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Le Borse aspettano il voto Usa, manovra italiana alla sbarra

Grande attesa sui mercati per l’esito delle elezioni americane di midterm che sono un vero e proprio test sulla Presidenza Trump – Intanto Apple inciampa di nuovo mentre Toyota vola – Piazza Affari soffre il duello tra l’Europa e il Governo italiano sulla manovra di bilancio – Fca e Ferrari a due velocità – Rimbalzano D’Amico e Bialetti

Le Borse aspettano il voto Usa, manovra italiana alla sbarra

Si vota. Dopo la più costosa e combattuta campagna elettorale di metà mandato della storia americana, i mercati attendono l’esito di quello che ha il sapore di un test sul gradimento di Donald Trump, compresa la politica di tagli alle entrate fiscali. L’esito della sfida è incerto: i sondaggi danno i democratici in testa alla Camera, il presidente, impegnato fino all’ultimo nella campagna contro l’immigrazione, punta a conservare la maggioranza al Senato. Facebook ha annunciato di aver bloccato 115 conti per sospetta attività connessa al voto.

Nell’attesa del responso delle urne i mercati si concentrano sui numerosi temi societari di questi giorni. A Tokyo brilla la stella di Toyota (+2,10%) sostenuta dalla revisione al rialzo delle stime sui profitti (previsti 20,3 miliardi di dollari) e dal buy back sull’1,44% del capitale. Nel trimestre i profitti sono saliti del 28%. L’indice Topix sale dell’1,4%.

Diversa la situazione sui mercati cinesi, frenata dall’attesa del voto Usa. Su Hong Kong e gli altri listini del Far East pesa l’allarme sulla sorte dei fornitori di Apple: il Nikkei Times riferisce che la Mela ha tagliato le commesse ai fornitori in previsione di un calo delle vendite dell’iPhone. Hon Hai, la casa madre di Foxconn che gestisce il manufacturing di buona parte dei prodotti Apple, perde il 2,8%.

La frenata di Apple (-2,8%) ha condizionato ieri la seduta di Wall Street. Il Nasdaq -0,38%. Positivi invece Dow Jones (+0,76%) e S&P 500 (-0,56%). In grande evidenza Berkshire Hathaway: la cassaforte di Warren Buffett ha raddoppiato i profitti del trimestre ma, per la prima volta, ha effettuato un robusto buyback, a dimostrazione che il saggio di Omaha non vede grandi opportunità di investimento.

Si è già spento stamane lo spunto positivo del petrolio dopo l’entrata in vigore delle sanzioni contro l’Iran: i prezzi restano sotto del 15% rispetto a metà ottobre. Il Brent, ieri salito a 73,77 dollari (+1,3%) tratta stamane a 72,16 dollari, Wti a 62,86 dollari, ai minimi da sei mesi.

L’Italia è uno degli otto Paesi cui gli Stati Uniti hanno concesso una deroga per poter mantenere temporaneamente rapporti commerciali con Teheran. In terreno positivo Eni +0,6% e Saipem +1,5%: il governo degli Emirati Arabi ha approvato un piano di investimenti da 132 miliardi di dollari, al servizio dell’aumento della capacità produttiva. Saras +4% grazie ai margini di raffinazione in crescita.

LA MANOVRA ITALIANA ALLA SBARRA, MILANO MAGLIA NERA

Inizio di settimana incerto per le Borse europee sotto la pressione delle incertezze dell’Eurogruppo, alle prese con la manovra italiana. Oggi, in attesa del voto Usa, il copione si ripeterà all’Ecofin. In questa cornice Piazza Affari è stata, fin dal mattino, la Borsa peggiore in un clima generale privo di spunti positivi. Intanto, cala la fiducia degli investitori europei nel mese di novembre. L’indice Sentix elaborato dalla Commissione europea mostra un calo a 8,8 dall’11,4 di ottobre. Non hanno trovato conferma le indiscrezioni su una possibile immissione di liquidità da parte della Bce a fronte del rallentamento della ripresa. L’euro ha recuperato terreno sul biglietto verde chiudendo a quota 1,14 dollari:

Oggi sono in uscita in dti Pmi servizi dell’Eurozona.

Seduta con il segno meno fin dalla mattina per Milano: -0,56% a quota 19.281 punti. Deboli anche le altre piazze: Francoforte -0,21% , Parigi -0.01%. Salgono Madrid +0,2% e Londra +0,1%.

SPREAD A 293 PUNTI, BTP AL 3,33%

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha chiuso a 293 punti base, da 289 di venerdì e 287 dell’apertura poco mosso rispetto ai livelli della chiusura di venerdì. Il Btp decennale rende il 3,33% sul mercato secondario.

PER GOLDMAN INTESA E BPER SONO SELL

Banche deboli, con l’indice di settore che cede l’1,6% circa, decisamente peggio del comparto a livello europeo (-0,3%). Più dei giudizi positivi degli stress test condotto dall’Eba hanno pesato i giudizi di Goldman Sachs: secondo il broker Usa gli utili delle banche italiane sono destinate a scendere a causa della minor crescita dei prestiti, dei maggiori costi di funding e della progressiva scadenza dei prestiti Tltro (quadriennali) della Bce, che hanno assicurato al sistema italiano un’importante raccolta a costi molto contenuti.

Particolarmente colpite dalle vendite Bper (-3,4%) ed Intesa (-1,5%) entrambi retrocesse a sell da parte di Goldman Sachs che, pur tagliando il target, mantiene il giudizio buy su Unicredit. Sotto tiro anche Banco Bpm (-2,1%): la banca punta a cedere altri 8 miliardi di Npl entro l’anno, con le offerte delle tre cordate in gara attese per metà novembre.

FRENA FERRARI, I DATI ITALIANI NON FERMANO FCA

Giornata di conti ieri per Ferrari (-1%), in recupero dai minimi di seduta toccati subito dopo la pubblicazione della trimestrale chiusa con l’Ebit adjusted è stabile a 203 milioni di euro; il free cash flow industriale dei tre mesi è stato pari a 100 milioni, escluso l’impatto del beneficio del patent box 2015-17 che si realizza nel quarto trimestre.

Meglio Fiat Chrysler (+1,2%), il titolo migliore del listino nonostante il calo delle immatricolazioni in Italia (ormai meno importante per il gruppo di Usa e Brasile): -16,8% ad ottobre in un mercato in calo del 7,4%. Soc Gen ha promosso il giudizio a Buy.

NON BASTA IL BUY BACK A SOSTENERE STM

La maglia nera di giornata è toccata a Stm (-3,9%), frenata dalla discesa di Apple al Nasdaq: La società ha annunciato ieri un programma di riacquisto di titoli per 750 milioni di dollari.

Tra gli industriali cali superiori ai due punti percentuali anche per Cnh Industrial e Brembo.

Soffre anche il lusso: Moncler -1,2%, Ferragamo -2,1%, Brunello Cucinelli ha perduto quasi il 3%.

Giornata positiva invece per i titoli difensivi. Italgas +1,3% dopo la pubblicazione dei dati dei primi nove mesi. Avanza anche Campari (+1,6%).

RECUPERA D’AMICO, SPRINT DI BIALETTI

Prosegue il rimbalzo di D’Amico (+9,16%). Bene Rcs Mediagroup (+3%) e Juventus (+4,3%). Tra i titoli a minore capitalizzazione si segnala il balzo di quasi il 19% di Bialetti.

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