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Lusso: buone opportunità di M&A anche nei prossimi mesi per la filiera italiana

Gli analisti vedono possibile anche nei prossimi mesi la fiorente attività di M&A vista ultimamente. Lo scopo principale è di avere il controllo della filiera e dei know how

Lusso: buone opportunità di M&A anche nei prossimi mesi per la filiera italiana

E’ un lavoro di taglia e cuci nel vero senso della parola, quando si tratta del M&A nel settore della moda. I player del lusso anche nel corso di quest’anno hanno dimostrato di avere a cuore il controllo di tutta la filiera sia poter rispettare i tempi di consegna, ma anche per preservare il prezioso know how. E per far ciò hanno tessuto una rete di vivaci acquisizioni strategiche.
Gli analisti del settore ritengono che anche per i prossimi mesi continuerà questa tendenza e non escludono buone opportunità, nonostante qualche nube.
“Pensiamo che il consolidamento della filiera italiana sia destinato a continuare, in quanto è sempre più cruciale per i players del lusso avere il controllo della filiera in un’ottica di time to market, di tracciabilità e sostenibilità, ma soprattutto di preservazione del know how, dal momento che molte piccole aziende a controllo familiare rischiano di non superare il momento di passaggio generazionale oppure di faticare ad attrarre risorse giovani”, Paola Carboni, analista lusso di Equita, secondo quanto riporta Pambianconews.

I fondamentali sono forti e la posizione finanziaria netta è solida

Difficile anticipare quali saranno gli attori e le tempistiche, dal momento che molte operazioni, pur ‘nell’aria’ da tempo, si realizzano sulla convergenza di diversi fattori, e in alcuni casi lo scenario potrebbe farsi più incerto.
“Negli ultimi due anni, con risultati spesso superiori alle attese, avevamo assistito a continui rialzi di stime” dice Carboni, “ma nel secondo quarter di quest’anno le sorprese non sempre sono state positive e in alcuni casi abbiamo dovuto limare le stime. Tuttavia, visti i fondamentali forti e la posizione finanziaria netta solida delle società del settore, opportunità di consolidamento potrebbero emergere anche in contesti di mercato meno favorevoli”.

Il gruppo Kering è stato il più attivo

Il gruppo più attivo negli ultimi mesi è stato Kering che a fine luglio ha signato un accordo vincolante con Mayhoola per l’acquisizione da parte del gruppo francese di una partecipazione del 30% in Valentino, per un corrispettivo in contanti di 1,7 miliardi di euro. Solo un mese prima Kering Beauté aveva annunciato la sigla di un accordo per l’acquisizione del 100% di Creed dai fondi controllati da BlackRock Long Term Private Capital Europe e dall’attuale Presidente Javier Ferrán. Invece oltreoceano c’è stata l’acquisizione di Capri Holding (Versace, Jimmy Choo e Michael Kors) da parte di Tapestry, quotata a Wall Street, con in portafoglio i brand Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman.

“Resta in ogni caso saldo il ‘primato’ dei due colossi del lusso francese, Kering e Lvmh, anche rispetto all’operazione di Tapestry” dice Carboni. “Il posizionamento di mercato in questo secondo caso è diverso, in quanto i principali brand in portafoglio per i due gruppi, rispettivamente Michael Kors e Coach, si configurano come brand premium e non propriamente lusso. Anche le dimensioni sono ben diverse: infatti da una parte abbiamo un gruppo da 12 miliardi di fatturato rispetto a Lvmh che genera quasi 90 miliardi e Kering 20 miliardi”.

Ma anche il colosso svizzero Richemont si è reso protagonista di un deal interessante: l’acquisizione di una partecipazione di controllo in Gianvito Rossi, maison italiana di calzature, in una transazione privata i cui termini non sono stati resi noti. In una delle maggiori acquisizioni dell’anno, la società americana di private equity Advent International ha rilevato una quota di maggioranza la maison australiana Zimmerman l’8 agosto 2023 da Style Capital. Secondo Reuters, l’operazione ha portato la valutazione di Zimmerman a oltre 14 volte il suo utile di base, pari a circa 1,15 miliardi di dollari. La famiglia Zimmerman e Style Capital resteranno nel capitale con una quota di minoranza.
Poi c’è stata la scelta di Jörg Bucherer, rivenditore degli omonimi orologi, che, in assenza di discendenti diretti, ha venduto le attività della sua azienda a Rolex.

Le campagne M&A in Italia


Nel corso del 2023 anche il tessuto imprenditoriale italiano si è fatto terreno di attività di merger and acquisition, per rafforzare la filiera, consolidare il comparto oppure per puntare alla diversificazione.
Certamente con quest’ultimo obbiettivo si è mosso il patron di Calzedonia, quando lo scorso mese ha acquistato i Cantieri del Pardo. Il gruppo veneto ha siglato con il fondo Wise Equity un contratto vincolante in tal senso. I manager storici, Fabio Planamente e Gigi Servidati, manterranno una quota di minoranza nella società.
Il private equity Permira, attraverso i suoi fondi, ha acquisito il Gruppo Florence, piattaforma che nasce proprio con l’obiettivo di consolidare la frammentata filiera produttiva nel settore del lusso, e che oggi si compone di 26 aziende che spaziano in ogni segmento della produzione made in Italy. Prada e Zegna hanno acquisito una quota di minoranza dell’azienda di filati Fedeli, mentre Chanel e Brunello Cucinelli hanno firmato un accordo di lungo termine con la famiglia Cariaggi, proprietaria dell’omonimo lanificio. A fine luglio Made in Italy Fund ha comunicato al mercato il definitivo successo dell’Opa su Cover 50, che ha in portafoglio PT Torino, nell’ambito del più ampio programma di investimenti in società target.

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