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Le Borse aspettano segnali dal negoziato Russia-Ucraina. Terremoto nei bond, addio ai tassi negativi

Occhi delle Borse puntati sulle trattative tra Russia e Ucraina in Turchia: si spera almeno in una fumata grigia – Per i bond l’anno peggiore di sempre

Le Borse aspettano segnali dal negoziato Russia-Ucraina. Terremoto nei bond, addio ai tassi negativi

Occhio alle cose turche: da Istanbul potrebbe arrivare una fumata grigia nel negoziato sull’Ucraina. Secondo il Financial Times, la Russia avrebbe rinunciato all’obiettivo di “denazificare” Kiev, la più bizzarra tra le condizioni poste per piegare la nazione che si sta guadagnando sul campo di battaglia il diritto all’indipendenza. Tra le “cose turche” figura senz’altro il tentativo di avvelenare Roman Abramovitch, tra i più impegnati alla ricerca di un accordo. Anche per questo i mercati guardano con cautela all’incontro in Turchia. Ma, visto dai mercati, lo shock dell’invasione è stato assorbito: in cima all’agenda c’è di nuovo l’inflazione.

Addio ai tassi negativi. Per i bond l’anno peggiore di sempre

Sotto pressione dei tassi in ascesa su tutte le piazze, lo yen è scivolato ai minimi da sette anni, a quota 125, ma la Bank of Japan insiste nella politica di stimoli all’economia.

Il Treasury Note Usa a dieci anni tratta stamane a 2,47%. Ieri per alcune ore si è verificata l’inversione della curva con i rendimenti dei titoli a 5 anni sopra i trentennali. Solo il 7% dei titoli di Stato globali ha ancora tassi nominali negativi, contro il 50% di agosto 2019. L’indice Bloomberg Barclays Aggregate registra una performance negativa (in termini di ritorno totale) del 6,3%. La peggiore di sempre.

Sale il Nasdaq, Elon Musk lancia lo spezzatino

In questo quadro le Borse restano impostate al rialzo. Il future dell’indice EuroStoxx 50 sale dello 0,7%. Ieri il Nasdaq ha chiuso in rialzo dell’1,3, l’S&P500 dello 0,7%: l’indice dei tech è il 14% sopra i minimi di periodo, toccati il 14 marzo. I future sono poco mossi. Grande protagonista della seduta è stata Tesla (+8,03%): Elon Musk ha annunciato lo spezzatino del titolo per pagare i dividendi.

In calo le Borse cinesi, ma corre la tecnologia

In Asia il Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,5%, Hang Seng di Hong Kong +0,5%. L’Hang Seng Tech guadagna lo 0,9%, dal +2,7% di ieri. Alibaba +1,5%. Miglior titolo di questo listino è JD Health: +13% dopo l’annuncio di un piano di buy back da 3 miliardi di dollari di Hong Kong. Cresce il numero delle società del tech cinesi impegnate in azioni di supporto al titolo attraverso il riacquisto.

Le borse della Cina scendono. È iniziato ieri a Shanghai il più grande lockdown cinese dallo scoppio della pandemia. La chiusura sarà in due tempi: l’area di Pudong, a est del fiume Huangpu, che divide la città, è già sottochiave. Dal 5 aprile chiude anche l’area di Puxi, la più antica e densamente popolata. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde lo 0,4%. Kospi di Seul -0,2%. Bse Sensex di Mumbai +0,5%.

La frenata della Cina si trasmette al petrolio: WTI a 104,7 dollari il barile, in calo dell’1%, ieri -7%.

S&P: l’Europa rallenta, ma niente recessione

L’ottimismo dei mercati europei sulle trattative di pace è servito a contrastare il nervosismo diffuso dall’inversione della curva dei tassi Usa, un segnale che ha il sapore della recessione. Non è, almeno per ora, il caso dell’Europa, ammonisce S&P Global, pur correggendo al ribasso la stima sulla crescita della zona euro per l’anno in corso, portandola a 3,3% dal precedente 4,4%. “Ma grazie alla forza della ripresa dell’anno scorso e ai buffer di liquidità non prevediamo una recessione ma soltanto un rallentamento della crescita”, scrive l’agenzia.

Anche nell’Eurozona si è fatta sentire la corsa al rialzo dei rendimenti delle obbligazioni. Solo ieri, in un’altra giornata di vendite pesanti sulle obbligazioni, sono tornati sopra lo zero i titoli a 2 anni di Belgio e Olanda. Non accadeva dal 2014. A fine settimana, intanto, si concluderanno gli acquisti del programma Pepp.

