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L’Inter è campione d’Italia: vince il derby con il Milan e guadagna la seconda stella. E’ stato un capolavoro di Inzaghi e Marotta

I nerazzurri vincono il derby (2 a 1 sul Milan) e vincono il loro ventesimo scudetto dopo aver a lungo dominato il campionato. Si scalda anche la zona Champions dopo la vittoria del Bologna a Roma

L’Inter è campione d’Italia: vince il derby con il Milan e guadagna la seconda stella. E’ stato un capolavoro di Inzaghi e Marotta

Adesso è ufficiale: l’Inter è campione d’Italia! La vittoria nel derby ha certificato un titolo meritatissimo, ormai in saccoccia da almeno due mesi: il timbro, arrivato proprio nella partita contro il Milan (per giunta in casa sua), non è che l’ultimo passo di un percorso straordinario, fatto di 86 punti (+ 17 sui rossoneri secondi), 27 vittorie, 5 pareggi, una sola sconfitta e una differenza reti mostre di +61 (79 gol fatti, 18 subiti). Numeri pazzeschi, perfino superiori a quelli del Napoli di un anno fa, che aveva 6 punti in meno pur essendosi già laureato campione. Il Milan, dal canto suo, alza bandiera bianca senza averci mai provato sul serio e si prepara già a voltare pagina: Pioli fa ormai parte del passato, ora non resta che capire chi prenderà il suo posto sulla panchina rossonera. Lunedì a fortissime tinte nerazzurre, ma con spruzzate di rossoblu: la vittoria del Bologna a Roma, infatti, vale un bel pezzo di Champions per la banda Thiago Motta, mentre segna un netto passo indietro per De Rossi, tornato nel mirino di Atalanta e Lazio.

Milan – Inter 1-2, Acerbi e Thuram firmano lo scudetto della seconda stella

Il Milan aveva due risultati su tre per rimandare la festa dell’Inter, ma dalla ruota di San Siro è uscito un altro derby nerazzurro. Gli uomini di Inzaghi, già reduci da cinque stracittadine vinte, si sono presi la sesta senza troppi problemi, cucendosi così lo scudetto sul petto proprio nella notte più importante, almeno a livello simbolico. Un tricolore, infatti, è importante a prescindere dall’avversario con cui lo si conquista, ma l’Inter aveva ancora in mente quando accaduto due anni fa, con il Diavolo a strapparle la vittoria al fotofinish e, soprattutto, a esultarle in faccia.

Vendetta servita fredda, insomma, anche se nessuno aveva più dubbi sull’esito finale di questo campionato. Casomai era lecito attendersi un moto d’orgoglio da parte dei rossoneri, almeno fino a giovedì scorso: l’eliminazione dall’Europa League ha invece spento le ultime velleità di Pioli, ormai rassegnato a salutare a fine stagione. Ancora cinque partite, poi il tecnico dello scudetto (ma anche della semifinale di Champions League) verrà mandato via senza troppi complimenti, dando il là al secondo atto della rivoluzione targata Cardinale: un anno fa pagarono Maldini e Massari, oggi toccherà all’allenatore e, chissà, a qualche giocatore. Il derby della “resistenza” è durato poco più di un tempo, sufficiente all’Inter per infilare l’uno-due targato Acerbi (18’) e Thuram (49’) e aggiungere l’ultimo tassello al suo splendido campionato. Il gol di Tomori al 80’ ha solo illuso di poter rovinare la festa, perché il finale dei rossoneri s’è contraddistinto più per il nervosismo (espulsi Hernandez e Calabria, ma anche Dumfries) che per occasioni verso la porta di Sommer. Al fischio finale di Colombo è così scattato il tripudio interista, con migliaia di tifosi tra San Siro e piazza del Duomo, in attesa del pullman scoperto dei prossimi giorni.

Zhang esulta: “Giornata storica per tutta la famiglia nerazzurra”

Wow, 20, che numero! – ha esultato il presidente Steven Zhang sui suoi profili social -. 20 Scudetti, 116 anni e ora finalmente siamo qui. Oggi è un giorno speciale, un giorno storico per tutta la Grande Famiglia Nerazzurra. Il giorno in cui abbiamo il cuore pieno di gioia perché l’Inter ha raggiunto un traguardo a cui solo pochi possono ambire. Oggi tutti gli interisti del mondo festeggiano la conquista della Seconda Stella, un segno incredibile che abbiamo inciso insieme nella storia”.

