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Le regole Arera sul servizio idrico: un beneficio da 50 miliardi per l’Italia

Il 15 maggio dalle 10 alle 13, nell’ambito del Festival dell’Acqua a Bressanone, sarà presentato lo Studio “Impatti economici, sociali e ambientali della regolazione nel settore idrico”

Le regole Arera sul servizio idrico: un beneficio da 50 miliardi per l’Italia

Nel 2019 la regolazione del servizio idrico di ARERA compie sette anni. Un periodo in cui ha sperimentato intensi cambiamenti per il settore, culminati con le recenti disposizioni sulla qualità tecnica. Il percorso evolutivo delle aziende è, tuttavia, tutt’altro che concluso. Esse devono affrontare grandi sfide quali quelle del cambiamento climatico, del rinnovo infrastrutturale, degli investimenti negli invasi, della qualità del servizio.

Queste le riflessioni su cui si poggia lo Studio “Impatti economici, sociali e ambientali della regolazione nel settore idrico” che sarà presentato il 15 maggio dalle 10 alle 13, nell’ambito del Festival dell’Acqua a Bressanone, in un seminario organizzato da Agici del professor Andrea Gilardoni e da Utilitatis.

Lo studio analizza le principali trasformazioni avvenute nel SII, tramite le ricadute dirette e indirette di natura economica, sociale e ambientale, assumendo il punto di vista degli operatori, degli stakeholder e della collettività.

In sintesi i principali risultati sono:

  • Gli investimenti realizzati sono cresciuti dell’80% passando da circa 1 mld nel 2008 a 1,8 mld nel 2018. Inoltre, la spesa pubblica per il SII diminuisce: i Conti Pubblici Territoriali nel periodo 2009-2016 registrano una spesa che va da 1,29 mld € a 0,67 mld €. Aumentano, invece, del 70% i finanziamenti BEI tra i periodi 2007-2012 e 2013-2018.
  • Il Valore Aggiunto Generato dalle aziende del settore, nel periodo 2008-2017, è cresciuto di circa il 60% dal 2008 al 2017, passando da 3,6 mld € a 5,9 mld €. La Remunerazione dei dipendenti e dei fornitori sono le componenti più consistenti, seguiti dal Valore trattenuto che rappresenta la ricchezza utilizzata per nuovi investimenti, per gli azionisti (Comuni) e per accrescere il Patrimonio Netto.
  • La regolazione del settore idrico non ha intaccato la sostenibilità sociale delle tariffe. Le bollette, infatti, pur aumentando di circa il 5,2% annuo nel periodo 2008-2012, e del 5,9% nel periodo 2013-2018 rimangono al di sotto della soglia del 3% del reddito netto medio delle famiglie italiane.
  • Il raggiungimento degli obiettivi di qualità tecnica fissati da ARERA comporta, al 2040, un beneficio netto in termini economici, ambientali e sociali pari a oltre 50 mld €. A fronte, infatti, di 30 mld € di costi del servizio idrico, si evidenziano benefici di oltre 80 mld € dovuti alla riduzione delle perdite, alla diminuzione delle interruzioni del servizio, al miglioramento delle acque potabili e del servizio di depurazione e alla diminuzione di smaltimento fanghi in discarica.
  • Gli impatti economici, sociali e ambientali derivano dal confronto tra uno scenario ipotetico inerziale, in cui è prevista l’assenza di ARERA, e uno scenario con l’intervento di ARERA che determina il raggiungimento accelerato degli obiettivi di qualità tecnica e il loro mantenimento negli anni.
  • I benefici maggiori sono quelli legati alla riduzione delle perdite, pari a circa 59 mld €. La minore quantità di acqua dispersa, infatti, determina, da un lato, un risparmio del costo sostenuto per generare la risorsa e, dall’altro, un minore impatto ambientale, in termini di CO2,a seguito del minore consumo di energia nella fase di acquedotto.
  • Rilevante risulta anche l’impatto dovuto al miglioramento del servizio di depurazione pari a 18,3 mld €. Il rispetto delle regole dell’UE in tema di depurazione, infatti, evita sia il pagamento delle sanzioni, sia l’inquinamento ambientale, grazie alla riduzione degli inquinanti dovuta a una maggiore purificazione delle acque reflue. A ciò si aggiungono le minori emissioni atmosferiche dovute alla maggiore efficienza degli impianti e al recupero.

“ARERA – si legge in una nota di Agici – in questi sette anni ha contribuito al miglioramento del SII facendo sì che gli operatori raggiungessero e mantenessero un buon equilibrio economico-finanziario. Tale equilibrio ha permesso non solo di innalzare il livello qualitativo del servizio ma anche di creare ricchezza per i dipendenti, i fornitori, gli azionisti, lo Stato e, in ultima analisi, la collettività. Tutti gli impatti positivi del cambiamento si notano da subito, ma una parte consistente del miglioramento avverrà nel futuro a patto che si continui nel sentiero verso l’eccellenza”.

“Infine – continua Agici – grazie alla regolazione della qualità tecnica, sarà finalmente possibile avere una base di dati condivisa e trasparente sulle performance dei gestori del SII, primo passo verso il disegno di politiche efficaci ed efficienti nel settore”.

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