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Landi Renzo fa rotta sull’Asia e punta sul kit per l’auto elettrica

La società emiliana, specializzata in impianti Gpl, metano e sistemi alternativi, punta sull’innovazione per frenare la flessione delle vendite dall’inizio dell’anno – Problemi sul mercato italiano, ma vanno bene le esportazioni, ormai all’84% del fatturato- Particolarmente vivaci India e Pakistan, oltre a Argentina e Stati Uniti

Partenza in salita nel 2011 per “Landi Renzo spa”, azienda leader mondiale nel settore dei componenti e dei sistemi di alimentazione alternativi, a Gpl e metano, per autotrazione, con una quota di mercato del 33%. Fatturato e redditività nel primo trimestre appaiono fortemente in calo (47,2 milioni il giro d’affari, contro 93,9 milioni al 31 marzo 2010 e un mol negativo per 1,1 milioni contro un risultato positivo per 18,4 milioni lo scorso anno). A pesare sui conti c’è la fine degli incentivi fiscali in Italia e un rallentamento del mercato europeo. Il gruppo di Cavriago, accanto a Reggio Emilia, però, pensa di recuperare terreno nei prossimi mesi. “Marzo è andato meglio – dice il presidente Stefano Landi – e dopo una partenza al rallentatore, siamo convinti che ci sarà un’accelerazione che ci porterà a chiudere l’anno in linea col 2010”.

Per fronteggiare la battuta d’arresto del mercato domestico Landi Renzo spa sta sperimentando forme promozionali nella zona di radicamento, offrendo sconti del 20%, vicino ai supermercati, a chi vuole passare dalla benzina al metano o al gpl, presso officine convenzionate. Ma il punto di forza del gruppo è l’internazionalizzazione, perciò le soddisfazioni che mancano in casa si cercano altrove. Landi Renzo è presente in più di 50 paesi e nel trimestre ha maturato una quota di export sul fatturato dell’84% circa. “Per noi cambia un po’ la geografia – osserva Landi –. Si tratta di investire di più nelle zone in crescita”. Particolarmente vivaci appaiono i mercati asiatici, come India, Pakistan, Iran. Bene anche il Sud America, l’Argentina in particolare, e gli Stati Uniti, “che sono un piccolo mercato, ma con grandi potenzialità, perché molto attento all’ambiente. Il presidente Obama si è espresso in favore del metano e in queste settimane dovrebbe andare in porto un progetto di legge in questo senso”.

L’altra leva su cui Landi Renzo spa continua a fare forza è quella della ricerca e dello sviluppo, finanziata con il 4-5% del fatturato. “Bisogna credere nei giovani – dice Landi – per questo nel 2011 apriremo il nostro nuovo centro di ricerca a Reggio Emilia dotato delle attrezzature più sofisticate”. E l’ibrida, da qualcuno decretata l’auto del domani, è uno “spettro” che fa paura? “Non credo che nel futuro ci sarà spazio per un solo tipo di auto alternativa a quella a benzina – risponde Landi – e comunque noi stiamo lavorando con il Politecnico di Torino a un kit per trasformare auto normali in ibride elettriche, agendo sulle due ruote non trainanti”. Grande attenzione viene dedicata anche al core business: metano, gpl, alla tecnologia “dual fuel”, per immettere metano nei motori diesel. Anche eventuali acquisizioni si valutano in quest’ambito: “dossier aperti ce ne sono sempre, su imprese del nostro settore o produttori di componentistica per allargare l’offerta, ma niente di caldo”. Per ora bisogna fronteggiare una primavera freddina e metabolizzare gli acquisti del 2010: l’A.E.B., primario operatore mondiale nei componenti per sistemi di alimentazione a Gpl e metano per autoveicoli, e l’americana Bayetch Corporation, la sola impresa ad avere certificazioni Carb per veicoli a gas naturale General Motors.

A capo della Landi Renzo statunitense oggi c’è Andrea Landi, figlio di Stefano e così il secondo passaggio generazionale è stato avviato. “Noi avevamo meno soldi – osserva Stefano Landi – ma il mondo era più facile. Io ero molto giovane quando morì mio padre e mia madre, Giovanna Domenichin, prese le redini dell’azienda e mi insegnò tutto. Magari tiravamo la cinghia, ma si trattava di una realtà meno complessa di quella che viviamo oggi”.

La storia della Landi Renzo, come quella di molte belle aziende di quel “gran pezzo dell’Emilia”, è costellata di successi ma anche di grandi sacrifici: “Erano gli anni ’50 – ricorda il presidente – e i miei genitori si erano appena sposati. I pochi soldi che avevano servivano per comprare la camera da letto, ma si presentò l’opportunità di aprire un’officina e mia madre non ebbe dubbi e scelse l’officina”. Landi Renzo spa e l’idea della trasformazione delle macchine a benzina in macchine a metano o gpl del resto viene ancora da più lontano: erano gli anni ’30 dell’Italia autarchica, la benzina scarseggiava e i meccanici emiliani si ingegnarono a montare sulle auto e sui camion una sorta di “stufa a carbone” (il gasogeno). Anche uno zio di Stefano Landi seguì quella strada, ripresa nel dopoguerra da Renzo Landi con una passione e un’attenzione alla tecnologia che sono rimasti come imprinting nella società, consentendole di cogliere le opportunità successive, diventando il numero uno al mondo per affidabilità e innovazione, creando, da quel germoglio, una società che nel 2010 ha portato i ricavi a 300 milioni, e che dal 2007 è quotata in Borsa al segmento Star.

Pubblicato in: News

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