Immaginate Topolino con un pallone da basket in mano. Oppure, se preferite, LeBron James che scorrazza per il parquet vestito, per dire, da Paperino. Scegliete voi l’abbinamento che preferite tra l’Nba e il mondo Disney, ma sappiate che a partire dal 31 luglio la vostra fantasia diventerà realtà. L’America ha deciso, con una scelta clamorosa e che solo il Covid-19 poteva dettare, di mettere insieme due delle sue industrie più redditizie e più famose del mondo: la Nba, il torneo di basket delle stelle, riapre i battenti e lo farà non in ognuno dei palazzetti delle 30 franchigie partecipanti, ma nel complesso Disneyworld di Orlando, in Florida. Il parco divertimenti, chiuso causa virus, diventa dunque per l’occasione il territorio neutro all’interno del quale blindare tutti i team partecipanti e disputare le ultime partite di stagione regolare, i playoff e le finali.
Con una formula che per forza di cose sarà inedita e arrangiata. Intanto, delle 30 squadre normalmente in lizza, solo 22 torneranno in campo a fine luglio (l’eventuale gara 7 delle Finals si giocherebbe il 12 ottobre), cioè quelle che prima dello stop erano realisticamente in corsa per i playoff. Ci saranno dunque tutte le big, e le restanti partite di regular season saranno ridotte a 8 per squadra: quanto basta per salvaguardare i contratti televisivi, anche se le 171 gare cancellate equivalgono a una perdita in salario per i giocatori di circa 600 milioni di dollari complessivi. Dopo la stagione ci saranno i playoff, eventualmente preceduti (se al termine della regular season l’ottava e la nona squadra di ogni conference sono distaccate da 4 o meno partite) dalla novità del torneo play-in. Ottava e nona squadra si affronterebbero in uno scontro diretto: se vince la prima, immediata la sua qualificazione ai playoff; se vince la seconda, va in scenda un’altra sfida tra le due squadre, stavolta decisiva: chi vince va ai playoff.
Per quanto riguarda i playoff veri e propri, la formula non cambia, rimane cioè invariata rispetto a quella degli ultimi anni. Una volta stabilite le 16 squadre (8 per conference) che accedono alla postseason, tutte le serie – primo turno, semifinale di conference, finale di conference e poi finale NBA – si svolgeranno al meglio delle 7 gare, anche se evidentemente non ci sarà più il fattore campo. Non solo perché tutte le gare si disputeranno a Disneyworld, ma anche e soprattutto perché la Nba ha confermato che tutte le gare si svolgeranno a porte chiuse. Le squadre in campo sono: Milwaukee, Toronto, Boston, Miami, Indiana, Philadelphia, Brooklyn, Orlando e Washington; Los Angeles Lakers, L.A. Clippers, Denver, Utah, Oklahoma City, Houston, Dallas, Memphis, Portland, New Orleans, Sacramento, San Antonio e Phoenix. Stagione già finita per i finalisti dell’anno scorso, i Golden State Warriors.
La Nba ha già stabilito anche altri aspetti, relativi alla prossima stagione, che dovrebbe ripartire il 1° dicembre (sempre a Disneyworld?) e non a Natale come si era inizialmente ipotizzato. Il 25 agosto si terrà la Lottery (per determinare l’ordine di scelta al Draft), mentre il Draft avrà luogo il 15 ottobre e solo tre giorni più tardi (il 18 ottobre) prenderà il via la free agency, con tutte le contrattazioni di mercato.