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Lo spread allarma, Borse e petrolio ko, Apple travolge il Nasdaq

Il Rischio Italia cresce: fa impennare lo spread e i rendimenti dei Btp, travolge le banche e manda in profondo rosso la Borsa – Solo Enel e A2a controcorrente – Anche il Nasdaq ha la febbre e contagia gli altri listini: colpa di Apple, ormai entrata in zona “Orso” – Crolla il petrolio

Lo spread allarma, Borse e petrolio ko, Apple travolge il Nasdaq

Borse in saldo da Tokyo a New York, passando per l’Europa, nell’arco di un lungo martedì nero in cui crolla anche il petrolio. Piazza Affari chiude in calo dell’1,87%, scendendo a 18.471 punti. Il titolo peggiore è Saipem, -7,22%, ma soffrono anche le banche a causa dello spread in salita. In controtendenza Enel, +0,79%, dopo il piano industriale e l’impegno al dividendo minimo garantito 2018-2021. Si salva A2a ,+0,2%.

Lo stesso filo rosso lega Francoforte, -1,58% (Deutsche Bank , -4,6%, ai minimi storici); Parigi -1,21%; Madrid -1,57%; Londra -0,79%. Un bandolo della matassa parte da Wall Street, ancora trascinata al ribasso da Apple (-3%). Il guru della finanza Warren Buffett però ne approfitta e aumenta la sua posizione sul titolo di Cupertino di altri 100 milioni di dollari. I Faang (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) risultano tutti in territorio Orso e hanno perso complessivamente oltre mille miliardi di dollari di capitalizzazione dai loro rispettivi record. In ribasso i ratailer con Target in profondo rosso (-10%), un segnale poco incoraggiante in vista della stagione dello shopping natalizio.

Il clima economico d’altra parte si raffredda. Rallenta infatti la crescita nei 36 paesi industrializzate Ocse nel terzo trimestre: +0,5%, contro +0,7% dei tre mesi precedenti. Tra i paesi del G7, il Pil accusa una contrazione in Giappone (da +0,8% a -0,3%) e in Germania (da +0,5% a -0,2%). Lieve rallentamento negli Usa (da +1% e +0,9%). L’Italia passa da poco a niente (da +0,2% a 0). Una premessa che aumenta le preoccupazioni alla vigilia del parere della Commissione Europea sulle leggi di bilancio. L’iter sanzionatorio nei confronti del Belpaese, per il mancato rispetto dei vincoli sul debito, sembra ormai alle porte, mentre non si abbassano i toni da parte degli attori del governo gialloverde. Solo il ministro all’economia Giovanni Tria si dice preoccupato per la risalita dello spread. In effetti ne ha motivo: anche oggi lo spread fra titoli italiani e tedeschi compie un altro passo avanti (+3,25%), portandosi a 326.80 punti (dopo un’incursione oltre quota 330), con il rendimento del decennale italiano al 3,62%. Resta debole anche la domanda di Btp Italia nella seconda giornata di collocamento riservata al retail, dopo il flop di ieri.

A completare un quadro giornaliero poco rassicurante arriva nel pomeriggio il crollo del petrolio. Il Brent cede il 4,91% e scende a 63,51 dollari al barile. Il Wti , -5%, 54,34 dollari al barile, fa peggio dopo aver perso circa il 20% dal picco di inizio ottobre. Il mercato continua a temere scorte mondiali in aumento e un rallentamento dell’economia, che peserebbe sulla domanda, mentre Usa e Arabia Saudita sono su fronti opposti per quanto riguarda un taglio della produzione.

Stabile l’oro oltre i 1223,6 dollari l’oncia.

Sul fronte valutario l’euro s’indebolisce contro le altre principali valute e oscilla in area 1,14 contro il dollaro.

La conta dei feriti in Piazza Affari parte, fra le blue chip, da Saipem. Fra le banche le peggiori sono Banco Bpm, -5,42% e Banca Mediolanum -4,47%. Vendite su Moncler -3,97% ed Exor -3,4%.

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