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La strana storia del tempio crematorio vicino Roma

Dovrebbe sorgere a Rocca Canterano, un Paesino isolato di appena 184 abitanti – I cittadini protestano: temono di diventare una succursale delle cremazioni capitoline – Che succederà?

La strana storia del tempio crematorio vicino Roma

Cosa ci fa un forno crematorio in un paesino di 184 abitanti arroccato a 750 metri sui monti Ruffi, a pochi chilometri da Roma? È quello che si sono chiesti i residenti, di fronte al progetto presentato dal sindaco e approvato dal Consiglio comunale per un “tempio crematorio” da installare proprio all’ingresso del piccolissimo borgo, accanto al cimitero. E subito è scoppiata la protesta: 107 i no raccolti dal comitato cittadino che si è prontamente costituito.

Rocca Canterano è un piccolissimo agglomerato e la strada per raggiungerlo finisce proprio lì, dopo essersi inerpicata tra curve e controcurve. Insomma, in questo paese bisogna proprio volerci arrivare, non è di passaggio.

Lo scorso settembre il sindaco ha presentato la proposta di finanza di progetto avanzata da alcune società per la realizzazione di un tempio crematorio vicino al cimitero comunale. E non ha mancato di esprimere il proprio parere favorevole per i riflessi positivi che il progetto dovrebbe avere sia in termini economici e di posti di lavoro, sia per le presenze che potrebbero esserci sul territorio.

Certo, non ha nascosto le possibili perplessità che potrebbero arrivare per il tipo di attività che verrà svolta, “tuttavia, essendo il cimitero dotato di altri ingressi, dette attività non dovrebbero avere effetti sulla normale frequentazione”. Insomma, “ci sono più aspetti favorevoli rispetto a quelli contrari”. L’ipotesi del “tempio crematorio” è stata approvata dal consiglio comunale all’unanimità e dunque la delibera che ne sancisce il “pubblico interesse” è divenuta immediatamente esecutiva

I cittadini hanno creato un comitato di protesta e in pochi giorni sul sindaco sono piovute 107 firme per bloccare l’iniziativa, che hanno raggiunto quota 280 a fine ottobre per il “no” anche degli abitanti dei paesi limitrofi. Le contestazioni riguardano, in primo luogo, l’attività del crematorio: il sospetto è che diventerebbe un impianto a supporto di Roma – che non riesce a smaltire la richiesta di cremazione – e dunque con un ciclo di almeno 6 defunti al giorno, dal momento che un impianto del genere presuppone un funzionamento a ciclo continuo per ottenere l’equilibrio costi-benefici.

Il secondo rischio riguarda il transito quotidiano sull’unica via d’ingresso al piccolo centro cittadino (e al cimitero): la via Empolitana, strada montana stretta e tortuosa che diventerebbe la via dei carri funebri per tutto il giorno.

Infine, c’è da considerare l’impatto ambientale: il progetto porterebbe non solo un’imponente colata di cemento a ridosso del cimitero, ma anche i fumi dovuti all’attività stessa del “tempio crematorio”. E quali dovrebbero essere per Rocca Canterano le ricadute economiche e di posti di lavoro? Il tempo ci dirà se siamo davvero di fronte a un nuovo scempio.

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