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Meno tensioni internazionali ma i mercati europei restano con il fiato sospeso

I mercati finanziari europei restano prudenti dopo il tracollo dell’ultima settimana che ha quasi azzerato i guadagni 2014 di Piazza Affari – Domani il dato sull’inflazione italiana – Renzi avverte: “Grazie Draghi ma le riforme le decido io” – Per l’Argentina l’accordo è lontano – Gli investitori internazionali invertono la rotta (per ora) – Caso Montezemolo

Meno tensioni internazionali ma i mercati europei restano con il fiato sospeso

L’ASIA PARTE BENE, SUI MERCATI EUROPEI REGNA LA PAURA
RENZI ALL’FT: GRAZIE DRAGHI, MA L’ITALIA CE LA FARA’ DA SOLA

Partenza positiva in Asia della settimana finanziaria: rimbalza Tokyo +2,2%, rimediando al tonfo di venerdì, in terreno positive Hong Kong +1,1% e Shanghai +0,6%, confortate dal dato positive sull’inflazione cinese (+2,3%) che offre spazio a nuovi spazi per il credito.

A favorire la ripresa il cessate il fuoco a Gaza, la fine delle manovre russe i confini dell’Ucraina e l’intervento dell’aviazione Usa in Irak. Ma gli umori del mercati restano improntati alla massima prudenza. Il cross euro/dollaro è a quota 1,34. In lieve ascesa il petrolio; brent a 105,19 dollari il barile.

DOMANI IL DATO SULL’INFLAZIONE ITALIANA

“Sono d’accordo con Draghi: l’Italia ha bisogno di riforme. Ma come le faremo lo deciderò io, non la trojka, la Bce o la Commissione Ue. Farò io le riforme perché l’Italia non ha bisogno che qualcun altro le spieghi cosa deve fare”. Così Matteo Renzi al Financial Times di stamane in avvio di una settimana finanziaria delicata per le tensioni geopolitiche ma anche per le incertezze legate alla recessione del Bel Paese.

Tra i dati chiave martedì l’indice Zew sulla fiducia in Germania ma, soprattutto, il dato sull’inflazione in Italia. Mercoledì seguirà la stima del Pil in Giappone nel secondo trimestre, l’inflazione in Francia e Germania e la produzione industriale nell’Eurozona; giovedì inflazione e stima del pil nell’area dell’euro e dati preliminari sul Pil anche di Francia e Germania.

PIAZZA AFFARI RIPARTE QUASI DA ZERO

Negli ultimi giorni Piazza Affari ha in pratica azzerato il rialzo del 2014. L’indice Ftse Mib registra un modesto +1,3% da gennaio. Nell’ultima settimana l’indice ha perduto il 5,7%. E l cse non erano andate molto meglio dell’ottava precedente – 3,3%. E’ andata meglio, ma non molto, sugli altri mercati del Vecchio Continente: l’indice complessivo delle Borse europee Stoxx 600 ha perso in settimana il 2,1%. Da inizio anno è in calo dell’1%. Dai massimi assoluti toccati il 10 giugno l’indice Stoxx ha perduto il 7,1%. Da allora il bollettino delle perdite segnala un calo dell’11% di Francoforte, ormai a ridosso della soglia psicologica dei 9 mila punti, e Parigi.

E’ andata peggio sui listini “periferici”. Da giugno l’FTse Mib ha perduto il 15%, la Borsa di Atene il 24% (‘ufficio del turismo ha quantificato in 300mila i minori arrivi dalla Russia dopo le sanzioni) e Lisbona, il mercato peggiore causa il tracollo di Espirito Santo, il 30%.

RESISTE WALL STREET, PER L’ARGENTINA L’ACCORDO E’ LONTANO

Assai più confortanti i dati americani: la settimana chiude con un modesto guadagno dello 0,3%, insufficiente a colmare le perdite dell’ottava precedente (-2,7%). Dai massimi di metà giugno il ribasso è del 3,9%. In ritirata anche il brasiliano Bovespa -1,1% dopo un lungo rally (+24% da marzo). Il calo è motivato dal recupero nei sondaggi di Dilma Roussef in vista delle elezoni di ottobre.

