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Mediobanca, servizi pubblici: la classifica delle città italiane

L’Area Studi Mediobanca analizza i risultati delle società che gestiscono i bus, metro, acqua, ma anche rifiuti e aerei nei primi 10 Comuni Italiani – Qualità, ricavi, investimenti, ecco chi vince e chi perde

Mediobanca, servizi pubblici: la classifica delle città italiane

Aerei, bus, metropolitane, ma anche acqua e igiene urbana. Le società  che gestiscono i servizi pubblici locali nei primi 10 Comuni italiani sono state analizzate dall’Area Studi Mediobanca allo scopo di comprendere il grado di efficienza e qualità di un’attività che incide sulla vita di milioni di cittadini. 

TRASPORTO PUBBLICO: ECCO LA CLASSIFICA

Il 12% della popolazione italiana quotidianamente utilizza il servizio di trasporto pubblico locale. In totale parliamo di 13,8 milioni di persone, 2,7 miliardi di passeggeri l’anno che al giorno diventano 7,4 milioni. 

Le società che trasportano il maggior numero di passeggeri, 2,4 milioni al giorno, sono Atac e Roma Tpl. al secondo posto c’è Atm (Milano) con 2 milioni di passeggeri. Tra le prime due aziende e le altre si apre una voragine. Il terzo gradino del podio è infatti occupato dall’Actv di Venezia. “Al Sud – sottolinea lo studio di Mediobanca – la domanda di Tpl cala: 67mila passeggeri (21% della popolazione) per l’Amtab di Bari, e circa 70mila per l’Amat di Palermo (solo il 10,5% degli abitanti)”.

Questa la classifica per numero di passeggeri. Se l’analisi si sposta però su ricavi, investimenti e soprattutto qualità del servizio offerto, tutto si ribalta. 

Le società del trasporto pubblico costruiscono la gran parte dei propri ricavi sui contratti di servizio. Guardando ai numeri infatti, su 5,5 euro 5,5€ per ogni km percorso dalle proprie vetture, in media 3,7 euro arrivano dai contratti,1,8 (il 34%) dai biglietti venduti. Ci sono però società che riescono a sovraperformare la media come l’Atm di Milano, l’unica società d’Italia a realizzare più della metà del fatturato (54,4%) sulla vendita dei biglietti, l’Amt di Genova (41,3%) e la bolognese Tper (40,4%). In coda alla classifica c’è invece la palermitana Amat (17%). 

Passando alla qualità del servizio, Mediobanca la suddivide in regolarità e puntualità. Parlando della prima nel caso degli autobus i livelli più bassi sono quelli dichiarati da Atac di Roma (85,7%), Amat di Palermo (87,1%) e Roma Tpl (91%). Nel caso delle metropolitane i valori sono prossimi al 100%, con la notevole eccezione dell’Atac (81%). 

Per quanto riguarda, invece, la puntualità (la percentuale di corse in orario sul totale), nel caso degli autobus i valori più bassi sono relativi ad Ataf Gestioni (81,5%) e Amt di Genova (84,8%), i restanti gestori indicano livelli non inferiori al 90%. 

Infine gli investimenti: a brillare in questo caso sono la Tper di Bologna (che investe il 22,6% del fatturato), l’Amtab di Bari (15,9%) e l’Atm di Milano (13,8%). In fondo alla classifica l’Ataf&Li-nea di Firenze (2%).

AEROPORTI

Ogni anni 147 milioni di passeggeri usufruiscono di uno degli aeroporti del Paese. L’aeroporto italiano più trafficato è Orio al Serio di Bergamo con una media 1.300 passeggeri al giorno, 54 all’ora). Sul podio anche quello di Napoli (1.237 al giorno, 51 all’ora) e Fiumicino (1.111 al giorno, 46 all’ora). Subito dopo ci sono Milano Linate (1.090 al giorno, 45 all’ora) e Venezia (1.015 al giorno, 42 all’ora). Meno trafficati i gates di Milano Malpensa T1 (627 al giorno, 26 all’ora). 

