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L’Italia del non fare – I costi di 10 opere mai concluse

Il nostro Paese è sceso in 87° posizione nella classifica del Doing Business: tra i luoghi in cui è meno conveniente fare impresa – Da un’inchiesta de “Il Sole 24 Ore,” le 10 grandi opere italiane su cui si lavora da anni e che non sono mai state concluse: dalla Roma-Latina alla Monza-Rho, dal Porto di Augusta all’abbandono di Maersk di Gioia Tauro.

L’Italia del non fare – I costi di 10 opere mai concluse

L’Italia del dolce far niente è la meta prediletta degli artisti di tutto il mondo. Ma di certo non degli investitori stranieri. L’altra faccia della medaglia è quella di un Italia del non fare, intrappolata tra leggi macchinose, una burocrazia troppo lenta, troppe lobby e un forte provincialismo. Non è un caso che nell’ultimo report del Doing Business della Banca Mondiale l’Italia sia scesa all’87esimo posto nella classifica dei paesi in cui fare impresa è più conveniente.

Come si legge in un’interessante inchiesta de “Il Sole 24ore”, ci sono 10 casi che gridano vendetta, che sono l’emblema di un’Italia dove i “rischi amministrativi” sono troppo elevati se non si conosce la persona giusta a cui chiedere di sveltire i tempi o chiudere un occhio. Sprechi, costi, ritardi che frenano grandi opere e che spingono un numero sempre maggiore di aziende italiane ad andare all’estero e sempre più investitori stranieri a guardare all’Italia come un Paese poco attraente dal punto di vista del fare affari.

Roma-Latina – Dal 2001 si parla dell’autostrada che dovrebbe collegare i due centri laziali. Ma tra rinvii e ricorsi alla fine la strada sarà pronta nel 2018. Insomma quasi 17 anni per un collagamento di meno di 100 Km. Bilancio finale: un costo di circa 2,7 miliardi di euro.

OOGroup – L’azienda, tra le maggiori in italia nel settore oftalmico farmaceutico, non ha una strada di accesso al proprio stabilimento di Montegiorgio, nelle Marche, e non riesce a i terreni confinanti per espandere gli impianti e iniziare attività di ricerca. Sono anni che l’azienda biomecia lotta con il Comune e i proprietari confinanti: “Non ci resta che trasferirci altrove”, le parole dell’ad. 

Occhiobello Outlet – Il centro commerciale tra Rovigo e Ferrara, frutto di un investimento di 40 milioni di euro, aprirà con un anno di ritardo. Alcuni commercianti avevano ricorso all’arma dell’appello in giudizio, in nome di una presunta mancanza di licenze commerciali. Alla fine il Consiglio di Stato ha dichiarato irricevibile l’appello, ma “i costi delle more sono incalcolabili”.

Solvay – La multinazionale chimica, che dà lavoro a oltre 2000 famiglie nel livornese, sono 10 anni che aspetta il rinnovo delle concessioni minerarie per l’estrazione del sale. Gli ambientalisti si oppongono alla concessione ma entro la fine della settimana la Giunta regionale toscana dovrà prendere una decisione. 

Monza-Rho – Un progetto da 750 milioni per la strada provinciale 49, in ballo da oltre 20 anni, è stato di nuovo messo in discussione da comitati di cittadini.

Porto di Augusta – In questo caso gli impedimenti vengono dall’Europa. Il porto ha bisogno di lavori di completamento (i bandi di gara sono di 119 milioni di euro), i fondi ci sono ma manca il via libera da Bruxelles che ha bloccato l’iter.

Cementir di Taranto – Per gli ambientalisti il rimodernamento degli impianti di Cementir corrisponde a un aumento della produzione e quindi dell’inquinamento. Questo il motivo dell’opposizione dei verdi all’investimento di circa 190 milioni di euro che l’azienda vuole fare a Taranto e che secondo il gruppo non modificherebbe i valori della produzione.

Residui della carta – Nel lucchese, dove hanno sede circa 20 cartiere, manca un cantiere in grado di smaltire i residui generati dalla produzione: il trasporto dei rifiuti (4.390 autotreni che viaggiano 2,2 milioni di Km) verso impianti adeguati costa circa 10 milioni l’anno. Considerando che l’apertura di un impianto, già presente nella zona, comporterebbe un esborso di circa 45 milioni l’investimento sarebbe ammortizzabile in pochi anni. Ma le opposizioni degli enti locali e degli ambientalisti finora hanno avuto la meglio.

Valdastico – La famosa strada sulla via per la Germania, che collega Vicenza, ma soprattutto quei piccoli comuni dove le lobby sanno farsi sentire, con il Nord s’ha da fare. Ma non perché convenga in termini di chilometri, né perché serve a far risparmiare tempo, ma tra le associazioni degli artigiani e dei commercianti e la Confindustria sembra che siano tutti d’accordo. L’ultimo baluardo che si oppone è la Provincia di Trento, ma sembra solo una questione di tempo prima che ceda anche il Trentino.

Maersk abbandona Gioia Tauro – Il leader danese del trasporto di container ha deciso di abbandonare il porto di Gioia Tauro e trasferire il suo hub sul Mediterraneo in Egitto.

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