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Lo spread fa paura, torna il rischio Italia

I timori suscitati dal nascente governo Lega-Cinque Stelle per le sue ambiguità su Europa, debito e conti pubblici amplificano lo spread dei Btp non solo verso i bond tedeschi ma anche verso Spagna e Francia – I rendimenti del Btp decennale volano – I dividendi pesano su Piazza Affari – Elliott vince anche in Ansaldo

Lo spread fa paura, torna il rischio Italia

La paura fa 190. Battuta facile ma adeguata a fronte dell’ascesa dello spread dei Btp nei confronti dei titoli tedeschi, ancora una volta la misura più esplicita ed efficace delle preoccupazioni che ispira il Bel Paese, gravato da una mole di 2.300 miliardi di debito che rischia di mettere a rischio gli equilibri dell’intera eurozona. I mercati, oltre a prezzare l’incognita Italia, segnalano le prime tensioni anche sul fronte di Spagna, Portogallo e perfino sui titoli di Parigi (s’allarga a 40 punti la forbice con i Bund).

SOTTO PRESSIONE LA DIGA DEL RATING

Pesa sull’Italia l’allarme dei partner europei e i giudizi in arrivo dalle agenzie di rating. Ieri è uscita la nota di Fitch: “Le politiche concordate dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega – si legge – due dei partiti più populisti ed euroscettici d’Italia, aumentano i rischi per il profilo di credito della nazione, attraverso soprattutto un allentamento fiscale e potenziali danni alla fiducia”. Il rating italiano è per ora solo due gradini sopra il livello di titolo spazzatura secondo la stessa Fitch (che di pronuncerà il 7 settembre), Moody’s e S&P’s. Solo l’agenzia Dbrs valuta il rating Italia sopra di 3 punti dalla retrocessione che potrebbe significare la chiusura dell’accesso ai canali di finanziamento della Bce. Ma Dbrs, che si pronuncerà il prossimo 13 luglio, ha già definito “deludente” il programma della nuova maggioranza.

SONY CONQUISTA ENI. I BEBÈ SPINGONO SHANGHAI

Assai meno agitato il panorama internazionale. I mercati cercano di interpretare la consistenza del clima meno teso tra Pechino e Washington: l’euforia è peraltro frenata dal timore di un rapido aumento dei tassi, anticipato dai livelli raggiunti dal decennale Usa.

Stamane Tokyo è in calo dello 0,2% dopo sei giorni consecutivi di deprezzamento, rimbalza lo yen su dollaro, a 110,9.

Colpo grosso di Sony (-0,7%) che si è assicurata la quota di capitale ancora non controllata di Emi, la major musicale per due miliardi di dollari. La casa discografica controlla una library di 2,1 milioni di brani.

Il governatore della Boj, Haruhiko Kuroda, ha aperto alla prospettiva di una politica monetaria meno espansiva: per la prima volta ha riconosciuto i danni collaterali provocati dalle continue immissioni di liquidità nel sistema.

Chiusa Hong Kong per una festività, cala l’indice Csi 300 delle Borse cinesi. Scendono le società di costruzione, salgono invece le società che producono alimenti per neonati: Pechino si accinge a cancellare le norme sul numero massimo di figli all’interno di un nucleo familiare, il provvedimento potrebbe arrivare entro la fine dell’anno.

BOEING VOLA GRAZIE A PECHINO. PMI USA ALLA RIBALTA

L’euro è poco mosso su dollaro a 1,178, ieri ha chiuso con un lieve rialzo a 1,179.

A Wall Street, ieri si sono messe in luce soprattutto le società della grande industria, come Boeing+3,6% che vende un quarto dei suoi aerei in Cina, Caterpillar e General Electric. In terreno positivo gli indici: Dow Jones +1,21%, S&P 500 +0,74%, Nasdaq +0,54%. Quarto record consecutivo per il Russell 2000, l’indice delle small cap.

Sale il petrolio a 78,3 dollari al barile, sotto la pressione delle misure annunciate dagli Usa per il prossimo embargo da imporre all’Iran. È stabile in numero delle trivelle dello shale oil Usa. Andamento contrastante per i petroliferi a Piazza Affari: Eni in calo dello 0,79% mentre Saras balza di oltre il 6%. Continua il rally di Saipem +2,16%.

EFFETTO CEDOLE SU MILANO. OGGI PARTENZA DEBOLE

L’Italia resta l’osservata speciale dei listini europei, sotto la pressione dello spread in una giornata dai volumi ridotti per l’assenza di Francoforte e Zurigo, chiuse per la festività della Pentecoste. Oggi è prevista una partenza lievemente negativa per i listini europei, con l’eccezione del Dax tedesco (+0,7%).

L’indice di Milano ha chiuso in calo dell’1,52% a 23.092 punti, piazza peggiore d’Europa. Ma il risultato è falsato dalla distribuzione del dividendo di 19 blue chip su 40 più una robusta pattuglia titoli minori.

Al netto delle cedole (-1,65% l’impatto stimato) l’indice è risultato in pratica piatto. Da inizio anno la performance del FtseMib resta comunque la migliore in Europa con un +7%, nello stesso periodo l’indice Eurostoxx è salito del +2,5%.

Negli altri mercati in evidenza Londra (+1,15%) che ha segnato un nuovo record storico a 7868.06 punti, +1,15%. Grazie anche all’euro debole, Parigi guadagna lo 0,41%, Madrid perde lo 0,48%.

