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Le sanzioni a Mosca pesano sui listini europei

Partenza all’insegna della volatilità delle piazze europee: incombe la prospettiva di nuove sanzioni verso la Russia – Tra i titoli italiani più esposti Eni, Enel e Pirelli – La settimana scorsa si è comunque chiusa in positivo nonostante le tensioni in Ucraina e a Gaza – Il Toro spera nelle trimestrali Usa, finora molto buone – Milano apre in rosso.

Le sanzioni a Mosca pesano sui listini europei

LE SANZIONI A MOSCA PESANO SUI LISTINI UE. MA IL TORO SPERA NELLE TRIMESTRALI USA

Inizia sotto il segno delle tensioni geopolitiche la settimana dei listini. Chiusa per festività la Borsa di Tokyo, i listini asiatici sono piatti o quasi, nonostante la chiusura positiva di Wall Street a fine settimana: Shanghai sale dello 0,04%, Sidney +0,2%.

Si prevede al contrario una partenza all’insegna della volatilità delle piazze europee: incombe la prospettiva di nuove sanzioni verso la Russia. Tra i titoli italiani più esposti Eni ed Enel, oltre a Pirelli in cui è appena entrata Rosneft. Intanto la Severstal, il gigante d’acciaio di Aleksej Mordashev, ha annunciato l’intenzione di lasciare gli Stati Uniti.

I listini comunque ripartono da livelli record nonostante l’abbattimento del jet malese sui cieli ucraini, la guerra sul fronte di Gaza ed il minicrack di Banco Espirito Santo non sono stati sufficienti a far vacillare il Toro su listini azionari.  

Il bilancio della settimana si è chiuso così: a Wall Street l’indice S&P è salito dello 0,5%, il Dow Jones dello 0,9%. Nonostante il balzo del 32% di giovedì 17 dopo l’attentato in Ucraina e l’attacco a Gaza l’indice della paura, o della volatilità, ha chiuso in ribasso dello 0,1%.

L’indice complessivo delle Borse europee Stoxx 600 è salito dello 0,7%. Da inizio anno segna +3,6%. Utility, auto e tlc tirano la volata: secondo gli analisti, la redditività media delle società europee è crescita del 14%. L’indice FtseMib è positivo dello 0,59%. Da inizio anno la performance +9,3%.

SALE LA PAURA, RENDIMENTI DEI BUND AI MINIMI

L’avversione al rischio si è fatta sentire sul fronte dei titolo obbligazionari. Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni ha toccato  venerdì un nuovo minimo all’1,15%. Il T bond Usa è sceso al 2,48%.

Sul fronte del debito italiano i rendimenti continuano a esprimere un appiattimento della curva, con pochi precedenti, nel tratto dai 2 ai 5 anni, mentre la parte lunga anche dopo la corsa al ribasso dei tassi, non esprime livelli ancora molto bassi. Il rendimento del 30 anni è risalito venerdì al 4%, circa 120 centesimi sopra quello del 10 anni.

Superate le aste di metà mese con nuovi minimi su alcune scadenze, i prossimi appuntamenti sono per la seconda parte della settimana quando si conosceranno i quantitativi dei diversi titoli di Stato in asta a fine mese.

ATTESA PER I CONTI APPLE. DUBBI SULL’AUTO USA

Cresce negli Usa lo scetticismo sulla qualità della ripresa. Stamane il New York Times pubblica una lunga inchiesta sul boom dei subprime nel settore auto che ha sostenuto le vendite: un acquisto su quattro, negli ultimi dodici mesi, è stato reso possibile da prestiti a clienti senza garanzie.

Intanto, però, Wall Street si attende una serie di dato confortanti dalla stagione dei conti ormai entrata nel vivo. In settimana ben 140 società del S&P 500 comunicheranno i dati del secondo trimestre. Tra queste Netflix, Mc Donald’s, Boeing, Apple e Microsoft, che ha già annunciato 18 mila esuberi, per lo più nella controllata Nokia.

Tra le 82 società che hanno già esposto i risultati, il 77% ha battuto le stime dei profitti, il 70 quelle del fatturato. Di rilievo la performance di Intel +7,6% e di JP Morgan +4,4%.  

Da misurare l’effetto dell’allarme lanciato in settimana dal presidente della Fed  Janet Yellen sulle quotazioni “substantially stretched” (ovvero ben stiracchiate) dei titoli nei comparti social media e biotech. Un allarme che ricorda il monito contro l’euforia irrazionale” delle dot.com lanciato da Alan Greenspan nel Duemila. Facebook è arretrata venerdì del 3,3%.

In Europa i segnali macro attesi più significativi riguardano l’indice della fiducia dei consumatori dei Paesi Ue e gli indicatori Markit sull’andamento dell’attività manifatturiera. In dati saranno pubblicati tra mercoledì e giovedì.

ARGENTINA, IL MERCATO SCOMMETTE SUL RINVIO

Ultime scommesse prima del 31 luglio, data limite imposta dal giudice di New York per il rimborso dei crediti degli hedge fund titolari dei bond di Buenos Aires.

