Condividi

Manovra, Quota 100 resta assurda anche dopo l’accordo Ue

Il paradosso di Quota 100, voluta dal Governo per superare la legge Fornero e favorire l’anticipo pensionistico, è che crea più iniquità: ecco perchè

Manovra, Quota 100 resta assurda anche dopo l’accordo Ue

L’accordo con le istituzioni della UE sulla manovra era comunque auspicabile per limitare i danni, ma non risolve alcuno dei problemi indotti dalla proposta di Legge di Stabilità. Posticipare di qualche mese l’avvio della quota 100 per gli anticipi di pensionamento e per il reddito di cittadinanza, per la finalità di contenere di qualche decimale il deficit del 2019 cambia poco.

In tempi non sospetti, mi ero permesso di evidenziare che queste misure, per essere attuate, richiedono qualche mese di tempo solo per la risoluzione delle problematiche tecniche collegate.
Per il reddito di cittadinanza, se non altro per la confusione mentale dei proponenti, anche qualcosa di più.
Per la quota 100, le idee sembrerebbero più chiare. In buona sostanza il governo si propone di contenere la spesa ripristinando le cosiddette finestre di uscita, e cioè di posticipare il pensionamento effettivo rispetto alla sua maturazione , sulla base del requisito di anzianità contributiva già maturata, è cioè dando la precedenza a coloro che i 62 anni di età e i 38 di contributi versati li hanno già maturati.

Questo scaglionamento dovrebbe avvenire nel corso dei prossimi tre anni, dato che la deroga all’età pensionabile prevista dalla legge Fornero sarebbe valida sino al 31 dicembre 2021, e fermo restando che nel frattempo resterebbe in vigore l’adeguamento automatico dell’età pensionabile sulla base delle aspettative di vita.

IL PARADOSSO DI QUOTA 100: CREA MAGGIORI INIQUITÀ

Tutto ragionevole sembrerebbe…
Sembrerebbe, ma non è affatto così. Pur trascurando gli effetti sull’equilibrio dei conti del sistema previdenziale, e di riflesso sul debito della pubblica amministrazione (si fa per dire.. perché saranno devastanti), la proposta rischia di produrre delle autentiche, e assurde, iniquità dei trattamenti tra i lavoratori anziani.
Molti lavoratori che hanno già maturato o matureranno più dei 38 anni di versamento contributivo nei prossimi tre anni, e comunque prima del compimento dei 62 anni di età, si ritroveranno vincolati a raggiungere la soglia di 44 anni di versamento contributivo per accedere al pensionamento di vecchiaia anticipata. Quelli che raggiungeranno il requisito tra tre anni dovranno aspettarne altri 6 per accedere alla pensione ( una sorta di Fornero 2 la vendetta).

Il tutto dopo aver assistito all’ andata in pensione di colleghi che hanno lavorato meno anni di loro.
L’ anomalia era già stata evidenziata da Alberto Brambilla, qualificato esperto della Lega, che suggeriva infatti di graduare un diverso rapporto tra età e contributi versati a partire dai 62 anni di età (ma ovviamente con più dei 38 anni di contributi) e ,di riflesso, con rendite pensionistiche più elevate e sostenibili nel tempo.
Ipotesi ragionevole, ma non coincidente con gli annunci.

PIÙ CHE UNA RIFORMA, UNA FALSA RIFORMA FORNERO

Così ci ritroveremo con una falsa riforma della Fornero :
– che non avrà affatto affrontato il tema dei lavoratori penalizzati dalla Fornero. Infatti, come evidenziato, buona parte della platea dei lavoratori penalizzati ne verrà esclusa, mentre, diversamente, la gran parte dei beneficiari maturerà la pensione con requisiti inferiori a quelli in vigore prima della legge Fornero , i 41 anni per la pensione di anzianità ;
– che peggiorerà gli equilibri previdenziali nel rapporto tra lavoratori contribuenti e pensionati con i costi che si rifletteranno inevitabilmente sui futuri pensionandi ;
– che ,di conseguenza, è destinata a creare tensioni tra i lavoratori nell’ambito delle ristrutturazioni aziendali che utilizzeranno le nuove misure di pensionamento per ridurre il personale.

Errori di questo genere sono già stati fatti nel passato con l’abuso delle pratiche di prepensionamento per favorire l’esodo dei lavoratori anziani nel pubblico impiego e nelle medie grandi aziende. Mentre nel contempo venivano, e continuano ad essere ignorati i problemi dei lavoratori anziani che lavorano in settori complicati, a partire dalla edilizia e dall’agricoltura, o discontinui come nelle piccolissime imprese e nei servizi, che hanno visto persino ridurre le durate per l’ utilizzo degli ammortizzatori sociali.
L’ ennesima conferma che il ” governo del cambiamento” ci sta proponendo le peggiori pratiche del passato

Commenta