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L’America salva Fiat ma niente dividendo. Maserati al via

Bene i risultati del Lingotto, ma solo grazie a Chrysler: l’utile della gestione ordinaria del 2012 tocca i 3,8 miliardi (+18%) ma è imputabile interamente alla casa nordamericana, che l’anno scorso ha guadagnato 2,4 miliardi, mentre Fiat, al netto della controllata Usa, ha perso un miliardo – Niente dividendo, comunque, agli investitori – Maserati al via

L’America salva Fiat ma niente dividendo. Maserati al via

L’AMERICA SALVA I CONTI FIAT. MA NIENTE DIVIDENDO
MASERATI AL VIA. “MA NON ABBAMO TOCCATO IL FONDO”

La crisi dell’auto in Europa “non ha ancora toccato il fondo” anche se a fine febbraio non ci sarà cassa integrazione a Pomigliano, visto il livello degli ordini per la nuova Panda. “ E’ un segnale positivo – ammette Marchionne – ma il mercato è ancora molto depresso. Non illudiamoci”, dice l’ad inaugurando l’impianto “Giovanni Agnelli” di Grugliasco che sfornerà già nel 2013 50 mila Maserati Quattro Porte, alias Ghibi.

La Fiat lascerà a digiuno gli azionisti rinviando a tempi migliori il dividendo. Sergio Marchionne e John Philip Elkan, applaudito dagli operai al suo ingresso in quel di Grugliasco, non fa promesse su Mirafiori. “Abbiamo sempre detto – spiega – che avremmo annunciato gli investimenti al momento giusto quando eravamo pronti a farli. E’ inutile fare annunci all’impazzata”.

Tanta cautela non eccita né deprime il mercato: Fiat perde (-1,7% circa) ma assai meno della media del Ftse/Mib investito dalla tempesta Saipem ed ancora sotto shock per il saliscendi di Mps. Fiat, che ” il più presto possibile” vuol costituire con Chrysler una cosa sola, offre, con buona pace della Cgil e di altri detrattori, l’aspetto più confortante della corporate Italia.

Ma veniamo ai numeri.

Fiat ha chiuso il 2012 con un utile netto di 1,4 miliardi, in calo del 14,5% rispetto al 2011 (che includeva Chrysler dal primo giugno), superando cosi’ il consensus degli analisti che stimava un risultato di 1,3 miliardi. Non sarà però distribuito alcun dividendo come da indicazione del cda visto che “Fiat intende mantenere un elevato livello di liquidità e che sussistono restrizioni alla possibilità di Chrysler di distribuire dividendo ai propri soci”.

L’utile della gestione ordinaria si e’ attestato a 3,8 miliardi (+18% sul 2011 pro forma), su ricavi per 84 miliardi (+12%). L’utile e’ imputabile interamente a Chrysler, che nel 2012 ha guadagnato 2,4 miliardi, mentre Fiat al netto della controllata Usa perde un miliardo. In dettaglio vanno registrate forti performance in Nord America (2,7 miliardi di euro), America Latina (1,1 miliardi di euro) e Asia (0,3 miliardi di euro), mentre l’Europa ha registrato una perdita di 0,7 miliardi di euro.

Lo scorso anno il gruppo Fiat ha venduto 4,2 milioni di veicoli, con un incremento del 6%: oltre la metà, ovvero 2.115.000 in Nord America, 1.012.000 in Europa, 979.000 in Sud America, 103.000 in Asia. In termini di ricavi il gruppo ha totalizzato nel 2012 circa 84 miliardi di euro, in aumento del 12% rispetto al 2011 (+8% a cambi costanti). Le regioni Nord America e Asia hanno registrato una significativa crescita, rispettivamente del 29% (+19% a cambi costanti) e del 50%. L’America Latina si e’ confermata forte, mentre i ricavi dell’Europa sono scesi dell’11%. I marchi di lusso e sportivi hanno incrementato i ricavi del 7% a 2,9 miliardi di euro.

Nel solo quarto trimestre, i ricavi si sono attestati a 21,8 miliardi (da 19,6 miliardi), l’utile della gestione ordinaria a 987 milioni (da 765) e l’utile netto a 388 milioni (da 265). Sale, come previsto, l’indebitamento industriale netto a 6,5 miliardi da 5,5 miliardi a fine 2011, con investimenti per 7,5 miliardi di euro. Il flusso di cassa positivo per 1,6 miliardi di euro di Chrysler é stato inferiore rispetto all’assorbimento di Fiat esclusa Chrysler. La liquidità complessiva è pari a 20,8 mld.

Per quanto riguarda l’esercizio in corso Fiat conferma i target: ricavi nell’intervallo tra 88 e 92 miliardi di euro, utile della gestione ordinaria nell’intervallo tra 4 e 4,5 miliardi, utile netto nell’intervallo tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro, indebitamento netto industriale di circa 7 miliardi di euro

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