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Luci della ribalta oggi per Rcs, Telecom e Btp Italia. La Cina frena le Borse e Milano inizia piatta

Il Tesoro lancia il nuovo Btp Italia mentre il mercato cerca di capire gli effetti del terremoto in arrivo in Rcs a seguito dell’aumento di capitale – Riflettori accesi anche su Telecom Italia dopo l’apertura di Cucchiani (Intesa) ai cinesi e a Bernabè – Prime cedole a Piazza Affari, che stamani inizia piatta – Il rallentamento della Cina pesa sulle Borse

Luci della ribalta oggi per Rcs, Telecom e Btp Italia. La Cina frena le Borse e Milano inizia piatta

IL PIL CINESE FRENA, LE BORSE PURE. CROLLA L’ORO. RCS, TELECOM ITALIA E BTPI OGGI ALLA RIBALTA

Imprevista  frenata dell’economia cinese. Nel primo trimestre la crescita del pil è stata del 7,7%, contro il 7,9% dell’ultima parte del 2012.

Il dato ha avuto un’immediata eco sui listini. Tokyo perde poco più dell’1 per cento al pari di Shangai mentre Hong Kong arretra dell’1,4% circa.

 

Prende velocità intanto la frana dell’oro. Stamane il metallo giallo tratta a 1446 dollri l’oncia (-3,7%  ) dopo lo scivolone di venerdì  (- 3,5%  a 1.505 dollari l’oncia). In forte discesa anche brent a quota 100 (-2,21%). 

 

Si prevede un’apertura frenata anche in Europa

 

 

Finale di settimana in frenata venerdì a Wall Street. L’indice S&P500, arrivato giovedì sui massimi della sua storia, ha perduto lo 0,28%,  Dow Jones invariato, Nasdaq – 0,16%. hanno finito la seduta  in ribasso dello 0,2% . Hanno pesato i dati del trimestre poco convincenti di JP Morgan, l’utile per azione è meglio del previsto ma solo perché la banca ha fatto ricorso alle riserve. Anche la trimestrale di Wells Fargo non ha convinto.

 

Chiusura  negativa venerdì anche per tutte le Borse d’Europa, compresa Piazza Affari che ha chiuso la settimana con l’indice FtseMib in calo dell’1,5%, ma il bilancio delle ultime cinque sedute è confortante con un rialzo del 3,4% che riduce la discesa da inizio anno a -3%.

 

 

 

AL VIA IL BTPI. L’OFFERTA PUO’ CHIUDERE GIA’ DOMANI

 

Tutto è pronto per il lancio stamane del nuovo Btp Italia, il quarto della serie che potrà essere sottoscritto, salvo chiusura anticipata già domani, fino al 18 aprile. L’obbligazione indicizzata all’indice dei prezzi italiano ha durata quadriennale, taglio minimo 1.000 euro, e potrà esere sottoscritta in banca, presso gli sportelli postali e online, sempre  senza commissioni di acquisto per i sottoscrittori che avranno al contrario diritto ad un premio fedeltà dello 0,4% se terranno i titoli fino alla scadenza dell’aprile 2017. Le cedole saranno semestrali. 

 
Clima  tranquillo alla vigilia  sul mercato dei titoli di Stato della periferia euro : il Btp a 10 anni chiude a un rendimento del 4,32% poco mosso rispetto al giorno prima. Spread a quota 306 da 302.

 

Il differenziale nei confronti della Spagna staziona tra i 30 e i 40 punti base a nostro vantaggio.

Al contrario la politica super espansiva della Boj sta scatenando il panico tra i governativi statali nipponici a lungo termine: il rendimento del decennale balza in avanti di 10 punti base a 0,61%, massimo da metà marzo. Considerate che ciò si traduce in pesanti perdite in conto capitale. E’ salito venerdì anche il rendimento del Treasury Bill a 10 anni dopo l’inaspettato calo dello vendite al dettaglio Usa  i dati del trimestre poco convincenti di JP Morgan, l’utile per azione è meglio del previsto ma solo perché la banca ha fatto ricorso alle riserve. Anche la trimestrale di Wells Fargo non ha convinto.

 

 

SOTTO I RIFLETTORI: RCS E TELECOM ITALIA

 

Ieri sera si è chiuso, con una fumata grigia,  un lungo cda di Rcs Media Group da cui è emerso che la perdita per l’esercizio 2012 è stata di 509,3 milioni, a causa sopprattutto della svalutazione della spagnola Recoletos. Quel che non è emerso è la modalità dell’aumento di capitale, dopo e contestazioni via lettera di Diego Della Valle (l’8,69% fuori patto) per le caratteristiche diluitive dell’operazione. Se ne riparlerà al cda del 28 aprile, ormai  a ridosso dell’operazione da 400 milioni (più altri 200 entro il 2015) da effettuare entro luglio.

