Condividi

Liberalizzazioni, Imu alla Chiesa per abbassare le tasse

Emendamento del Governo in Senato: i fondi ricavati saranno utilizzati per l’ “alleggerimento della pressione fiscale” – Novità in arrivo anche per pensioni, banche, benzinai e rc auto – Ore decisive per capire chi la spunterà nello scontro frontale fra l’Esecutivo e le lobby – Tempi certi per Eni-Snam.

Liberalizzazioni, Imu alla Chiesa per abbassare le tasse

Il governo parte al contrattacco sul decreto liberalizzazioni. A suonare la carica ci ha pensato il premier Mario Monti, che ieri sera ha lanciato un avvertimento preciso alle lobby: “Non arretreremo. Ci sono modifiche che possiamo accogliere, altre che non potremo accogliere e non accoglieremo”.

In gioco non ci sono solamente le licenze dei taxi e il numero delle farmacie. Nella battaglia con le categorie professionali il Governo deve dimostrare di saper resistere alle pressioni. E’ anche una questione di credibilità, in Parlamento come all’estero. E sono proprio questi i giorni decisivi per capire alla fine chi riuscirà a spuntarla. Al momento però il testo è arenato in commissione Industria del Senato e prima dell’approvazione finale – che dovrebbe arrivare il 23 marzo – saranno necessarie ancora tre letture, comprese le votazioni nelle due camere.

IMU ALLA CHIESA

Il governo ha presentato oggi in Senato un emendamento sull’esenzione dalla nuova imposta municipale unica di cui beneficiano gli enti non commerciali, tra cui la Chiesa. Monti ne ha informato il Consiglio dei Ministri – riferisce una nota di Palazzo Chigi – sottolineando la “stretta attinenza” della questione al tema della concorrenza. L’emendamento prevede l’esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un`attività non commerciale, mentre per gli immobili ‘misti’ l’esenzione è limitata alla sola frazione di unità dell’immobile nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale.

La novità “determina effetti positivi sul gettito, anche alla luce del più efficace contrasto di fenomeni elusivi ed abusi che ne deriva. Tuttavia, in coerenza con il comportamento tenuto da questo Governo in casi analoghi, non si ritiene opportuno procedere ad una quantificazione preventiva delle maggiori entrate. Queste ultime saranno accertate a consuntivo e potranno essere destinate, per la quota di spettanza statale, all`alleggerimento della pressione fiscale”.

TAXI

Fino ai ieri sembrava che la lobby dei tassisti – apparentemente invulnerabile – avesse resistito anche all’assalto dei tecnici. Due giorni fa l’Esecutivo aveva approvato l’emendamento che prevedeva di restituire ai sindaci il potere di decidere sulla concessione delle licenze, esautorando di fatto l’Autorità dei Trasporti – che nascerà il 31 maggio – il cui parere sarebbe stato obbligatorio ma “non vincolante“.

Quelle ultime due parole sono però scomparse dall’ultima versione dell’ormai famigerato articolo 36. Sembra però che il governo non si accontenti e punti a una dicitura più chiara, tornando su questo punto alla formulazione originaria del decreto, che assegnava pieni poteri decisionali alla nuova Authority.

FARMACIE

Sulla questione delle farmacie è una lotta fra ragionieri. Tutto si gioca su un numero, o per meglio dire su un rapporto: quello fra il numero degli esercizi e il numero dei cittadini. Il decreto stabiliva l’apertura di cinquemila nuove farmacie, arrivando così a una proporzione di una ogni 3.000 abitanti. Il Pd vorrebbe che questa soglia fosse rispettata, mentre il Pdl vorrebbe alzarla a 3.500, per la felicità di Federfarma.

E’ probabile che alla fine si arrivi a un compromesso, fissando il rapporto a 3.300. Quanto alle parafarmacie, rimarrà per loro lo stop al commercio dei farmaci di fascia C, ma saranno abilitate a vendere prodotti veterinari e soluzioni galeniche (i “preparati”, per intenderci). Inoltre, nei futuri concorsi per l’apertura di nuove farmacie, i titolari di parafarmacie avranno una quota riservata del 30%.

PROFESSIONISTI

Mentre gli avvocati schiumano rabbia e annunciano sette giorni di sciopero, il Governo sembra intenzionato a proseguire sulla strada già indicata dal decreto: obbligo del preventivo scritto e abolizione delle tariffe minime, che dovrebbero essere sostituite da nuove soglie fissate entro quattro mesi dai tecnici del ministero della Giustizia.

SEPARAZIONE ENI-SNAM

E’ questo uno dei pochi nodi centrali su cui è già stata trovata un’intesa definitiva. Entro il 31 maggio dovrà arrivare un decreto per sancire la separazione, che a sua volta dovrà essere completata entro i successivi 18 mesi.

BENZINAI

Carta di credito mon amour. Gli automobilisti che acquisteranno fino a 100 euro di carburante con pagamento elettronico non pagheranno alcuna commissione. La fine dell’esclusiva fra gestore e compagnia, invece, continuerà a riguardare soltanto i benzinai proprietari del loro impianto, vale a dire una stretta minoranza.

BANCHE: CONTO GRATIS PER PENSIONI FINO A 1.500 EURO

Gli istituti che obbligano i clienti a stipulare un’assicurazione sulla vita per sottoscrivere mutui o prestiti dovranno accettare la polizza scelta dal cliente stesso sul mercato, fermo restando l’obbligo per le banche di presentare almeno due preventivi di compagnie a lei non riconducibili. Inoltre, le banche non potranno obbligare chi vuole accendere un mutuo ad aprire anche un conto corrente. I pensionati che ricevono assegni fino a 1.500 euro, infine, potranno aprire il conto gratuitamente. Per approfondire, clicca qui.

RC AUTO, STOP AI RIMBORSI PER LESIONI LIEVI

Il colpo della strega torna ad essere solo un doloroso acciacco. Agli occhi delle assicurazioni il suo valore sarà pari a zero, così come quello di tutte le cosiddette “lesioni non gravi”, vale a dire quelle non dimostrabili con un esame clinico obiettivo. Con l’addio a questi risarcimenti (diffusissimi), il Parlamento soddisfa un’annosa richiesta dell’Ania.

Sempre sul fronte assicurativo nasceranno poi due nuove banche dati per la lotta contro le frodi Rc auto: una per i testimoni e una per i danneggiati. Le nuove arrivate si aggiungeranno alla banca dati dei sinistri gestita dall’Isvap. Inoltre, vengono inasprite le pene per chi cerca di frodare le compagnie con i soliti vecchi trucchi: danneggiamento di un bene assicurato, automutilazioni… In tutti questi casi la pena minima passa da sei mesi a un anno e la massima da quattro anni a cinque anni.

Commenta