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Migliore (Iv): “Col Pd di Letta confronto senza pregiudiziali”

INTERVISTA A GENNARO MIGLIORE, deputato di Italia Viva e già sottosegretario alla Giustizia – “I cambiamenti politici nei Cinque Stelle e nel Pd sono il frutto del fallimento della loro linea politica precedente che la nostra iniziativa ha messo a nudo” – Verso il Pd di Letta “siamo pronti al confronto senza pregiudiziali ma il brusco cambio della segreteria lascia immaginare anche un cambio di linea del Pd”, sperabilmente non più schiacciato sui Cinque Stelle ma aperto al dialogo con tutte le forze riformiste, renziani compresi, in vista di un grande progetto di modernizzazione del Paese – “Vogliamo essere il motore del cambiamento e sosteniamo pienamente il Governo Draghi che abbiamo fortemente voluto”

Migliore (Iv): “Col Pd di Letta confronto senza pregiudiziali”

“I cambiamenti politici che in questi giorni stanno avvenendo nei Cinque Stelle e nel Pd non sono frutto del caso o di semplici deficit organizzativi e nemmeno di scelte caratteriali ma sono il risultato del fallimento di precedenti linee politiche che l’iniziativa di Renzi e di Italia Viva ha concorso in maniera determinante a mettere a nudo”. Gennaro Migliore, parlamentare di punta di Italia Viva e già sottosegretario alla Giustizia, 53 anni, napoletano, laureato in Fisica, parla con orgoglio della nascita del Governo Draghi che in pochi giorni ha “aperto una nuova stagione politica in cui tutto si è messo in movimento” e guarda con rispetto al travaglio del Pd, in cui ha in precedenza militato e da cui è uscito con Matteo Renzi. Come spiega in questa intervista a FIRSTonline Migliore è convinto che “quando si cambia così bruscamente il segretario” come ha fatto il Pd é segno che “ci si appresta anche a cambiare linea” e la sua speranza è che Letta eviti di schiacciarsi sui Cinque Stelle e “si apra a un dialogo vero con tutte le forze riformiste senza discriminazioni” nei confronti di Italia Viva che, a sua volta, promette di essere pronta al “confronto senza pregiudiziali” anche con il Pd di Letta. Ma ecco come si snodano l’analisi e il ragionamento di Migliore.

Onorevole Migliore, la nascita del Governo Draghi sta velocemente costringendo i partiti a ripensare se stessi: i Cinque Stelle hanno deciso di affidarsi alla guida di Conte, il Pd a quella di Enrico Letta che sarà proclamato nell’Assemblea di domenica e la settimana ventura ci sarà l’Assemblea nazionale di Iv. Si aspettava cambiamenti così rapidi e in concreto dove possono portare?

“I cambiamenti politici non avvengono mai per caso e non sono il frutto di semplici deficit organizzativi o di scelte caratteriali e anche stavolta sono il frutto della presa d’atto, anche se non apertamente dichiarata, del fallimento di precedenti linee politiche. In particolare Cinque Stelle e Pd avevano scommesso su una sola opzione politica e avevano blindato il Governo Conte 2, ma si sono ritrovati spiazzati dall’iniziativa politica di Italia Viva e dalla saggezza del Presidente Mattarella che hanno aperto la strada al Governo Draghi”.

Sia i Cinque Stelle che il Pd hanno però saputo prontamente cambiare: come giudica le novità della guida Conte e della segreteria Letta?

“Giudicheremo dai fatti. Non so se la scelta dei Cinque Stelle di affidarsi a Conte, che elimina il ribellismo interno ma inneggia a un incomprensibile “populismo sano” che si ispira al suo primo Governo, sia davvero una scelta saggia e il tempo ci dirà se riusciranno ad essere una forza di sistema oppure no. Il richiamo al populismo mi sembra però pieno di rischi e assomiglia a un grande ombrello buono per tutte le stagioni ma dall’indubbio sapore trasformista”.

E sul Pd a guida Letta qual è il suo giudizio?

“Anche in questo caso il ricambio finale è il frutto del fallimento della scommessa “o Conte o morte” che Zingaretti ha perseguito contro ogni evidenza e che ha imposto un riassetto del vertice del Pd più coerente con la nascita del Governo Draghi, che il Pd ha subito ma che ora speriamo sostenga con piena convinzione. La coraggiosa determinazione di Renzi e di Italia viva e la felice intuizione di Mattarella di fronte all’immobilismo del Governo Conte 2 hanno finito per svelare che anche nel Pd il re era nudo e che occorreva cambiare rotta aprendo una nuova stagione politica in nome dell’interesse nazionale di cui il Governo Draghi è la bandiera”.

Che cosa si aspetta ora dal Pd? Verrà ribadito l’asse preferenziale con i Cinque Stelle o pensa che l’ascesa di un europeista e riformista convinto come Letta e la consapevolezza che la guida di Conte rende i Cinque Stelle temibili concorrenti elettorali possano indurre il Pd a cambiare strategia e a orientarsi verso una linea meno schiacciata sui Cinque Stelle e più aperta a tutte le forze riformiste? 