Si allarga intanto il solco tra il governo argentino e il giudice federale Thomas Griesa che ha minacciato di considerare un “oltraggio alla corte” (con relativa punizione) l’atteggiamento di Buenos Aires che in vari annunci sui giornali ha sostenuto di aver effettuato i pagamenti agli obbligazionisti ma che questo sono stati bloccati dal giudice. “Pagare una parte ddell’obbligazione non vuol dire pagare tutte le obbligazioni” ha sostenuto il giudice.

INVESTITORI IN RITIRATA MA TIENE (PER ORA) LA DIGA DEI BTP

Dietro la ritirata dei listini azionari c’è l’inversione di tendenza nelle strategie dei grandi investitori. Nell’ultima settimana i money managers hanno ritirato 7,1 miliardi di dollari dai mercati azionari facendo di nuovo rotta sul mercato obbligazionario, con il risultato di abbassare il rendimento medio al 4,82% dal precedente 5,73%. Sul mercato dei titoli di Stato, del resto, il Btp in settimana ha perso un po’ di terreno, ma niente di drammatico. Il rendimento del decennale è salito al 2,82% da 2,75% di una settimana fa. Dopo esser schizzato a quota 190 bp lo spread tra Btp e Bund è rientrato a quota 180. Non meno inquietante lo spread tra i Btp e i Bonos spagnoli: 25 punti, ai massimi da settembre. Stesso fenomeno sui cds: Spagna 80 punti base, Italia 120 come nel febbraio 2012. C’è attesa in questa cornice per le aste dei titoli di stato italiani: Bot annuali martedì e titoli a medio-lungo termine il giorno successivo, quando la Banca d’Italia renderà anche nota la consistenza del debito pubblico a fine giugno.

LA CINA CAMBIA SHOPPING. PIU’AZIONI, MENO LUSSO

La Cina ha acquistato anche il 2,014% di Generali dopo una quota analoga di Fca (Fiat), Prysmian, Eni, Enel e Telecom Fca (Fiat), Prysmian, Eni, Enel e Telecom. Perché questa strategia? “Pechino vuol farsi notare – dice Alberto Forchielli socio fondatore di Mandarin Capital Partner – Nella testa dei cinesi gesti come questi, che comportano un investimento minimo, dovrebbero rendere la Cina, oggi guardata con grande diffidenza, più amata nel nostro Paese”. I motivi? “Sono molteplici – spiega Forchielli a Formiche.net – Primo, tra i Paesi industrializzati l’Italia è uno dei più colpiti dalla competizione cinese. Secondo, le nostre pmi che sono andate in Cina senza protezione sono state letteralmente massacrate e depredate di risorse e know how. Terzo, truffe come Suntech in Puglia o vetrine permanenti degli orrori come Prato rappresentano immagini difficili da cancellare. E non è un caso che le prime partecipazioni dichiarate, quelle in Eni ed Enel, siano arrivate subito dopo la strage in un’azienda tessile della città toscana, dove persero la vita sette persone”.

CALANO  GLI ACQUISTI DEI CINESI: TOD’S, NEL MIRINO DEI FONDI

Nel frattempo, però, la campagna anticorruzione di Ji Xingping ha avuto ripercussioni pesanti su Tod’s – 7%, dopo i risultati del primo semestre molto deludenti. La Consob ha vietato le vendite allo scoperto per tutta la giornata di lunedì sul titolo che accusa una battuta d’arresto nel Paese delSrago (-3,6% a cambi correnti). Giudizi severi da parte dell case di investimenti: Banca Akros, Kepler Cheuvreux, Ubs, Deutsche Bank ha abbassato il target price a 89 euro da 95, Mediobanca a 93 euro dal precedente 100 euro: Exane ha ridotto del 6% a 93 euro, con la raccomandazione «neutral». Nel resto del comparto del lusso, Ferragamo è scesa dello 0,6%, Yoox -1,6%,Moncler +0,5% (il giorno prima +6%). Positiva Luxottica +1,3%.

