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Lavoro: meccanica e turismo spingono le assunzioni a luglio

Segnali positivi per il mercato del lavoro, dal Bollettino Unioncamere, con una domanda che supera i livelli di luglio 2019: oltre 534mila assunzioni previste dalle imprese anche se rimane un’elevata difficoltà di reperimento di alcune figure professionali.

Lavoro: meccanica e turismo spingono le assunzioni a luglio

Il mese di luglio mostra un importante recupero dei posti di lavoro: assunzioni superiori ai livelli di luglio 2019, prima ancora dello scoppio della pandemia da Covid-19. Un risultato positivo soprattutto grazie alla crescita dei contratti a tempo determinato che hanno potuto beneficiare della ripresa delle attività in tutto il Paese. Secondo il Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, sono oltre 534mila le opportunità di lavoro offerte dalle imprese a luglio e salgono a circa 1,3 milioni avendo come orizzonte previsionale l’intero trimestre luglio-settembre.

Secondo l’ultima indagine mensile del Sistema Excelsior, le imprese nel 30,2% dei casi si attendono un incremento della produzione per il prossimo trimestre, mentre nel 12,8% dei casi hanno invece prospettive negative. In questo quadro di ripresa economica si registra una forte crescita dei flussi delle assunzioni per il mese di luglio. A trainare sono le positive performance del manifatturiero con 97mila entrate previste, in particolare, dalle industrie alimentari (24mila), dalle industrie meccatroniche (23mila), dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (16mila) e dal chimico-farmaceutico (9mila). Ancora sotto i livelli pre-Covid è invece il comparto del tessile-abbigliamento-calzature, per quanto in netta ripresa rispetto a luglio 2020. Bene anche la domanda di lavoro delle costruzioni che si attesta sulle 40mila unità.

D’altro canto, le imprese dei servizi programmano 397mila assunzioni anche grazie alla ripresa del turismo che supera i livelli pre-Covid con 155mila entrate. Seguono i servizi alle persone (con 57mila entrate programmate) e i servizi operativi (46mila). Il commercio mostra, invece, timidi segnali di ripresa (con 54mila entrate) benché si collochi ancora sotto i livelli di luglio 2019 (-8,3%).

Tra le figure professionali, rispetto al 2019, le imprese ricercano maggiormente Ingegneri, Specialisti delle scienze gestionali, Tecnici informatici, Tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, oltre a figure legate alle costruzioni e alle produzioni industriali. In netto recupero anche la domanda di profili richiesti per la ripartenza del comparto turistico, quali gli addetti ai servizi di informazione e accoglienza e gli addetti alla ristorazione.

In lieve aumento anche la domanda di laureati, mentre è in crescita quella di lavoratori senza uno specifico titolo di studio, con un’ulteriore polarizzazione del mercato del lavoro. Fra le lauree più ricercate le imprese segnalano l’indirizzo in ingegneria e quello economico (oltre 16mila entrate per ciascuno), mentre tra i diplomi secondari l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (41mila entrate previste) è seguito nelle indicazioni da turismo, enogastronomia e ospitalità (38mila). Tra le qualifiche di formazione professionale primeggia l’indirizzo ristorazione con 33mila ingressi, mentre quello meccanico ne conta appena 16mila.

Grandi opportunità per i giovani che arrivano a rappresentare il 33% della domanda delle imprese. Fra le professioni maggiormente offerte ai giovani, anche se si registra una elevata difficoltà di reperimento, si trovano gli specialisti STEAM (62% difficili da reperire), gli operai specializzati nelle costruzioni (6mila entrate; 58% difficili da reperire) e i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (10mila le opportunità di cui il 65% è di difficile reperimento).

Per quanto riguarda i contratti, sul podio i contratti a tempo determinato con il 55% delle entrate previste, seguono poi quelli a tempo indeterminato (20%), quelli di somministrazione (9%) e di apprendistato (6%). Altre tipologie contrattuali riguarderanno il restante 10% delle entrate programmate e fra queste si segnala una decisa crescita dei contratti di collaborazione che rispetto al 2019 registrano un elevato incremento (+98%). 

Anche se la domanda di lavoro si è sbloccata, secondo l’indagine le imprese hanno difficoltà a reperire il 31% dei profili professionali. A incontrare le maggiori difficoltà sono le imprese della metallurgia e dei prodotti in metallo (48,2%, difficoltà che sale al 61,2% per i fabbri e costruttori di utensili e al 55,2% per i fonditori e saldatori, come riportato dal borsino Excelsior), seguite dalle imprese dei servizi informativi e delle telecomunicazioni (45,8%, difficoltà che sale al 52,9% per i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni) e dalle imprese di costruzioni (43,4%, difficoltà che sale al 52,3% per gli addetti alle rifiniture).

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