Il cda ha anche approvato l’operazione di rifinanziamento, 575 milioni, da parte di un pool bancario composto da Intesa, Ubi, Unicredit, Bnl, Bpm e Mediobanca subordinato anche all’esecuzione dell’aumento di capitale rivolto, per metà, proprio a ripagare debiti precedenti verso le banche.  

 

 

Oggi  l’ad Piero Scott Jovane illustrerà il piano industriale alla comunità finanziaria.

 

Si fa intanto il primo conto sulle adesioni e le rinunce all’aumento che segnerà comunque un terremoto negli equilibri di via Solferino, se verrà confermato l’effetto diluitivo dell’operazione. Il patto di sindacato, viste le defezioni dall’operazione di Francesco Merloni (che si è dimesso dal cda) e delle Generali, scenderà  senz’altro dall’attuale 58,3 al 46,5%.  I due principali azionisti fuori dal patto, cioè Giuseppe Rotelli (assente dal cda di ieri) e Diego Della Valle, in caso di rinuncia  potrebbero scendere in misura rilevante (Rotelli dal 16,5% al 4,4%,  Della Valle dall’8,6% al 2,3%).  Incerta, all’interno del patto, la posizione di Sinpar (Lucchini) e del gruppo Pesenti. Fuori patto è scontato il no del gruppo Benetton. Al contrario, John Philip Elkann ha già anticipato l’adesione del gruppo Agnelli che potrebbe farsi carico dell’inoptato. La quota in Rcs, ggi in Fiat, potrebbe essere spostata in Exor.

 

 

 

Già venerdì tra le blue chip il titolo migliore è stato  Telecom Italia +3,7%. Oggi il mercato dovrà valutare l’apertura di Enrico Cucchiani, ad di Banca Intesa alle proposte di aggregazione arrivate da Hutchison Whampoa. 

“E’ un’ipotesi da esaminare con attenzione ed interesse” ha detto Cucchiani aggiungendo che “fa piacere che ci siano investitori internazionali interessati ad investitre nel nostro Paese, dopodiché quando si conosceranno i contenuti della proposta si faranno le valutazioni del caso”.  Cucchiani è anche sceso in difesa di Franco Bernabé, sotto il tiro degli attacchi di Telefonica e dell’indipendente Luigi Zingales: “E’ improprio parlare di un commissariamento di Bernabé” ha detto. L’eventuale uscita di Intesa  da Telecom Italia, infine, verrà decisa “solo sulla base di convenienze strettamente economiche”.

 

Facile che Piazza Affari prenda atto che, al di là dell’eventuale buon esito dell’offerta di Li-Ka-Shing  (tutt’altro che scontata), l’avventura di Telco, la scatola che controlla il 22,6% di Telecom Italia sembra volgere al termine: Generali intende uscire, Mediobanca pure,  Intesa  non farà le barricate a difesa dello status quo . E i cambiamenti, con la liquidità che circola per i listini, possono portare a rialzi delle quotazioni.

 

 

 

INSIDE PIAZZA AFFARI; OGGI LE PRIME CEDOLE

 

 

Arriva  oggi il saldo della cedola Sias: saldo 0,90 euro (acconto 0,30 euro già distribuito lo scorso 6 agosto 2012).

La campagna dividendi proseguirà lunedì 22 con lo stacco di cedole da parte di:  Edison   risparmio (0,15 euro), Prysmian (0,42 euro), Fiat Industrial  (0,225 euro),Recordati, saldo di 0,10 euro (acconto 0,20 euro già distribuito lo scorso 19 novembre 2012), 
Telecom Italia ordinarie (0,02 euro), Telecom Italia risparmio (0,031 euro).

 

 

A Milano venerdì sono scese le banche: Ubi -3,7%, Banco Popolare -3,8%, Unicredit -2%, Intesa Sanpaolo -1,8%. 

Tra le assicurazioni, Generali ha perso l’1,8% mentre Unipol è salita dello 0,7%.

 

Sono scesi i titoli industriali. Fiat -3,6%, Finmeccanica-2,7%,StM -2,7%.

Mediaset ha perso il 4,8% dopo il balzo (+8%) del giorno prima. 

La caduta del greggio ha influito sui titoli oil: Eni ha perso l’1,3%,Tenaris -3,2%, Saipem -2,3%.

Tra le utility ha brillato A2A +2,3%, Enel ha perso l’1,7%. 

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