Condividi

La riforma del Titolo V riporta al centro molte competenze ma non tocca Regioni a Statuto speciale

La riforma costituzionale del Senato, approvata venerdì in prima lettura, cambia anche il Titolo V e riporta al centro molte competenze (commercio con l’estero, infrastrutture strategiche, grandi reti di trasporto, porti aeroporti, energia) ma non investe le cinque Regioni a Statuto speciale che mantengono intatte le loro funzioni

La riforma del Titolo V riporta al centro molte competenze ma non tocca Regioni a Statuto speciale

Le Regioni a statuto speciale, più volte sotto accusa per l’enormità dei trasferimenti statali di cui godono, non si toccano. Malgrado la recente riforma del Senato abbia saggiamente modificato il Titolo V e riportato al centro molte competenze regionali, i cambiamenti “non si applicano alle Regioni a Statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano sino all’adeguamento dei rispettivi statuto”, cioè per un tempo indeterminato e forse per sempre.  Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia sono salve.

Cambiano invece le regole del gioco per le Regioni ordinarie, a cui un malinteso federalismo aveva trasferito molte competenze improprie ai tempi in cui la Lega di Bossi era potentissima.

Tra le comperenze destinate a tornare al centro ci sono il commercio con l’estero, le infrastrutture strategiche, le grandi reti di trasporto, i porti, gli aeroporti e l’energia.

Commenta