“Il Pd è un partito complesso di cui parlo con grande rispetto avendoci militato in passato. Al di fuori delle schematizzazioni, mi sembra chiaro che se si cambia così bruscamente il segretario ci si appresta anche a cambiare linea, anche se Letta dovrà tener conto di chi ha vinto il precedente Congresso e le precedenti primarie. Ma la nuova realtà è più forte dei rapporti di forza che non potranno, prima o poi, che prendere atto dei fallimenti della linea Zingaretti. Naturalmente mi auguro che ora il Pd si apra a un dialogo vero con tutte le forze riformiste senza discriminazioni  pregiudiziali con l’obiettivo di un nuovo progetto riformista al servizio del Paese e senza alleanze elettoralistiche di sapore populista in vista delle prossime consultazioni amministrative nelle grandi città”.  

L’antica ruggine tra Renzi e Letta può ostacolare il confronto tra Iv e Pd? Non crede che in una parte dei sostenitori del nuovo segretario del Pd ci sia anche il retropensiero che Letta è, in partenza, il più lontano da Renzi e il meno propenso a facili riconciliazioni?

“Può darsi che in una parte del Pd ci siano retropensieri e risentimenti del passato, ma alla fine gli orientamenti umorali sono irrilevanti nella dinamica politica e anche nel futuro rapporto tra Iv e Pd e tra Renzi e Letta non riesco a vedere gli attriti del passato come prevalenti. E’ la politica che deve prevalere e che prevarrà. Noi di Italia Viva siamo e saremo, come sempre, disponibili e aperti al dialogo senza pregiudiziale alcuna. Per noi contano solo i contenuti e i passi avanti che cercheremo di fare sulla via di un nuovo progetto riformatore”.

Ma dopo aver vinto la battaglia contro il Governo Conte 2 e aver aperto la strada al Governo Draghi qual è oggi la prospettiva strategica di Italia Viva? Lavorerete alla riunificazione di tutte le forze europeiste e riformiste che ci sono in Parlamento o state pensando a un disegno riformatore più ampio e più ambizioso che non escluda una rinnovata convergenza anche il Pd di Letta?

“Come abbiamo dimostrato anche durante la recente crisi di Governo non inseguiamo le poltrone e le rendite di posizione e nemmeno la politica delle alleanze slegate da un progetto politico, ma abbiamo l’ambizione di fare di Italia Viva il motore del cambiamento nell’interesse del Paese. Ed è quanto continueremo a fare, sia sostenendo lealmente lo slancio riformatore di Mario Draghi sia proponendo contenuti innovativi che abbiano sempre per obiettivo la modernizzazione del sistema, lo sviluppo economico e una maggiore giustizia sociale. Sogniamo un’Italia più moderna, più efficiente e più giusta e un grande progetto di riforma del Paese a cui dedicheremo tutte le nostre energie senza aspettare che lo facciano gli altri. In questa logica il dialogo con tutte le forze riformiste – dal Pd all’ala non sovranista di Forza Italia oltre ovviamente a +Europa e ad Azione – è nelle cose”.

Ogni prospettiva politica rischia però di essere eterea se non si chiarisce quale sarà la nuova legge elettorale. Iv è per la difesa del Rosatellum, per il maggioritario (o con il Mattarellum o con il doppio turno) o per il ritorno al proporzionale con sbarramento?

“Non abbiamo la presunzione di dettare l’agenda della nuova legge elettorale ma non siamo nè per la difesa del Rosatellum nè per il proporzionale, ma la nostra propensione, almeno culturale, resta quella del maggioritario, che tuttavia andrebbe legato alle riforme istituzionali e costituzionali, rese più urgenti e necessarie dal taglio del numero dei parlamentari”.

Da quando è nata, Iv ha certamente vinto tutte o quasi le battaglie politiche e parlamentari – coronate dalla nascita del Governo Draghi – ma il vostro consenso elettorale resta a livello di prefisso telefonico: vi siete chiesti come mai l’elettorato non vi premia – tranne che nella sua Campania – e che cosa si possa fare per recuperare il consenso?

“Dobbiamo certamente radicarci più e meglio nella società e dobbiamo rendere più chiara e più incisiva la nostra proposta politica di cambiamento, affinando i contenuti e cercando solo dopo le necessarie alleanze, sapendo che con il Governo Draghi siamo entrati in una nuova stagione politica in cui tutto si è messo in movimento come dimostrano i primi effetti sia nel centrosinistra che nel centrodestra. Nelle sabbie mobili del sistema politico attuale il riformismo sociale è per noi l’unica vera bussola”.

Settimana prossima anche Italia Viva terrà la sua Assemblea Nazionale: che novità si preannunciano?

“Faremo un primo bilancio del Governo Draghi e approfondiremo il cambio di passo che attende anche noi, nel senso che il nostro modo di stare nel nuovo Governo non sarà più quello contrattualistico dei tempi del Conte 2 ma quello leale, limpido e convinto di chi sostiene pienamente il Governo Draghi che abbiamo fortemente voluto e che vogliamo aiutare a vincere le grandi sfide che ha davanti: dall’accelerazione del piano di vaccinazione alla riscrittura del piano italiano per la Next Generation Eu e alla lotta alla crisi economica e sociale. E’ questo il nostro modo di metterci al servizio del Paese”

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