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Le pagelle del calciomercato: ecco i primi voti di Juve, Inter e Milan

LE PAGELLE DEL CALCIOMERCATO – I bianconeri sono i leader del mercato e finora la loro campagna è da scudetto: manca solo il top player – Intelligenti anche le mosse dei nerazzurri: svecchiamento della rosa e taglio dei costi anche se con dolorosi addii – Insufficiente invece la campagna del Milan, almeno finora: la squadra si è nettamente indebolita.

Le pagelle del calciomercato: ecco i primi voti di Juve, Inter e Milan

Adesso non ci sono più scuse. Terminato (ahinoi) l’Europeo, il calciomercato è entrato ufficialmente nel vivo. Dopo l’interlocutorio mese di giugno (a dire il vero più ricco del solito), dopo il valzer delle comproprietà, dopo le scadenze dei contratti, ora è il momento di fare sul serio. I sogni sono tanti, dai “soliti” top players fino ai colpi dell’ultim’ora che, come insegna il passato (vero Nocerino?) spesso si rivelano decisivi. E’ dunque il momento di riprendere una delle nostre buone abitudini estive, il “Pagellone” del calciomercato. Consapevoli che i voti dati oggi, possono clamorosamente cambiare domani, in meglio o in peggio. Un motivo più per salire con noi sulla giostra delle trattative.

JUVENTUS       VOTO: 7,5

Un mercato da campioni d’Italia. In attesa del “top player” (che farebbe schizzare alle stelle il nostro giudizio), i bianconeri hanno semplicemente fatto piazza pulita. Conte voleva un centrocampista? Per non sbagliare Marotta (fin qui il miglior Direttore del mercato) gliene ha presi due. Isla e Asamoah sono davvero tanta roba! Il primo dà il meglio sulla fascia destra, ma può giocare praticamente dappertutto, il secondo è il classico “cagnaccio” della mediana, un perfetto sostituto di Vidal, l’uomo giusto per garantire una stagione da 60 partite. Conte voleva poi un centrale difensivo d’esperienza, in grado di far rifiatare Bonucci o Barzagli, o di essere utilizzato nelle notti importanti, quelle in cui le gambe dei più giovani possono tremare. Lucio incarna alla perfezione il ruolo, in più è stato preso a parametro zero. Insomma, un affare a prescindere. In attacco, per ora, il colpo è Sebastian Giovinco, uno che, mediaticamente parlando, paga il fatto di essere italiano. Si chiamasse “Giovincinho” infatti ne parlerebbero tutti, ma forse è meglio così. Perché le incognite sulla “Formica Atomica” non riguardano le qualità tecniche, bensì la personalità. Ottimo anche il lavoro di Marotta e Paratici sui giovani: la metà di Boakye, gli acquisti di Leali, Pogba e Masi, le trattative avanzate per Gabbiadini ed El Kaddouri, l’interesse per Destro, tutti affari importanti in chiave futura. Peccato solo per Verratti, che sembra in procinto di trasferirsi a Parigi, sul quale comunque la Juve era arrivata ben prima del Psg. Resta solo l’ultima casellina da riempire, quella relativa al famoso “top player”. Sarà Van Persie? Suarez? O forse un colpaccio a sorpresa, tipo Dzeko o Higuain? E’ ancora presto per dirlo, ma comunque vada il mercato bianconero è già da scudetto.

