Condividi

La Scala chiude agli arabi: “Restituiremo i soldi”

Annullata l’operazione che avrebbe portato l’Arabia Saudita ad entrare nel capitale del teatro milanese – Riad aveva anticipato 3,1 milioni ma il Cda ha sconfessato (per ora) il Sovrintendente Pereira. E cerca già il suo successore.

La Scala chiude agli arabi: “Restituiremo i soldi”

“Più che un’occasione persa, è stata gestita male”, ha alla fine sentenziato il sindaco di Milano Beppe Sala, nel mettere la parola fine alla trattativa per far entrare il governo dell’Arabia Saudita nel capitale del Teatro alla Scala di Milano, con una quota di oltre 15 milioni di euro e una potenziale nomina a socio fondatore. La mossa del Sovrintendente austriaco Alexander Pereira, che Sala ha definito “ingenuo”, ha sin da subito scatenato la polemica politica all’interno delle varie fazioni del Cda, soprattutto da parte della Regione Lombardia (rappresentata nel board da Philippe Daverio) a trazione leghista e dunque ostile alla “deitalianizzazione” di una delle massime istituzioni culturali del Paese.

Ma l’ipotesi in realtà non piaceva a nessuno, visto che nella seduta di lunedì 18 marzo il Cda ha deciso all’unanimità di restituire “immediatamente”
al principe Badr al Saud il versamento dell’acconto di 3,1 milioni di euro
arrivato il 4 marzo scorso, con la motivazione ufficiale che tale finanziamento, concordato per conto suo da Pereira, che ha sostenuto fino alla fine di aver informato tutti i consiglieri, pur non ricevendo mai un’autorizzazione formale a procedere, “non è conforme alle procedure previste dallo Statuto del teatro per il concorso alla Fondazione”.

Il sindaco Sala, che da questa vicenda esce meglio di tutti, avendo mantenuto un profilo basso e non avendo di fatto chiuso la porta a nessuno, pur esprimendo perplessità sull’operazione, precisa comunque che “verso l’Arabia Saudita il cda della Scala non ha alcuna preclusione. Non c’è una blacklist di paesi con i quali non si parla. O il nostro governo ci dice con questi non parlate, oppure la Scala valuterà di volta in volta i progetti. E se ci saranno altre possibilità di collaborazione le valuteremo, noi non chiudiamo le porte”. Per adesso però è certo che tramonta – seppur non definitivamente – l’ipotesi di un ingresso dei sauditi alla Scala. Confermata invece la tournée del 2020, dove la Scala porterà a Riad La Traviata in forma di concerto diretta da Zubin Mehta nell’auditorium di proprietà della Saudi Aramco, la compagnia petrolifera del governo dell’Arabia Saudita.

Il governatore lombardo leghista Attilio Fontana, che alla vigilia del cda aveva sparato a zero contro Pereira, chiedendone addirittura il licenziamento, si è limitato a dire che “condivide la scelta del cda”. Il leader della Lega Matteo Salvini sul licenziamento del sovrintendente sembra soddisfatto e dice: “Per me, parla Fontana”. In realtà, l’ipotesi di silurare il Sovrintendente austriaco prima della scadenza del suo mandato, che finisce tra un anno, è abbastanza remota. “Rimane al suo posto”, ha assicurato il sindaco Sala pur ammettendo che però già entro maggio di discuterà della nomina del successore. Nella attuale shortlist compaiono i nomi di Carlo Fuortes dell’Opera di Roma, Fortunato Ortombina della Fenice di Venezia, Peter Gelb del Metropolitan di New York, Dominique Meyer della Staastoper di Vienna, Serge Dormy dell’Opera di Lione che, però, ha già firmato il contratto per trasferirsi a Monaco, Filippo Fonsatti dello Stabile di Torino.

Commenta