In termini di puntualità a primeggiare è Linate con l’86,8% dei voli che partono puntuali, seguito da Ciampino (85,2%) e da Genova (84,4%). Più indietro gli scali di Venezia e Treviso (71%) e di Firenze (74,6%). A incidere sulla qualità del servizio ci sono poi il tempo di sbarco (Il più lento è Venezia, il migliore è Treviso) è i tempi di attesa al check-in. Sono più lunghi a Bologna (18 minuti e 22 secondi) e nei due terminal di Malpensa (circa 15 minuti e 50 secondi). Torino Caselle (6 minuti e 12 secondi) e Linate (7 minuti e 8 secondi) gli aeroporti più “veloci”.

SERVIZIO IDRICO 

Le aziende del settore idrico servono annualmente 16,9 milioni di abitanti, erogando 1,4 miliardi di metri cubi d’acqua lungo una rete di 68mila km, pari a 1,7 volte la circonferenza terrestre. Nonostante ciò non tutta l’acqua raggiunge l’utenza e gli sprechi, soprattutto in Italia, vanno per la maggiore. Secondo lo studio, ogni 100 litri immessi in rete, 38,7 litri vanno persi per un totale di 900 milioni di metri cubi d’acqua persi all’anno. Numeri che confrontati con gli altri Paesi risultano impietosi: in Germania il tasso di perdita è fermo al 7,2%, Spagna (18,9%), Francia (21,3%), Inghilterra e Galles (23,4%). 

Per quanto riguarda le aziende, la milanese MM (15,9%), la genovese Iren Acqua (23,9%) e la torinese Smat (24,6%) gestiscono le reti con la maggiore tenuta, mentre la palermitana Amap (54,6%) e l’Acquedotto Pugliese (50,3%) hanno i maggiori tassi di perdita.

Analizzando i costi, gli acquedotti fatturano 1.581 euro ogni 1000 mc d’acqua. “Considerando che il consumo giornaliero medio è di 230 litri per abitante, pari a 83 mc d’acqua l’anno – calcola Mediobanca –  la spesa per cittadino si aggira intorno ai 130 euro annui. I ricavi unitari più elevati sono realizzati dalla Publiacqua di Firenze con 2.405 euro per 1.000 mc d’acqua. Bollette più leggere per la MM di Milano con 797 euro, per la Abc di Napoli con 868€ e per la romana Acea Ato 2 con 1.415euro”.

Capitolo produttività. A vincere è di nuovo Milano con MM (366mila mc), seguita dall’Abc di Napoli (302mila mc) e dalla Iren Acqua con (283mila). Bassa, invece, quella dell’Amap (64mila mc), dell’Acquedotto Pugliese (136mila mc) e della Publiacqua di Firenze (141mila mc). Acea Ato 2 (roma) primeggia invece per investimenti con 57,3 euro per abitante, il 39,8% della bolletta, seguita dalla fiorentina Publiacqua (55,2 euro; 35,1%). 

IGIENE URBANA

Ultimo settore oggetto d’analisi è quello dell’igiene urbana le cui aziende servono circa 10,4 milioni di abitanti che producono 5,6 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 20% circa del totale nazionale. Ogni abitante produce annualmente poco meno di 540 kg di rifiuti, vale a dire 1,5 kg al giorno. Solo il 45,3% dei rifiuti prodotti (2,5 milioni di tonnellate) è generato dalla raccolta differenziata. La veneziana Veritas (65,2%) è prima per quota di raccolta differenziata sul totale. A completare il podio la Alia di Firenze (59,3%) e l’Amsa di Milano (53,8%). I tassi più modesti sono registrati dalla palermitana Rap (14,1%), dalla genovese Amiu (34,2%) e dalla napoletana Asia (34,5%).

L’Igiene urbana costa in media 172 euro l’anno per ciascun cittadino, 340 euro per tonnellata di rifiuti. Si spende di più a Roma (255 euro per abitante e 430 euro per tonnellata) e Milano (200 euro e 400 euro). Risparmiano, invece, i cittadini veneziani (13 euro e 285€ euro. 

Il primo posto in classifica in termini di produttività va alla fiorentina Alia, mentre per quanto riguarda gli investimenti, a primeggiare è la veneziana Veritas (29,4 euro per tonnellata) e la torinese Amiat (22,4 euro). Più contenuti gli investimenti della genovese Amiu (7,6 euro) e della barese Amiu Puglia (7,2 euro).

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