Venerdì l’obbligazione argentina denominata in dollari ha guadagnato il 3,6% sulle voci di mercato secondo cui i fondi sono disponibili a congelare gli effetti della sentenza e avere più tempo per negoziare un compromesso. Al momento, se le parti non dovessero trovare un accordo, a fine mese l’Argentina – che ha più volte dichiarato che non intende rimborsare integralmente gli hedge – incorrerebbe in un altro default sul debito sovrano.

SETTORE AEREO SOTTO STRESS. SCENDE AUTOGRILL

Si avvicina, in attesa di sciogliere i nodi sindacali, la data limite per l’accordo tra Alitalia ed Eitihad. Intanto, a pagare più di tutti gli effetti del crash dell’aereo sui cieli di Ucraina sono stati i titoli legati al traffico aereo.

A Piazza Affari sono state colpite Autogrill -1,7%, leader nella ristorazioni negli aeroporti degli Stati Uniti, e Atlantia -0,9%, che gestisce l’aeroporto di Roma Fiumicino. Fa eccezione WorldDuty Free ha messo a segno un rialzo del 2,2%. Tra le compagnie aeree venerdì è arretrata Air France-Klm -2,1%, Lufthansa -1,1%. Ryanair lascia sul terreno l’1,9%.

MURDOCH ATTACCA. DOPO GLI  USA, TOCCA ALL’EUROPA

Tra le note più rilevanti della settimana finanziaria spicca il balzo a Wall Street di Time Warner +21% dopo l’offerta, per ora respinta, della 21 Century Fox di Rupert Murdoch. La  partita è appena iniziata. Fonti di mercato informano che lo “Squalo” ha raccolto 25 miliardi cash per sostenere l’offensiva.

Intanto accelera il piano di riorganizzazione delle attività europee. Secondo il Sunday Times (controllato da Murdoch) Sky potrebbe chiudere in una decina di giorni  l’acquisizione delle “sorelle” in Italia e Germania, finalizzando così i piani di BSKYB per la creazione di un gigante europeo delle pay tv composto da BskyB (la casamadre di cui Murdoch possiede il 39%)  il 100% di  Sky Italia e da Sky Deutschland, ora quotata alla Borsa di Francoforte (controllata con il 57%). Sky Italia verrebbe valutata tra i 3 e i 5 miliardi di euro, mentre l’incasso da Sky Deutschland sarebbe nell’ordine dei 3,5 miliardi.

Le mosse de gruppo Murdoch potrebbero aver conseguenze sull’andamento di Mediaset, ormai alleata con Telefonica sul fronte delle pay tv ma che potrebbe accelerare le trattative per l’ingresso di altre partner. Interessata da vicino anche Telecom Italia, alleata con Murdoch in Timedia. L’ex incument è reduc da una settimana agitata dall’emissione del bond con cui Telefonica ha ridotto dal 14 all’8% la sua quota nella società italiana.

RUMORS SU FIAT PRIMA DELL’ADDIO

Meno dieci. Tra dieci giorni (otto sedute di Borsa) l’ultima assemblea del Lingotto decreterà la fusione di Fiat in Chrysler e l’avvio dell’attività di Fca, holding di diritto olandese con sede legale a Londra.

Nell’attesa, sul titolo si è scatenato un giallo alimentato dalla stampa tedesca: Exor, attraverso Roland Berger, avrebbe contattato Volkswagen per trattare la cessione totale o parziale di Fiat/Chrysler. All’origine ci sarebbe l’intenzione di John Philipp Elkann di spostare il focus del gruppo dalle quattro ruote ai new media, magari in alleanza con James Murdoch. Secca la smentita dei due gruppi, ma il titolo Fiat chiude la settimana in terreno positivo. In ribasso invece Cnh Industrial: pesano i dati negativi in arrivo da Volvo -5,4% alla Borsa di Stoccolma.  

LUSSO, SI RISVEGLIA FERRAGAMO

Al top dell’indice Ftse Mib si è piazzato venerdì Salvatore Ferragamo +5,2% Fra le blue chip, sostenuta da Exane che ha alzato la raccomandazione a Outperform da Neutral, il target price è 25 euro. Poco mossi gli altri titoli del lusso, con l’eccezione di Cucinelli +3,3%, che ieri ha diffuso buoni risultati del secondo trimestre.

ANCHE GTECH SCEGLIE LONDRA. E WALL STREET

Da ricordare tra le notizie della settimana l’acquisto da parte di Gtech (ex Lottomatica) di International Game Technology (Igt), leader globale nel settore dei casinò e del social gaming con sede a Las Vegas, in Nevada. Al termine dell’operazione da 4,7 miliardi di dollari le due società confluiranno in una holding di nuova costituzione di diritto inglese che avrà sede fiscale d operativa nel Regno Unito. Altre sedi operative saranno Roma e  Las Vegas e Providence ma per a quotazione è prevista solo Wall Street: Piazza Affari perde così 3,3 miliardi di capitalizzazione. 

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