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Mediobanca, Del Vecchio alla carica: vuol salire al 20%

Il patron di Essilor-Luxottica, che è già il primo azionista di Mediobanca, ha chiesto alla Bce di potere raddoppiare la sua quota nell’istituto di Piazzetta Cuccia con l’intento di blindare Generali – Per la Borsa e per la finanza italiana si preannunciano scintille, considerando che in campo c’è anche l’Ops Intesa-Ubi e affiora l’intenzione del Governo italiano di riacquistare la Borsa italiana spa attraverso il concorso di Cdp

Mediobanca, Del Vecchio alla carica: vuol salire al 20%

Leonardo Del Vecchio torna alla carica di Mediobanca e, secondo quanto asserisce oggi “la Repubblica”, avrebbe chiesto nelle ultime ore alla Bce, per il tramite della Banca d’Italia, l’autorizzazione ad acquistare nuove azioni e a salire dall’attuale 9,9% fino al 20% dell’istituto milanese di Piazzetta Cuccia, guidato da Alberto Nagel. Del Vecchio esclude propositi aggressivi ma la sua ha tutta l’aria di una scalata che promette scintille anche in Borsa e che può cambiare gli equilibri della finanza italiana.

Del Vecchio, che nella classifica di Forbes è l’imprenditore più ricco d’Italia, è già oggi il primo azionista di Mediobanca, ma non si accontenta perchè il suo progetto è quello di costruire un polo italiano della finanza sfruttando meglio le potenzialità della banca d’affari, che ha in portafoglio il gioiello del 13% di Generali, e blindando con altri soci proprio il Leone di Trieste di fronte alle mire di gruppi stranieri.

Del Vecchio, che ha 85 anni e alle spalle una carriera di imprenditore di successo con la creazione di Luxottica, poi fusa in Essilor – che alla Borsa di Paigi vale 56,6 miliardi di euro -, era entrato nell’autunno scorso in Mediobanca un po’ a sorpresa, sostenendo di voler diversificare i suoi investimenti e di trovare una congrua allocazione alla sua abbondante liquidità. Ma, pur escludendo intenzioni ostili verso l’attuale management di Mediobanca, si era capito subito che il suo non sarebbe stato un investimento passivo, ma solo la prima tappa di un disegno più ambizioso finalizzato alla nascita di un grande polo italiano della finanza.

Ora pare venuto il momento, anche se bisognerà vedere se la Banca centrale europea darà il via libera al passaggio della principale banca tricolore dallo status di public company a banca posseduta al 20% da un singolo azionista, che di mestiere ha fatto altro nella vita e che è un imprenditore e non un banchiere. D’altronde i tempi sono favorevoli, perchè l’effetto Coronavirus ha finora pesantemente penalizzato i titoli bancari e da febbraio Mediobanca ha perso il 40% del suo valore di Borsa. Chi compra ora, compra Mediobanca a sconto e Del Vecchio conta di farlo, anche perchè, comprando il titolo della banca milanese, si compra a prezzi scontati anche una bella quota di Generali.

Nelle prossime ore, al massimo nei prossimi giorni, si capirà se la scalata di Del Vecchio potrà andare in porto, ma quel che è certo è che su Mediobanca e su Piazza Affari si sta per aprire un periodo di grande effervescenza, di cui potranno beneficiare per contaminazione anche altri titoli bancari e assicurativi, considerando che all’ordine del giorno c’è sempre l’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi. Due operazioni – Mediobanca e Sanpaolo/Ubi – che, se andranno in porto, possono cambiare la faccia della finanza italiana che potrebbe anche riappropriarsi attraverso la Cdp della Borsa italiana spa, se gli inglesi del London Stock Exchange saranno costretti dall’Antitrust a cederla.

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