Condividi

Milano sesta città più cercata su Google: più di Barcellona, Amsterdam e San Francisco

Meglio di Monaco e Berlino come “luogo degli affari” e anche più di capitali come Amsterdam e Tokyo. Assolombarda: “Ma bisogna tradurre la curiosità in servizi”

Milano sesta città più cercata su Google: più di Barcellona, Amsterdam e San Francisco

Milano è la sesta città più cercata su Google. Più di Barcellona, Monaco e San Francisco e anche di capitali come Amsterdam e Tokyo. Meglio di Monaco e Berlino come “luogo degli affari”, ventunesima posizione in classifica, e trentunesima ancora davanti alle due città tedesche e a Barcellona come “nodo delle reti globali”. Ma per tradurre quelle ricerche sul motore di ricerca web in veri viaggi e investimenti bisognerà migliorare qualcosa, soprattutto sulla qualità della vita. È la fotografia del capoluogo lombardo scattata dal secondo rapporto di Assolombarda “Your Next Milano”, presentato insieme all’associazione Milano & Partners. Un’analisi che misura la capacità della metropoli di confrontarsi con il resto del mondo in 33 principali ranking globali, fra i quali per 27 volte Milano appare in posizioni di rilievo.

I grandi centri urbani internazionali scelti per l’analisi comparativa sono 10: Milano, Barcellona, Monaco, Chicago, Berlino, Londra, Parigi, Tokyo, San Francisco, Amsterdam. Mentre le variabili considerate per la valutazione sono tre: percezione, attrattività, economia.

Perché Milano è la sesta città più cercata su Google: margini di crescita su innovazione e talenti

In termini di percezione Milano è, a livello globale, una città “risonante” al pari delle principali capitali. Solo tre città, ossia Londra, Parigi e New York, sono in tutte le classifiche e quindi presentano una risonanza pari al 100%. Ordinando le città globali, Milano risulta la 21esima (sulle 719 misurate, a pari merito con Monaco), nonché la 12esima tra le 561 non capitali. Pur comparendo in molte classifiche, però, la media del posizionamento è relativamente bassa: 98° posto. Un chiaro punto di debolezza è “congestione e qualità della vita” (331°) ma sono stati rilevati anche ampi margini di miglioramento in tema di “ecosistema innovazione” (48°), “hub talenti” (52°).

Milano, però, si prende la rivincita come “meta turistica e per eventi sportivi” (14°, davanti a Amsterdam e San Francisco). Anche il livello di attrattività è positivo, basta guardare i numeri delle imprese: nel 2021 la città ha ottenuto 69 investimenti esteri per nuove attività, un dato in aumento rispetto ai 52 nel 2020 e alla media annua di 53 progetti nel triennio 2017-2019. In questo campo battute San Francisco (45) e Chicago (41). Tuttavia, resta consistente il ritardo nella quantità di investimenti attratti da benchmark più performanti.

Milano: meta di studenti stranieri e turisti

Il dossier certifica, inoltre, che cresce la presenza di studenti dall’estero: sono più di 15mila i giovani universitari che frequentano gli 8 atenei della Città metropolitana. Rappresentano il 6,7% del totale degli studenti nell’anno accademico 2020-2021. Una quota superiore al 6,1% del 2019 e paragonabile al dato di Barcellona, ma decisamente più bassa del 30% circa di Londra e New York e della forbice che oscilla tra il 15% e il 20% registrata a Berlino, Monaco, Parigi, San Francisco e Amsterdam.

Una ulteriore tendenza incoraggiante, ma ancora ben lontana dai livelli pre-Covid, riguarda, infine, l’attrattività turistica: nel 2021 (ma anche nei primi mesi del 2022) Milano ha dimostrato di essersi ripresa più velocemente rispetto a molte altre città internazionali dopo la “battuta d’arresto” occorsa nel 2020. Nel 2021, infatti, la città ha accolto 3,1 milioni di visitatori: un numero più elevato degli 1,9 milioni nel 2020 ma ancora notevolmente lontano dal record registrato nel 2019 (8 milioni di turisti). L’accelerazione nei primi mesi del 2022 ha però permesso l’avvicinamento ai livelli pre-pandemia (-9% gli arrivi nella Città metropolitana a maggio 2022 su maggio 2019, -3% nel solo Comune).

 Il 2022 anno di recupero per pil e occupazione

Quanto all’economia, mentre nel 2020 tutti i centri globali hanno accusato una fase di recessione (-6,7% il valore aggiunto a Milano), nel 2021 si è verificato un significativo balzo in avanti (+6,4% a Milano). Ma nel benchmark solo New York e Chicago riescono in un solo anno a eguagliare i livelli di pil del 2019.

Impatti di diversa tempistica e intensità emergono anche sulla disoccupazione. Nel 2020 il tasso di disoccupazione più che raddoppia nelle città americane, mentre l’aumento è decisamente più limitato a Barcellona, Londra, Tokyo o addirittura la percentuale è invariata a Parigi, Monaco, Berlino e anche a Milano (dove si conferma al 5,9%). Nel 2021 il graduale rientro delle misure nazionali di sostegno all’occupazione induce a Milano una crescita del tasso di disoccupazione al 6,5%. Solo Londra registra un profilo di aumento similare, mentre tutte le altre città scendono o stazionano, pur con differenze nel recupero del pre-Covid: Parigi e soprattutto Berlino e Monaco registrano un tasso più contenuto, mentre le grandi città americane e Barcellona non chiudono il gap aperto dalla pandemia.

In prospettiva, pur in un contesto di elevate volatilità e incertezza, il pil di Milano alla fine del 2022 è atteso superare il 2019 del +2,2% e nel 2023 si attesterà a +4,8% (dati riferiti al valore aggiunto, fonte Prometeia). In parallelo, l’occupazione è prevista riallinearsi ai livelli pre Covid nel 2022 (+2,3% nel 2023): se la caduta nel 2020 è stata più contenuta dell’attività economica complessiva è quindi pur vero che il ritmo del recupero del mercato del lavoro è atteso più lento.

Spada (Assolombarda): “Imboccata la via per superare la crisi”

“I dati confermano che la città ha imboccato la strada per superare la crisi, ma occorre fare di più per recuperare – spiega il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada –. La priorità ora è mettere a terra le risorse del Pnrr. La Città Metropolitana, purtroppo, resta un progetto incompiuto. Questo è il momento di accelerare, di tagliare la burocrazia, anche in vista delle Olimpiadi invernali del 2026″.

“Occorre remare tutti nella stessa direzione: Istituzioni, Università, imprese e società civile in pieno stile ambrosiano – ha proseguito il presidente di Assolombarda -. È più che mai necessario considerare questa crisi come un catalizzatore di ambizioni e un acceleratore di cambiamenti. Solo in questo modo riusciremo, nei prossimi anni, a documentare un considerevole balzo in avanti nelle classifiche e a proiettare, sempre di più Milano sullo scenario competitivo internazionale”, ha concluso Spada.

Commenta