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Michelangelo Pistoletto. Omaggio al maestro in una retrospettiva dal titolo “La verità” ad Ascona (Svizzera)

Dal 30 maggio al 26 settembre 2021, il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella, ospita la più importante e completa personale dell’artista, mai tenuta in Svizzera, dal titolo La Verità di Michelangelo Pistoletto. Dallo Specchio al Terzo Paradiso

Michelangelo Pistoletto. Omaggio al maestro in una retrospettiva dal titolo “La verità” ad Ascona (Svizzera)

Il 2021 del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona sarà ricordato per il grande evento dedicato a Michelangelo Pistoletto, tra i maggiori protagonisti della scena artistica internazionale, che, per l’occasione, proporrà un progetto innovativo.

La rassegna, curata da Mara Folini e Alberto Fiz, si compone da 40 opere, tra dipinti, quadri specchianti, installazioni, video e rare immagini d’archivio, dal 1958 al 2021, alcune iconiche come La Venere degli stracci, Metro cubo d’infinito o i Quadri specchianti, altre esposte solo in rare circostanze, come quelle a tema politico degli anni sessanta, che fanno riferimento all’esperienza interdisciplinare dello Zoo.

L’iniziativa si completa al Museo Castello San Materno, dove i visitatori saranno accolti dallo stesso Pistoletto che, attraverso una videoproiezione interattiva, introduce i temi del Terzo Paradisouna delle sue opere ambientali più emblematiche.

Il Terzo Paradiso, realizzato nel parco del Castello, utilizzando una novantina di piante, si configura come il simbolo matematico dell’infinito che accoglie al suo interno un terzo cerchio centrale, in una dinamica triadica che, sul piano concettuale, fa riferimento a tre momenti della storia dell’umanità: il primo è quello delle origini, in cui l’uomo era totalmente integrato nella Natura; il secondo è quello Artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il terzo è quello che si pone al centro degli altri due, come superamento dell’attuale conflitto tra natura e artificio, e che implica un nuovo modello di società ecosostenibile, profondamente democratica e inclusiva.

Il significato della mostra è reso esplicito dalla presenza a Monte Verità, punto d’incontro agli inizi del secolo scorso per artisti e intellettuali anticonformisti di tutta Europa, di un Terzo Paradiso realizzato con l’impiego di grandi sassi levigati dal tempo che verrà donato dall’artista e rivela la continuità tra il suo pensiero e questo luogo emblematico di Ascona, così ricco di storia e di cultura.

Il percorso espositivo allestito sui due piani del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona prende avvio con la sezione che documenta la nascita e l’evoluzione dei Quadri specchianti con sette lavori emblematici tra cui La folla (1958-1959) e Autoritratto oro (1960) che anticipano la rivoluzione di poco successiva. Se La Folla presenta una moltitudine anonima che emerge dal fondo del quadro, Autoritratto oro ha come riferimento il fondo oro ed esprime la necessità di liberare il vuoto che sta dietro la figura.

Nel 1962 irrompono sulla scena i Quadri specchianti e in mostra si trova Bottiglia del 1963, uno dei primi esempi realizzato con questa tecnica, dove compare, senza enfasi, un elemento quotidiano nella parte bassa dello specchio. Un altro lavoro particolarmente significativo è Padre e madre del 1968, con i genitori di Pistoletto visti di schiena, nella stessa posizione dell’osservatore di fronte allo specchio.

L’excursus, che comprende anche due specchi degli anni settanta, Donna nuda con guanti e Gabbia blu, viene completato da Autoritratto con quaderno Terzo Paradisodel 2017 che sembra dialogare con Autoritratto oro di quasi cinquant’anni prima.

La rassegna prosegue con una serie d’installazioni iconiche degli anni sessanta tra cui il Labirinto, in cartone ondulato, del 1969 che invade completamente l’ambiente, al cui interno compare il Pozzo del 1965 che fa parte degli Oggetti in menorealizzato anch’esso con cartone ondulato e montato a forma circolare, mentre ai lati dello stesso s’incontrano due opere paradigmatiche nel rinnovato contesto linguistico espresso dall’Arte Povera come Venere degli stracci del 1967 e Muro di mattoni del 1968. Le installazioni si relazionano con Specchio diviso, 1973-1978.

La seconda metà degli anni sessanta è caratterizzata anche dalle azioni collettive e delle performance teatrali, che sono rievocate in maniera ampia e approfondita attraverso video e materiale fotografico. Tra questi, le immagini che descrivono l’esperienza dello Zoo, la compagnia creata da Pistoletto nel 1968 che propone azioni teatrali e performative in contesti estranei all’ufficialità.

Al centro del lungo corridoio, gli spettatori potranno divertirsi a spostare liberamente Sfera di giornali che ripropone un lavoro storico appartenente alla serie degli Oggetti in menoche già nel 1967 è stato utilizzato per un’azione compiuta in occasione della mostra collettiva Con-temp-l’azione. 

Il riciclo dell’informazione, la comunicazione fluida, la sovrapposizione delle notizie e il loro azzeramento, sono solo alcuni aspetti che rendono particolarmente attuale Sfera di giornali che, durante la mostra, dal museo si sposterà per le strade di Ascona in occasione di una performancedestinata a coinvolgere gli abitanti del Borgo.

Una intera sezione è dedicata a Segno Arte, altra fondamentale ricerca di Pistoletto, ovvero una figura, costituita dall’intersezione di due triangoli che inscrive idealmente un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate. Di questa forma, che corrisponde alla massima estensione del corpo, vengono proposte alcune opere in materiali diversi, come Porta-Segno ArteFinestra-Segno ArteTermosifone-Uomo-Segno ArteCassonetto-Segno ArteAttraverso il Segno Arte.

Al secondo piano del Museo si trovano alcune installazioni recenti di particolare significato tra cui il Tempo del giudizio (2009), che rappresenta idealmente un tempio in cui le quattro grandi religioni – Cristianesimo, Buddismo, Islamismo, Ebraismo – sono indotte a riflettere su se stesse ponendosi di fronte allo specchio con al centro Metrocubo di Infinito (1966), un’opera costituita da superfici esternamente opache ma specchianti verso l’interno, facendo giungere al culmine le possibilità di rifrazione.

La rassegna si chiude idealmente con Love Difference-Mar Mediterraneo, un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dai diversi paesi che si affacciano su questo mare. Love Difference, presentato nel 2003 alla Biennale di Venezia quando Pistoletto ha vinto il Leone d’Oro alla carriera, è un annuncio programmatico, un movimento che unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica.

Sempre nel 2003 l’artista scrive il manifesto del Terzo Paradiso e ne disegna il simbolo, costituito da una riconfigurazione del segno matematico d’infinito.

Le grandi fotografie delle installazioni del Terzo Paradiso sulla Piramide del Louvre (2013), nelle acque di fronte a L’Avana (2014), nel Parco del Palazzo delle Nazioni a Ginevra (2015) o sul logo della missione della Stazione Spaziale Internazionale nel 2017, fanno da trait-d’union con le nuove installazioni del Terzo Paradiso che si possono ammirare al Monte Verità e al Museo Castello San Materno.

Accompagna la mostra un catalogo bilingue (italiano-inglese) Edizioni Casagrande, con testi di Mara Folini, Alberto Fiz, Paolo Naldini, un intervento di Michelangelo Pistoletto e l’intervista a Pistoletto di Hans Ulrich Obrist.

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