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La riforma fiscale sarà un test cruciale per il Governo Draghi

Le forze politiche che si apprestano a sostenere Mario Draghi devono uscire dal “periodo dei torbidi” lessicale e propositivo e parlar chiaro sulla riforma fiscale che non si può più rinviare e che non potrà lasciare tutti contenti.

La riforma fiscale sarà un test cruciale per il Governo Draghi

Nessuno può sapere come gli storici futuri definiranno la legislatura in corso fino all’arrivo del professor Mario Draghi e al suo auspicato successo, dovuto anche al suo recente passato, corredato dal nitore del lessico, dalle proposte e dalla azione di Governo, che hanno concorso alla reputazione di cui gode.

In questo senso, mi permetto oggi, con notevole dose di azzardo storico e culturale, di suggerire agli storici futuri per delineare gli ultimi anni, il ricorso alla espressioni che gli storici russi utilizzano per la storia della Russia (ad esempio Nicholas V. Riasanovsky, Storia della Russia,Bompiani, 1989/2013,, pp.163-180) a cavallo del 1500 e il 1600: “il periodo dei torbidi” che si riferisce all’interregno nella Russia dominato da una anarchia assoluta seguente alla fine della dinastia dei Rurik (1598) e precedente alla dinastia dei Romanov (1613). Invece, dal canto loro gli amanti dell’opera lirica ritroveranno il periodo de torbidi nel Boris Godunov, zar di tutte le russie, di Modest Petrovič Musorgskij, su libretto di Puskin.

Il primo campo per uscire dal “periodo dei torbidi” e dalla anarchia concettuale e propositiva, riguarda la cruciale riforma del nostro sistema tributario, la cui storia è anche inscindibile dalla storia politica e sociale di ogni paese. In questo cruciale settore, le proposte, di norma ridotte in un tweet, mai fanno riferimento a testi e documenti scritti da importanti centri di ricerca pubblici come quelli prodotti da Bankitalia, UPB o Cnel, liberamente consultabili e confrontabili.

A questi studi dovrebbero fare riferimento, senza l’abituale e perversa impudicizia intellettuale, i diversi proponenti per motivare le più svariate e spesso sgangherate proposte di riforma tributaria che vanno dalla generica riduzione delle tasse alla altrettanto generica proposta di ridare progressività all’Irpef. 

Invero tutti i documenti citati pongono il problema squisitamente politico della progressiva erosione della base imponibile dell’Irpef ridotta a colabrodo. Come sottolineano le recenti “Note per l’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef” presentata al Cnel il 9 gennaio 2021, che richiama (“p.25”) come “l’estensione dei regimi preferenziali, sostitutivi, agevolativi e delle esenzioni che caratterizza il nostro sistema tributario, con effetti negativi sia per quanto riguarda l’equità orizzontale e verticale del prelievo, sia la sua efficienza”. Questo tipo di trattamenti differenziali ricade sotto la nozione di “erosione fiscale”, cioè di riduzione legale degli imponibili rispetto al trattamento ordinario”.

È evidente che la riforma dell’Irpef è una importante e fondamentale azione di natura squisitamente politica che non può lasciare contenti tutti: le forze politiche che si apprestano a sostenere il professor Mario Draghi devono pertanto uscire dal “periodo dei torbidi” lessicale e propositivo per la riforma fiscale invocata.

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