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Lettera Ue all’Italia: ok flessibilità per 14 mld, ma a 2 condizioni

Bruxelles concederà al nostro Paese una flessibilità “senza precedenti”, pari a 14 miliardi di euro, ma in cambio vuole impegni precisi sul deficit-Pil del 2017 e sull’aumento dell’Iva come clausola di salvaguardia.

Lettera Ue all’Italia: ok flessibilità per 14 mld, ma a 2 condizioni

La Commissione europea è pronta a concedere tutta la flessibilità di bilancio chiesta dall’Italia – circa 14 miliardi di euro, pari allo 0,85% del Pil –, ma in cambio vuole che il governo si impegni a mantenere il rapporto deficit/Pil del 2017 all’1,8%, con una correzione di 0,1 punti percentuali rispetto al dato dell’1,9% atteso da Bruxelles nelle previsioni economiche d’autunno. Non solo: l’Esecutivo comunitario vuole anche che il nostro Paese mantenga la clausola di salvaguardia – leggi: aumento dell’Iva – che il governo aveva predisposto come garanzia in caso di necessità per mantenere gli obiettivi di bilancio, ma su cui poi ha fatto marcia indietro. Se non vuole toccare l’Iva, Roma dovrebbe perlomeno spiegare come intenderebbe bilanciare un eventuale mancato incremento, che da solo vale lo 0,45% del Pil (7,2 miliardi). Lo scrive la Commissione europea in una lettera indirizzata al ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, sottolineando che la flessibilità concessa all’Italia è senza precedenti.

Nel testo, firmato dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e dal commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, sono confermate le cifre che circolano già da tempo sulla flessibilità in arrivo per il nostro Paese: lo 0,5% del Pil per le riforme strutturali realizzate, lo 0,25% per gli investimenti produttivi, il resto per tenere conto dei costi della crisi dei migranti (0,04%) e del giro di vite nella sicurezza (0,06%).

La lettera esprime sostegno per il programma “ambizioso” di riforme del governo Renzi, che “può dare un contributo significativo pe rinnalzare la crescita potenziale del paese, aumentare l’occupazione e rafforzare il benessere degli italiani”. Detto questo, si rammentano le condizioni perché la flessibilità richiesta dall’Italia potrà essere concessa solo se: ci saranno piani credibili per la correzione del debito; se lo sconto concesso sarà utilizzato davvero per investimenti; se si vedranno progressi nella realizzazione delle riforme.

Intanto, la Commissione europea dovrebbe approvare domani i suoi giudizi sulle leggi di bilancio degli Stati membri per il 2016 e le sue “raccomandazioni specifiche per paese”, sempre che i capi di gabinetto dei commissari, che si riuniscono oggi a Bruxelles, confermino questi punti nell’agenda della riunione del Collegio.

L’incertezza è legata in primo luogo alle situazioni di Spagna e Portogallo, che potrebbero indurre la Commissione a rinviare le pagelle. I due Paesi iberici, infatti, non sono riusciti a ridurre al fatidico 3% il proprio deficit-Pil e sono dunque in situazione di palese infrazione rispetto alle regole del Patto di Stabilità, al punto che la Commissione potrebbe prospettare per loro, teoricamente, la richiesta di sanzioni finanziarie fino allo 0,2% dei rispettivi Pil.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, da Bari, ha commentato la decisione della Commissione: “Oggi proprio in queste ore l’Europa ci riconosce un ulteriore elemento di flessibilità, ancora meno di quanto avrei voluto. Ma e’ un fatto importante, è
un successo dell’intero Paese”.

 “Fino a qualche settimana fa – ha aggiuntoo il Premier – dicevano: ‘Non si fa così in Ue, vedrete che botte, che batoste prenderanno’. E noi lo abbiamo visto. Alla fine lo abbiamo visto. Oggi abbiamo ottenuto un accordo significativo, importante, non è la soluzione di tutti i mali ma è un principio: sul tema della flessibilità l’Europa c’e'”.

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