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Manovra, la Camera vota la fiducia tra le polemiche, tour de force per evitare l’esercizio provvisorio

La Camera ha votato la fiducia alla Manovra, in nottata l’ok definitivo al provvedimento. Tour de force per evitare l’esercizio provvisorio

Manovra, la Camera vota la fiducia tra le polemiche, tour de force per evitare l’esercizio provvisorio

Tutto come previsto. La Camera ha votato la fiducia alla legge di Bilancio 2023, la prima varata dal Governo Meloni, con 221 sì, 152 no e 4 astenuti

Iniziata la seduta fiume che proseguirà senza soluzione di continuità fino al voto finale sul provvedimento, cui si dovrebbe giungere a tarda notte o addirittura all’alba del 24 dicembre. La Manovra passerà poi al Senato per il via libera definitivo che dovrebbe arrivare tra il 27 e il 28 dicembre. Il testo dovrà essere approvato entro il 31 dicembre, pena l’esercizio provvisorio. I tempi sono dunque strettissimi. 

Fiducia alla Manovra tra le polemiche

La fiducia è arrivata dopo giorni di forti polemiche tra maggioranza e opposizione. L’ultimo scontro si è consumato sulla modifica da 450 milioni per i Comuni, norma stralciata dalla per mancanza di coperture. Recepiti anche gli altri rilievi posti dalla Ragioneria di Stato. Discussioni accese anche sul bonus per i diciottenni, sul quale la Ragioneria ha chiesto correzioni e sull’ormai celeberrima norma sui cinghiali.

“Non ci sono le misure sovraniste e folli che avrebbero fatto saltare i mercati. Dunque pericolo scampato. Ma la manovra nel merito è debole, pasticciata e senza visione”sostiene Matteo Renzi nella sua enews. “Nel metodo – continua il leader di Italia Viava – poi appare imbarazzante ricordare come i ritardi del Governo abbiano violato i principi della democrazia parlamentare esattamente come faceva Giuseppe Conte e che Giorgia insomma è la versione 2.0 di Giuseppi. Peccato, speravo meglio”.

“È una manovra in un momento difficile, non fa miracoli ma aiuta tante persone. Va approvata, costi quello che costi, entro la fine dell’anno. Abbiamo una settimana di tempo, non si scappa”, ha detto oggi  il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepremier, Matteo Salvini.
Polemiche anche dagli avvocati che, in un documento unitario di tutte le componenti dell’avvocatura, accusano: “L’appello formulato al Governo di ritirare l’emendamento alla legge di bilancio che prevede l’anticipazione – al 28 febbraio 2023 – dell’entrata in vigore della riforma sul processo civile, è rimasto tutt’ora inascoltato”. Una scelta “particolarmente grave”, visto che “in alcuni importanti settori della giurisdizione mancano persino i requisiti tecnici per garantire, già oggi, il corretto funzionamento degli uffici e dunque il principio del giusto processo”. La categoria ribadisce “con forza, la necessità di procedere allo stralcio e rinnovano l’invito al Governo e alle forze parlamentari a provvedere, con responsabilità, riservandosi sin d’ora, in caso contrario, ogni più opportuna iniziativa affinché venga ristabilito un proficuo rapporto di dialogo e di leale collaborazione con l’avvocatura”.

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