RIMBALZA BPM, DIVIETO DI SCOPERTO SU MPS

Si stringono le maglie della Bce sulle banche. Francoforte ha deciso l’applicazione di regole più stringenti per i prossimi stress test per le banche europee, con il rischio che possano venir rivisti anche i bilanci dell’ultimo anno. Divieto di vendite allo scoperto intanto per MontePaschi, che vemerdì ha perso l’8%. Nel primo semestre la banca ha registrato una perdita netta di 353 milioni. Il CET1 ratio si è attestato al 13,5%. Deutsche Bank ha abbassato il target price a 1,1 euro da 1,4 euro e confermato la raccomandazione Hold. SocGen ha tagliato a 1,2 euro da 1,4 euro. Oggi i 14 membri della deputazione generale si incontreranno per definire i vertici della Fondazione, in regime di proroga dal 9 giugno scorso. Finale di settimana in recupero, invece, per le Popolari. Banca Popolare dell’Emilia Romagna ha segnato un rialzo dell’11%, dopo il -13% del giorno prima. Ha recuperato posizioni venerdì Bpm +6,6%, dopo l’ottima semestrale che ha battuto le attese (+81,3% l’utile netto a 191,5 milioni di euro contro i 185 milioni del consenso). L’ad, Giuseppe Castagna, ha anticipato che quest’anno la popolare tornerà a distribuire un dividendo (Kepler Cheuvreux ha stimato una cedola di 0,02 euro) Unicredit -0,2%, Ubi +3% dopo avere annunciato utili raddoppiati, Intesa +1%.

FIAT ALLE PRESE CON IL RECESSO. E CON MONTEZEMOLO

Cominciano i giorni della verità per Fiat alle prese con l’esrcizio del diritto di recesso. Tra i soci illustri che hanno votato non alla fusione tra Fiat e Chrysler per protesta contro l’introduzione della loyalty share che consentirebbe un doppio voto agli azionisti di lungo periodo (vediExor) a detrimento dei diritti degli altri soci figura Norges Bank, forte del 2,1% del capitale. Altri soci, tra cui la People Bank of China e Baillie Gifford (forte del 2,6%) hanno votato no con una frazione della quota di pertinenza, aggiudicandosi così il diritto al recesso a quota 7,727 euro. Se il totale dei recessi superasse i 500 milioni di euro, la fusione verrebbe annullata. Il regolamento però prevede che il dato si riferisca al saldo tra le azioni cedute e quele eventualmente acquistate dagli attuali soci. Exor, in particolare, potrebb acquisire un 3% senza incorrere nell’obbligo d’Opa. Non sono previsti dati sul recesso, ha anticipato lo stesso Sergio Marchionne, fino a cinque giorni prima della fine di agosto. Ancor più calda la partita Ferrari. Luca di Montezemolo, in predicato di salire alla presidenza di Alitalia, fa sapere che non accetterà deleghe che possano mettere a rischio la sua permannza ai vertici Ferrari. Intanto si fa strada l’ipotesi, osteggiata da Fca, di una quotazione separata del Cavallino Rampante, non a Wall Street bensì a Shanghai: una collisione non è da escludere.

TELECOM, FERRAGOSTO DI LAVORO PER GVT

Telecom Italia ha recuperato venerdì parte del terreno perduto dopo l’offerta shock di Telefonica a Vivendi. Il management studia, in tempi record una possibile offerta sulla brasiliana Gvt, in competizione con l’offerta già avanzata dal gruppo spagnolo. Secondo quanto riferiscono alcune fonti, Telecom avrebbe reclutato Citigroup, Mediobanca e Banco Bradesco come adviser per l’acquisizione di Gvt. La data limite per una controffensiva è il 28 agosto, quando si riunirà il consiglio di Vivendi presieduto da Vincent Bolloré che dovrà decidere la sorte della controllata Gvt.

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