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Lavoro e salari boom in Usa preoccupano le Borse che temono la stangata Fed ma il dollaro si rafforza

L’aumento dei posti di lavoro in America è stato il doppio del previsto con salari al galoppo: questo scenario spaventa i mercati che aspettano un nuovo robusto rialzo dei tassi – Nel finale le Borse riducono le perdite e il dollaro si rafforza ancora di più

Lavoro e salari boom in Usa preoccupano le Borse che temono la stangata Fed ma il dollaro si rafforza

Borse volatili, mentre esplode il lavoro negli Usa, i risultati aziendali del trimestre sono in gran parte migliori del previsto e tutto fa pensare che le banche centrali si muoveranno con maggior decisione contro l’inflazione: in una giornata in cui la recessione sembra più lontana alla luce dei dati macro, ma ulteriori rialzi dei tassi sembrano più vicini (e anche i conseguenti rischi di recessione, come un gatto che si morde la coda), i mercati restano così incerti tra Orso e Toro.

I listini europei chiudono in rosso e Wall Street, stonata in avvio, si muove in ribasso dopo aver tentato un recupero, mentre la possibilità di una Fed più aggressiva si fa sentire sui titoli del Tesoro a stelle e strisce che vedono prezzi in discesa e rendimenti in salita, confermando inoltre l’inversione della curva tra titoli a due anni e titoli a dieci anni.

In Europa, Piazza Affari dopo aver agguantato il segno più a metà pomeriggio, limita i danni in chiusura a -0,26%, 22.586 punti base, concentrandosi soprattutto sugli affari di casa, dopo il nuovo decreto aiuti del governo Draghi e i buoni risultati semestrali della galassia Unipol, a partire da Bper +9,7% che ieri ha stupito il mercato.

In linea con Piazza Affari il resto del continente con Madrid che cede il -0,02%, Amsterdam -1,33%, Parigi -0,63% e Francoforte -0,65%, Londra -0,15%.

L’euro perde terreno contro il dollaro, con il biglietto verde che guarda alle prossime mosse della Fed. Il cambio è intorno a 1,0166.

Rimbalza il petrolio, che nei giorni scorsi ha toccato i livelli più bassi da febbraio, con i timori di recessione che si sono aggravati dopo che ieri la Banca d’Inghilterra ha paventato una possibile fase di contrazione prolungata in seguito all’aumento dei tassi d’interesse ai massimi dal 1995. Il Brent guadagna al momento l’1,87% e tratta a 95,88 dollari al barile.

Vola il lavoro negli Stati Uniti

A far vedere le cose sotto una nuova prospettiva sono arrivati oggi i dati sul lavoro negli Usa, con assunzioni nel mese di luglio (agricoltura esclusa) che sono state più del doppio di quanto stimato dagli analisti: 528mila le nuove buste paga, con la disoccupazione al 3,5%, minimo pre-pandemico, come reso noto dal dipartimento del Lavoro nel rapporto sull’occupazione.

Il rapporto, tenuto in gran conto dalla Fed, è l’eco di un’economia solida, che tiene l’argine nonostante i trimestri di contrazione del pil. La domanda di lavoro è diminuita nei settori sensibili ai tassi d’interesse, come l’edilizia e il commercio al dettaglio, ma è cresciuta negli altri ambiti, mentre le compagnie aeree e i ristoranti avrebbero bisogno di maggior personale di quanto non trovino.

Visto che il lavoro è la nuova stella polare della banca centrale Usa, i dati usciti oggi indicano la rotta di una stretta monetaria rapida per fermare l’inflazione e questo riesuma i timori di recessione appena sepolti. Una prospettiva che pesa soprattutto sul Nasdaq, particolarmente sensibile ai tassi.

In Piazza Affari bene le banche, ma Mps va giù

Piazza Affari conduce in porto una seduta abbastanza equilibrata. A fare la parte del leone è la galassia Unipol e Bper, in primo luogo, che ha chiuso il primo semestre con un utile pari a 1,38 miliardi di euro, grazie agli effetti dell’acquisizione di Banca Carige. Risultati che hanno suscitato l’apprezzamento degli analisti. Inoltre, la banca modenese ha selezionato Gardant per negoziare in esclusiva una partnership strategica relativa alla gestione delle esposizioni creditizie deteriorate del gruppo, in termini di Npl e di Utp. Gardant opererebbe in cordata con Amco, società del Tesoro per l’acquisizione dei crediti deteriorati.

Brillano i conti trimestrali anche dell’azionista Unipol, che sale del 2,14%, mentre è in rosso Unipolsai, -0,88%, nonostante un secondo trimestre “superiore alle attese per performance non tecnica nel P&C e migliore risultato nel Life”, scrive Equita.

Tra le banche si distinguono Intesa +1,74%, Unicredit +1,77%, Banco Bpm +1,69%, ma va a picco Mps, -6,74%, che tratta intorno ai minimi dopo aver mostrato utili in calo e sotto le attese nel secondo trimestre, in attesa dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi, operazione che, gli osservatori, giudicano non facile in questa situazione. Tra i pesi medi si apprezza Credem, +3,01%, dopo conti che Equita definisce “molto sopra le attese grazie al margine d’interesse e minor costo del rischio”.

Tra le blue chip i risultati del periodo favoriscono l’ascesa di Pirelli, +4,3%, che ha raggiunto un utile netto di 233 milioni di euro, in crescita del 77,1% dai 131,6 milioni del primo semestre 2021, grazie a un ulteriore miglioramento della performance operativa. I ricavi sono inoltre cresciuti oltre le attese.

Si scuote Telecom, +1,85% e risalgono i valori di titoli oil come Saipem +1,52%.

La maglia nera del listino principale va ad Amplifon, -5,36%, seguita da Diasorin -3,77%, Campari -3,74% e utility.

È in verde l’obbligazionario: lo spread tra decennale italiano e tedesco scende a 201 punti base (-3,92%) con rendimenti rispettivamente di +2,91% e + 0,9%.

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