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L’importanza di chiamarsi Silicon, ma la Valley resta lontana

Di Silicon Valley ce n’è una sola, ma tutti gli hub di start-up che nascono e fioriscono riportano la dicitura Silicon nel loro nome, dichiarando esplicitamente il modello a cui si ispirano – Un elenco dettagliato dei nuovi incubatori al silicone.

L’importanza di chiamarsi Silicon, ma la Valley resta lontana

Angel List, una struttura specializzata nella raccolta di capitali per le start-up, conta tra i suoi aderenti 1500 incubatori o organizzazioni simili. C’è da immaginarsi che ve ne siano un altro bel po’ fuori da questa parziale lista di angeli.

Per gli hub di start-up la Silicon Valley (quella di Google, Intel e Steve Jobs) è qualcosa di più di un modello o di un mito: vogliono essere la nuova Siliconia e detronizzare la baia che si estende da San Francisco a San Jose. Per questo nella loro denominazione non può mancare il meme Silicon che di per sé accende ben poche fantasie, ma evidentemente è imprescindibile. La pagina di Wikipedia dal titolo “List of places with Silicon names” elenca 76 iniziative che hanno messo la parola Silicon nella loro denominazione. Ci sono tutti i continenti

Le migliori siliconie

Può essere piacevole segnalare qualche incubatore al silicone come ha fatto Ashwin Seshagiri sul “New York Times” in un articolo del 12 settembre 2013 dal titolo In the Spirit of the Valley, It’s Silicon This and Silicon That.

Silicon Wadi, Tel Aviv Israele. L’area tecnologica di Tel Aviv accompagna al generico Silicon la parola araba per “valle” (wadi). È proprio vero che la tecnologia unisce le culture. Wadi ha una delle più alte concentrazioni di start-up del mondo. Secondo Startup Genome, una risorsa che raccoglie e classifica start-up, Tel Aviv è seconda nella graduatoria mondiale sopravanzata solo dalla Silicon Valley. Alcune multinazionali americane come Cisco e Microsoft hanno aperto uffici nella valle. Waze, un servizio di social mapping, recentemente acquistato da Google ha sede qui come pure OfPrimeSense, specializzata in 3D mapping, che è stata acquista da Apple. Si dice che sia lo stato di belligeranza di Israele a stimolare così tante iniziative tecnologiche, il fatto non è confortante ma ci  conferma che molte innovazioni tecnologiche sono frutto della ricerca bellica.

Silicon Beach, Los Angeles. L’area si estende da Santa Monica a Venice dove alcuni ex-MySpace hanno dato vita a una serie di fiammanti start-up. La stella della Silicon Beach è Snapchat che ha sede nei pressi di Venice Beach. Tutta l’area di Los Angels è comunque un hub importante che colloca la città degli angeli al terzo posto nella classifica dei migliori incubatori mondiali di start-up. A Los Angeles c’è anche Hollywood che macina tecnologia.

Silicon Alley New York. Uno dei più importanti hub tecnologici del mondo ha sede a Lower Manhattan, dove vanno concentrandosi start-up specializzate in media, finanza e contenuti. Vi sono dei pesi massimi come Tumblr, Foursquare, BuzzFeed e Double Click. New York ha delle bellissime carte in mano.

Silicon Roundabout, Londra. Nella capitale inglese va in scena una fortissima nascente industria high-tech. Ma per Londra non è una novità. Le attività tech si concentrano nella parte orientale della città che ha preso il nome di Tech City, di cui Old Street Roundabout è il cuore. Tra le molte start-up che qui macinano codice, merita una menzione King che ha creato il gioco più appiccicoso che non-si-sa-come-gli-è-venuto-in-mente, Candy Crush Saga.

Silicon Alee Berlino. La scena high-tech berlinese è tra le più vivaci in Europa e anche nel mondo. Berlino è stata la Disneyland europea per la seconda metà del 900 e continua a essere un luogo in cui divertirsi. L’hub tecnologico si trova in un’area dell’ex Berlino Est e vi operano molte start-up, ultimamente si è sentito parlare di Football App che sta ricevendo dei bei capitali da Union Square Venture un fondo di New York che ha finanziato anche Tumblr, Zynga e Twitter.

Silicon Plateau, Bangalore, India. Bangalore è l’incredibile capitale tecnologica dell’India moderna dove il nome di plateau si addice: vi hanno sede società gigantesche di servizi software come Wipro (140 mila dipendenti) o Infosys (160 mila addetti). Texas Instruments e altre compagnie tecnologiche americane hanno un piede a Bangalore. Lì c’è la più alta concentrazione del mondo di sviluppatori e ingegneri che parlano inglese e sono affabili come solo un indiano sa essere. Neanche il cibo è male. L’aria però lascia a desiderare.

Silicon Docks, Dublino. Nell’area portuale di Dublino sorge questo nuovissimo hub dove hanno sede gli uffici di Google, Facebook, Linkedin, Trip Advisor. Senz’altro la birra è ottima e il divertimento non manca. Soprattutto le tasse sono giuste.

I primi venti incubatori

Startup Genome che studia, classifica e assegna le pagelle dell’ecosistema start-up ha individuato i 20 hub più importanti del mondo e ha steso una graduatoria secondo i criteri di valutazione messi a punto dei suoi esperti. L’Europa piazza quattro hub (Londra, Parigi, Berlino e Mosca). Bene il Sud America (con due posizionamenti) e l’Australia con Sidney e Melbourne. Manca molta Asia, ma arriverà in forze. Ecco la classifica del 2012.

  1. Silicon Valley

  2. Tel Aviv

  3. Los Angeles

  4. Seattle

  5. New York City

  6. Boston

  7. Londra

  8. Toronto

  9. Vancouver

  10. Chicago

  11. Parigi

  12. Sidney

  13. San Paolo

  14. Mosca

  15. Berlino

  16. Waterloo (Canada)

  17. Singapore

  18. Melbourne

  19. Bangalore

  20. Santiago del Cile

 

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