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Mes, il Tesoro tenta la retromarcia: “Può migliorare la valutazione sul debito”

In un documento arrivato alla Commissione Esteri il Ministero dell’Economia smentisce apertamente il Governo e promuove la ratifica del Mes.

Mes, il Tesoro tenta la retromarcia: “Può migliorare la valutazione sul debito”

“Non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione”. Lo scrive nero su bianco il ministero dell’Economia in una lettera firmata dal capo di Gabinetto del ministro, inviata alla Commissione Esteri della Camera a proposito della ratifica del Trattato sul Mes. Il parere tecnico continua dicendo che “non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”. E anzi, potrebbe esserci addirittura un vantaggio: il Mes potrebbe portare “ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia”.

La tesi contenuta nel documento segna un’inversione a U rispetto alle posizioni tenute e alle parole pronunciate sino ad oggi dal Governo che fino ad oggi aveva sempre paventato rischi relativi a una possibile ristrutturazione del debito e a probabili incrementi del rischio percepito dai mercati sui nostri titoli di Stato.

Motivazioni più volte smentite da Bruxelles e da altre Cancellerie Ue, che da mesi cercano di convincere l’Esecutivo italiano ad apporre la tanto attesa firma sul Mes. Ad oggi, infatti, l’Italia è rimasto l’unico Paese a non aver firmato il documento, bloccando de facto la ratifica del trattato.

Tesoro: “La ratifica può migliorare la valutazione sul debito”

“Per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica, dalla ratifica del suddetto Accordo – si legge nel documento – non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità del 2012”.

Per quanto riguarda invece gli effetti indiretti, secondo il Tesoro: “Questi appaiono di difficile valutazione. Essi potrebbero astrattamente presentarsi qualora le modifiche apportate con l’Accordo rendessero il Mes più rischioso e quindi maggiormente probabile la riduzione del capitale versato o la richiesta di pagamento delle quote non versate del capitale autorizzato. Ciò premesso – prosegue la lettera – non si rinvengono nell’Accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione”.

La lettera sottolinea poi che “non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating, che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”.

Parlando in parole povere, il giudizio del capo di Gabinetto del ministro è tutt’altro che negativo. Anzi, secondo il Mef potrebbe arrivare anche un vantaggio inatteso: “Relativamente agli effetti indiretti sulle grandezze di finanza pubblica derivanti dalla sola ratifica dell’Accordo, sulla base di riscontri avuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del Mes, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia. Quanto questo comporti in termini di possibile riduzione del costo di indebitamento del nostro paese è, tuttavia, molto difficile da prevedere ex-ante”. Il Mes, dunque potrebbe migliorare la valutazione sui nostri Btp.

Il documento si conclude analizzando “la prospettiva degli altri Stati membri azionisti del Mes”. Per loro “l’attivazione del supporto rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati”.

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