INTER            VOTO: 6,5

Avessimo azzardato un “Pagellone” qualche giorno fa, il voto sarebbe stato ben diverso. Ma il mercato si sa è come una partita di poker: una carta può far saltare il banco in qualsiasi momento. E così l’Inter che sta nascendo si scopre quantomeno interessante. Il progetto, checché ne dicano i critici, è piuttosto chiaro: svecchiare la rosa, ridurre il monte ingaggi, tornare competitivi. Un piano complicato ma ambizioso, che, se portato avanti bene, può anche risultare vincente. Certo, i tifosi storcono il naso, e, ragionando col cuore, è difficile darli torto. Gli addii di Julio Cesar (comunque vada non rientra più nei piani dell’Inter) e Lucio sono mazzate forti, e a breve potrebbe arrivare anche quello di Maicon. Dopo Eto’o, altri eroi del triplete che se ne vanno. Doloroso certo, ma a conti fatti è giusto così. Per i costi (diventati francamente insostenibili) e per il campo. D’altronde già la scelta dell’allenatore lasciava presagire una politica nuova. Per fare bene Stramaccioni ha bisogno di giocatori affamati oltre che ben disposti ad imparare qualcosa di nuovo. Silvestre non vale il Lucio del 2009, ma ha ottimi mezzi e può sicuramente comporre una coppia di tutto rispetto con Samuel. Handanovic è un ottimo portiere, forse il migliore d’Italia dopo Buffon, inoltre ha 27 anni (quasi 6 in meno di Julio Cesar) e uno stipendio di 2 milioni (meno della metà del brasiliano). Buone operazioni dunque, come quelle di Palacio e Guarin. L’ex genoano non è più giovanissimo (30 anni compiuti a febbraio) ma viene da un’ottima stagione, condita da 21 gol, inoltre garantisce duttilità tattica e polmoni. Il riscatto del colombiano invece è passato sotto silenzio, ma può rivelarsi l’arma in più dell’Inter. Con sei mesi d’esperienza sulle spalle e, soprattutto, senza infortuni, è uno dei migliori centrocampisti in circolazione. Insomma, il mercato nerazzurro stuzzica la nostra fantasia. Per puntare allo scudetto serve qualcosa in più, ma Moratti ha ancora quasi due mesi di tempo. E la sensazione è che qualche colpo lo regalerà.   

MILAN            VOTO: 5,5

Mercato all’insegna della resistenza. Per il momento (ci teniamo a sottolinearlo) ha vinto il Milan, rinunciando ad una vagonata di milioni per Thiago Silva e confermando Zlatan Ibrahimovic, senza dubbio l’uomo più decisivo della squadra. Basta per la sufficienza? A nostro avviso no. I rossoneri si sono sottoposti ad un clamoroso restyling, lasciando andare tutte le vecchie glorie, salvo capitan Ambrosini. Via Gattuso, Nesta, Seedorf e Inzaghi (tanto per citare i principali), dentro Traorè, Acerbi, Montolivo e Constant. Buoni giocatori, ma nessun grande nome. E così si è notevolmente abbassato il monte ingaggi, ma anche il tasso tecnico e d’esperienza della rosa. I tifosi sono perplessi, tanto più che la Juventus si sta rinforzando e l’Inter è tornata ad investire. Preoccupazioni legittime, che però non cambieranno la politica di Via Turati. La famiglia Berlusconi infatti non vuole più trovarsi di fronte a bilanci come quello approvato nello scorso Aprile, in passivo di 67,3 milioni di euro. Una cifra pesante, che poteva in parte essere ripianata dalla cessione di Thiago Silva. Berlusconi ha definito la sua conferma “una scelta di cuore”, noi preferiamo chiamarla “una scelta di testa”. Perché la partenza del brasiliano avrebbe lasciato un vuoto tecnico enorme, che la società non sarebbe stata in grado di colmare. Chiedere però ai tifosi di riempire lo stadio a fronte di cotanto sacrificio ci sembra un po’ troppo, anche perché la piazza non sta rispondendo secondo le aspettative societarie. Difficile darle torto, la squadra ha diverse lacune. Le più grosse sono sulle fasce: a destra c’è solo Abate, a sinistra il vuoto e anche a centrocampo spicca la mancanza di un regista di qualità. Pecche importanti, difficili da colmare. A meno che…non parta Ibrahimovic. Da tempo diciamo che il suo ingaggio da 12 milioni all’anno non rientra più nei piani societari, e che una sua cessione potrebbe rivitalizzare il mercato rossonero. Che altrimenti proseguirà all’insegna dei low-cost. Per la gioia delle avversarie.    

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