Il decennale a 2,08% in vista delle aste

Il tasso del decennale italiano si è attestato in area 2,08%, da un massimo di 2,11%. Lo spread sul Bund sale a 151 punti base dai 149 dell’apertura e rispetto ai 148 di venerdì. I mercati monetari, complice la politica aggressiva della Banca centrale americana, prezzano un rialzo dei tassi anche da parte della Bce di 60 punti base entro l’anno.

Occhi anche sull’offerta. In attesa dell’asta Bot di domani e del collocamento a medio-lungo di mercoledì. Ieri la Ue ha collocato 2,5 miliardi di euro del bond 2028. Intanto, per evitare malfunzionamenti del mercato durante il conflitto in Ucraina, la Bce ha deciso di prorogare al 15 gennaio l’offerta di liquidità in euro a Paesi al di fuori dell’unione monetaria, soprattutto nell’area dell’Europa orientale.

Piazza Affari è tra le migliori e si apprezza dello 0,63%, a 24.712 punti base, dopo aver superato nel corso degli scambi quota 25mila, come non accadeva dal 24 febbraio data s’avvio dell’”operazione speciale” della Russia in Ucraina. Bene anche Francoforte (+0,79%), Parigi (+0,54%) e Madrid (+0,7%).

Barclays azzoppa la City, Apple frena Amsterdam

Sono in calo Londra (-0,17%), frenata da Barclays (-2,3%) dopo aver rivelato perdite per 450 milioni di sterline a causa di una cattiva gestione dei prodotti strutturati.

Amsterdam -0,49% a causa della battuta d’arresto dei fornitori di Apple: la Mela, secondo il Nikkei, il mese prossimo ridurrà la produzione del 20% a fronte di una domanda debole.

La peggiore è Mosca (-2,15%), che ha ripreso le contrattazioni con tutte le 50 blue chip.

L’indice paneuropeo STOXX 600 sale dello 0,7%, restando intorno ai livelli pre-guerra toccati la scorsa settimana. Il benchmark è sotto i massimi storici di fine gennaio di poco meno dell’8%.

C’è chi pensa che sarà una primavera decisiva per gli assetti della finanza italiana. In realtà i temi caldi non mancano di sicuro.

Anche i Btp danno la carica a Generali. Berenberg: ancora buy

Manca ancora un mese alla resa dei conti in assemblea, ma attorno alle Generali +3,71% la temperatura è torrida. La cronaca di ieri registra il licenziamento in tronco di Luciano Cirinà, lo sfidante del ceo Philip Donnet che oggi affronterà l’esame del Parlamento. Intanto, grazie anche alla risalita dei rendimenti dei BTP (67 miliardi in portafoglio, Bond e Bund tedeschi ai massimi da due anni, i titoli del Leone, al top dal marzo 2020 hanno messo a segno la decima seduta al rialzo su undici. gli analisti di Berenberg, che vedono come probabile una riconferma di Donnet, hanno dato un giudizio buy (comprare) con un target price 22,60 euro.

Kkr, Cvc e non solo: i fondi corteggiano Telecom

Cda ad alta tensione oggi in Telecom Italia 1,38%. L’incontro sarà dedicato alla risposta alla lettera con cui Kkr ha rilanciato l’interesse per l’acquisto dell’ex incumbent. Ma si parlerà anche dell’offerta di Cvc, il fondo britannico che venerdì scorso ha lanciato un’offerta non vincolante per una quota di minoranza delle attività Enterprise di Telecom Italia.

Banche con il segno più. Intesa conferma Messina/Gros Pietro

Squadra vincente non si cambia. Le fondazioni azioniste di Intesa San Paolo (+0,57%) hanno ieri deciso di proporre all’Assemblea del 29aprile la conferma dell’accoppiata Messina/Gros Pietro.  In terreno positivo le altre banche principali.

Unicredit +0,68%. Il proxy advisor Glass Lewis ha invitato gli azionisti a votare nell’assemblea di aprile contro la politica di remunerazione della banca che vede invece favorevole l’altro advisor Iss.

Monte dei Paschi chiarirà l’entità dell’annunciato aumento di capitale, finora quantificato in 2,5 miliardi, dopo la definizione del nuovo piano industriale, secondo il ministro dell’Economia Daniele Franco.

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