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Mariupol, i russi annunciano la conquista ma Putin sospende l’attacco finale all’acciaieria

Dopo aver annunciato la conquista di Mariupol, la martoriata città dell’Ucraina dell’Est, Putin ordina di sospendere l’attacco finale all’acciaieria Azovstal, dove sono asserragliati 2 mila soldati ucraini e molti civili. Chi li salverà?

Mariupol, i russi annunciano la conquista ma Putin sospende l’attacco finale all’acciaieria

Dopo giorni e giorni di bombardamenti, i russi annunciano di aver conquistato Mariupol, la martoriata città dell’Est dell’Ucraina. Ucraini e americani negano che sia vero, ma c’è una sorpresa finale: Vladimir Putin, in uno scenografico incontro con il suo ministro della Difesa, ordina di sospendere l’attacco finale alla storica acciaieria Azovstal, dove sono asserragliati 2 mila soldati ucraini del battaglione Azov, ma anche molti civili che rischiano di morire di fame.

Perché Putin ha rinunciato all’attacco finale all’acciaieria?

La mossa di Putin è stata una sorpresa, ma certamente non un atto di generosità. Piuttosto un calcolo. Serve – ha detto lo zar – “a preservare la vita dei nostri soldati e dei nostri ufficiali” ma l’area dell’acciaieria – ha aggiunto – deve essere isolata “in modo che non voli una mosca” e che nessuno possa entrare o uscire. Chi salverà i soldati e i civili asserragliati nei rifugi sotterranei dell’acciaieria?

Voci non confermate dicono che nei rifugi dell’acciaieria ci sarebbero anche consiglieri militari americani che Putin non ha intenzione di uccidere (semmai di fare prigionieri) per non scatenare uno scontro epocale con gli Stati Uniti, che, a loro volta, hanno deciso di intensificare i rifornimenti di armi, anche pesanti, agli ucraini.

Dopo Mariupol altri massacri o finalmente le trattative di pace?

Che succederà ora? Non la sa nessuno, anche se c’è chi spera che la conquista di fatto di Mariupol possa indurre i russi a sedersi al tavolo dei negoziati con l’Ucraina, ma non ci sono elementi che possano confermarlo e la decisione americana di rafforzare le dotazioni militari ucraine con 800 milioni di dollari di armi pesanti (cannoni e droni in primis) sembra invece sottintendere che Putin non voglia trattare e che quindi per ora il momento resta quello della guerra.

Tanto più che gli ucraini sostengono che in alcune città i soldati russi continuano a sparare sui civili e sui volontari ucraini. “Negli obitori – dicono gli ucraini – ci sono mille corpi di civili” e il presidente Zelensky afferma: “Abbiamo provato che Stato e istituzioni ucraine sono abbastanza efficaci da resistere alla prova della guerra. Stiamo facendo tanto per proteggere la libertà in Europa, quanto altri non hanno mai fatto”.

Come andrà a finire nessuno lo sa, ma l’invasione russa in Ucraina e la guerra che ne è seguita restano una delle pagine più terribili del nuovo secolo, che non smette di collezionare cigni neri, dall’attacco terroristico alle Torri Gemelle alla crisi economica e finanziaria innescata dal fallimento della Lehman Brother fino alla pandemia e ora alla guerra Russia-Ucraina.

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