WEBER, ARRIVA IL PRIMO MONITO DA BERLINO

Dopo l’affondo del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire è arrivato il monito del tedesco Manfred Weber, leader dei Popolari Europei (PPE) che in una dichiarazione ai media tedeschi si è indirettamente rivolto a Lega e M5s: “State giocando col fuoco perché l’Italia è pesantemente indebitata”. E ha aggiunto: “Le azioni irrazionali o populiste potrebbero provocare una nuova crisi dell’euro”. La moneta unica è scesa ieri per il sesto giorno consecutivo sul dollaro a quota 1,175.

INQUIETA LA PROSPETTIVA DEI MINI BOND

Infine, a suscitare allarme hanno contribuito non poco le dichiarazioni sui mini bond, lo strumento con il quale lo Stato dovrebbe riuscire a saldare il suo debito con i fornitori. Ieri il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi ha confermato che arriveranno presto. Non è tardato il giudizio delle case di investimento: il Credit Agricole ritiene che siano un modo per dribblare le regole comunitarie. Ing afferma che si tratta, di fatto, di una valuta parallela. BNY Mellon fa notare che già la Grecia aveva pensato di introdurre questo strumento.

In questa cornice non stupisce la pressione sui Btp in attesa di conoscere le prossime mosse del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi riceverà i presidenti delle Camere. Per l’incarico al capo del governo occorrerà attendere domani.

LA “FORBICE” AI MASSIMI DAL GIUGNO 2017

Il rendimento del benchmark decennale ha raggiunto il 2,42%, massimo da fine marzo dell’anno scorso. Quello sulla scadenza biennale si è riportato in territorio positivo (come fatto brevemente la settimana scorsa), salendo fino a 0,21%, massimo da dicembre 2016.

Lo spread Btp/Bund a 10 anni si è allargato fino a quota 190 punti base, massimo dal 9 giugno 2017, con un balzo di 26 punti rispetto ai livelli di venerdì.

Dalla chiusura di martedì scorso (131 punti), quando sono emersi i primi contenuti del programma di governo, lo spread Btp/Bund ha allargato di circa sessanta punti base.

ITALIA/ SPAGNA, UN FOSSATO DI 90 PUNTI

Lo spread Italia/Spagna è salito fino a quota 90 punti, toccando nuovi massimi da febbraio 2012. La volatilità del mercato obbligazionario italiano si riflette sull’intero comparto dei governativi dei Paesi ‘periferici’ dell’area euro, Portogallo e Spagna in testa. In controtendenza la Grecia, in procinto di ottenere via libera dai creditori all’ultimo esame sulle riforme prima dell’uscita dal bailout, prevista per agosto.

IN PIAZZA AFFARI BRILLA LA SCUDERIA AGNELLI

La seduta di Piazza Affari è stata condizionata dai dividendi. Ma il titolo più brillante è stato Fiat Chrysler (+2,6%), che non ha staccato alcuna cedola. Il mercato è però già in fibrillazione in attesa degli annunci dell’Investor day del 1° giugno. Piace la concentrazione del polo del lusso in Italia, Banca Imi non esclude indicazioni in arrivo su nuove alleanze.

Ancora più vivace Cnh Industrial, trainata dalle indicazioni in arrivo dalla trimestrali di John Deere e dalla tregua nella guerra commerciale tra Stai Uniti e Cina. Nell’automotive bene anche Ferrari (+1%) e Brembo (+1,1%).

A BANCA INTESA L’OSCAR DELLA CEDOLA (6,7%)

Giornata di tregua per i bancari, nonostante la pressione sui Btp. Salgono Ubi Banca (+1,7%) e Bper Banca (+1%). Unicredit +0,5%. Frena Intesa San Paolo (-0,6%), al netto della generosa cedola (0,203 euro per azione, yield pari al 6,7%). Da segnalare il tonfo di Creval (-6%) e la brusca discesa di Do Bank, frenata dai timori su revisioni di legge sul recupero dei crediti. Ma la svedese Hoist Finance ha annunciato rafforzare la presenza in Italia, lo dice l’amministratore delegato della società specializzata nella gestione delle sofferenze.

Secondo i dati di Assogestioni è proseguita nel primo trimestre la raccolta dei Pir (2 miliardi). L’industria ha fatto segnare una raccolta netta di 13,9 miliardi. Il patrimonio gestito ammonta a 2.082 miliardi.

Debole Telecom Italia -1,2%: Equita Sim ha però confermato la raccomandazione buy con un prezzo obiettivo di 1,02 euro.

ELLIOTT VINCE ANCHE IN ANSALDO. SOFFRE LA LAZIO

Rimbalza Fincantieri (+4,4%) dopo il tonfo di venerdì. L’Australian Strategic Policy Institute ha pubblicato un documento in cui analizza i modelli proposti dalle tre società in lizza nella gara per le fregate australiane: BAE Systems, Fincantieri, Navantia.

Su anche Erg (+3,98%) su cui Banca Imi ha mantenuto una visione positiva (add, target price 23 euro) dopo aver partecipato al roadshow della società che si è tenuto venerdì a Ginevra.

Ansaldo Sts sale dell’1,6%. Il presidente di Hitachi Rail Alistair Dormer ha affermato che Hitachi è pronta a comprare le azioni di Elliott nella società “ma a un prezzo equo”.

Destini diversi per i club romani quotati. SS Lazio ha lasciato sul terreno il 6,2% dopo la mancata qualificazione in Champions League.

Nel primo giorno di aumento di capitale, il titolo AS Roma guadagna l’1,8%, mentre i diritti perdono il 29% circa.

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