo azionista principale, lo stesso governo italiano che controlla la banca per il 64%.

Il management è soddisfatto dei progressi fatti e ritiene che in futuro la banca sarà in grado di essere redditizia in maniera sostenibile, tanto da poter rivedere la guidance ed essere in grado di remunerare adeguatamente gli azionisti. Il titolo oggi a Piazza Affari perde terreno e quoata in tarda mattinata 2,54 euro in calo dell’1,93%.

Utili in 9 mesi vicini al miliardo, contro il rosso di un anno fa

Rocca Salimbeni chiude i primi nove mesi del 2023 con ricavi complessivi per 2.804 mln di euro, in aumento del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L‘utile ha raggiunto i 929 milioni di euro che si confrontano con una perdita di 334 milioni dello stesso periodo del 2022. Solo nel terzo trimestre i profitti, frutto soprattutto alla dinamica del rialzo dei tassi Bce, hanno toccato i 310 milioni, superando le attese degli analisti, mentre i ricavi ammontano a 953 milioni, in lieve calo (-2,0%) rispetto al trimestre precedente per il minore contributo della gestione finanziaria.

In netto rialzo il margine d’interesse, calano le commissioni

Il margine di interesse (la differenza tra gli interessi pagati alla banca dalla clientela per i prestiti e quelli che la banca paga per i conti correnti) è salito del 62% ad 1,67 miliardi di euro. Invece sono scesi i proventi da commissione (- 6,5%) a 986 milioni e quelli da attività finanziarie (- 23%). In calo anche i costi mentre procede il piano di riduzione dell’organico. Una nota della banca commenta che la dinamica dei conti “è da ricondurre alla crescita del margine di interesse, che beneficia, sul fronte degli impieghi, dello scenario favorevole dei tassi, in un contesto di attento presidio del costo della raccolta. Il positivo andamento del margine di interesse ha più che compensato la flessione delle commissioni nette”.

Lovagno: Mps sarà redditizia in modo sostenibile

Nella call con la comunità finanziaria che ha seguito la pubblicazione dei risultati il CEO Luigi Lovaglio ha manifestato soddisfazione per la rinascita della Banca. “Mps ha fatto progressi impressionanti negli ultimi 12 mesi e oggi presentiamo risultati solidi, che dimostrano il miglioramento del business” ha detto. “Siamo ora una delle migliori banche in Italia, con una capacità di essere redditizia in maniera sostenibile e di generare capitale in maniera organica trimestre su trimestre. Siamo solidi e ben equipaggiati per competere sul mercato”.

Aumentata la guidance sull’utile netto per il 2023 a oltre 1,1 miliardi

La crescita dei ricavi core ha supportato un margine operativo lordo 2 volte più elevato anno su anno, con ricavi in aumento e costi strutturali inferiori, sfruttando una forte base di clienti fedeli. Il costo del rischio è a 52 pb, confermando la guidance di fine anno a 55 pb. “La guidance sull’utile netto per il 2023 è stata aumentata a oltre 1,1 miliardi di euro, trainata dal margine di interesse, con un coefficiente CET1 di fine anno previsto superiore al 17%”, ha detto l’AD.

Mps ben attrezzata per remunerare gli azionisti

Sul fronte della remunerazione, l’Ad ha spiegato che MPS ha “un ampio buffer sui requisiti patrimoniali e questo ci rassicura sul fatto che saremo ben attrezzati per remunerare i nostri azionisti in linea con le ultime guidance che abbiamo dato, ovvero anticipare il dividendo con l’utile 2024”.

Pressato dagli analisti su possibili anticipi nella distribuzione del capitale, l’AD ha detto: “Siamo contenti di avere una solida posizione di capitale, che sappiamo essere molto alta e superiore ai bisogni che abbiamo per sviluppare il business. Durante il quarto trimestre, guardando ai risultati dell’intero anno, studieremo una policy appropriata, tenendo in considerazione i possibili sviluppi positivi che potrebbero avere un effetto. Comunque ora è troppo presto per dare dettagli su come utilizzeremo il capitale in eccesso, ne parleremo con i risultati annuali”.

L’AD ha poi spiegato che “l’utile netto è stato trainato da una forte performance operativa supportata dalla crescita del NII e dalla riduzione dei costi strutturali legati principalmente ai 4.000 prepensionamenti volontari dello scorso anno”. Il NII “è stato in rialzo anche in questo trimestre del +4,6% portando ad una crescita del +62,7% a/a dopo 9 mesi, trainata da un ulteriore miglioramento dello spread al 3,40% (+162 pb) grazie all’aumento del tasso di prestito e al pass through gestito consapevolmente”.

Diminuisce di 1,2 miliardi il contenzioso

A seguito della sentenza della Corte di Cassazione, che ha assolto gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni nel processo sui derivati, Mps ha declassato da “possibile” a “remoto” il rischio relativo ad alcuni procedimenti legali e richieste stragiudiziali. Di conseguenza, si legge in una nota, l’ammontare complessivo di contenzioso e richieste stragiudiziali per le informazioni finanziarie diffuse nel periodo 2008-2015 si è ridotto da 4,1 a 2,9 miliardi. Inoltre tutte le pretese stragiudiziali notificate alla banca successivamente al 29 aprile 2018, in coerenza con quanto statuito dalla Cassazione, “sono da considerarsi prescritte”. “La maggior parte delle azioni stragiudiziali sono promosse dalla stessa società di consulenza per conto di investitori istituzionali, nella maggior parte dei casi caratterizzate da carenza di documentazione, mancanza di legittimità e di nesso causale”, ha detto l’AD.

Mps non pagherà le tasse sugli extraprofitti, 313 mln sosterranno il patrimonio

Mps non pagherà la tassa extra profitti, e metterà a riserva 312,7 milioni. L’ultima versione della legge lo consente: gli istituti hanno la possibilità di destinare la somma al rafforzamento del proprio patrimonio e così farà anche Mps come già Intesa Sanpaolo e Unicredit.

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