Marotta incorona Inzaghi: “È lui l’artefice di questo scudetto”

“La dedica principale va a Steven Zhang, ha sofferto a distanza e non è qui con noi a gioire– ha spiegato Marotta -. Le altre sono per itifosiche ci hanno sempre sostenuto e perInzaghi, che ha dimostrato di essere bravo e vincente: Simone è l’artefice di questo scudetto e il leader di questo gruppo magnifico. Si possono avere bravi giocatori, ma servono soprattutto uomini veri, ogni allenatore ha il suo modo di relazionarsi e lui l’ha fatto in maniera perfetta. Non è un tecnico duro, ma con lui i giocatori si sentono a loro agio, è riuscito a valorizzare al massimo la rosa dal punto di vista calcistico e umano”.

Inzaghi si gode il primo scudetto: “Campionato dominato, ora ce lo godiamo”

È una bellissima sensazione, abbiamo fatto qualcosa di incredibile ed è giusto condividerlo con tante persone – il pensiero di Inzaghi -. Ci sono tanti protagonisti di questa vittoria: i miei giocatori in primis, poi la società e il nostro presidente che è stato sempre importante e presente. Un pensiero poi va anche alla mia famiglia, a volte non riesco a lasciare il lavoro fuori casa e loro sono stati fondamentali per me. Adesso abbiamo una stagione da finire nel migliore dei modi e da onorare, il campionato l’abbiamo dominato, strameritato e ora è giusto godercelo perché abbiamo lavorato tanto per vincerlo.Tornando indietro, vedo 6 trofei, una finale di Champions: era difficile immaginarsela così. Ho trovato giocatori che mi hanno dato tutto, è giusto condividere col mondo Inter, abbiamo avuto la matematica in casa del Milan ed è un qualcosa che rimarrà”.

Furlani liquida Pioli: “Cardinale prenderà la decisione finale”

Sul fronte Milan umore decisamente diverso, con Pioli ormai in versione “dead man walking”. A confermarlo, seppur indirettamente, anche l’ad Giorgio Furlani, presentatosi davanti ai microfoni di Dazn. “Prima di tutto faccio i complimenti all’Inter, avremmo voluto essere noi in questa situazione – ha sottolineato il dirigente rossonero -. Siamo già al lavoro per la stagione prossima, che sia una stagione di successo. Noi voglio parlare di emozioni, ci sono ancora cinque partite, vogliamo tenerci il secondo posto e siamo concentrati solo su questo. Noi facciamo la squadra per vincere, l’obiettivo è questo, lo è stato la scorsa estate e lo sarà anche quest’anno. Pioli? Siamo concentrati sul finire bene la stagione – ha glissato il dirigente rossonero -. Per come lavoriamo noi sulla parte sportiva le persone che riportano a Cardinale sono Moncada, Ibrahimovic ed io. Sono queste le persone che riportano a Gerry, con lui che prende sempre la decisione finale”.

Roma – Bologna 1-3, El Azzouzi, Zirkzee e Saelemaekers firmano il colpaccio rossoblu

Il lunedì di Serie A, come detto in apertura, ha visto anche un altro grande successo, seppur senza titoli in palio. La vittoria del Bologna all’Olimpico, infatti, non varrà uno scudetto, ma ha una valenza estremamente importante per i rossoblu, ora davvero vicini a una clamorosa qualificazione alla prossima Champions League. L’aggettivo vale per i pronostici d’inizio stagione, non certo per quanto si è visto sul campo, con la squadra di Thiago Motta che sta ampiamente meritando la posizione che ricopre. Gli 8 punti di vantaggio sull’Atalanta sesta (che però ha una partita in meno) fotografano alla perfezione il capolavoro emiliano, firmato anzitutto dalla premiata coppia Sartori-Motta, artefici di un gioiellino più splendente che mai. Il direttore l’ha costruito con grande competenza, il tecnico lo ha migliorato giorno dopo giorno, tanto da valorizzare giocatori semi-sconosciuti (vedi El Azzouzi, autore dello splendido gol in rovesciata che ha sbloccato il match al 14’), far sbocciare vere e proprie stelle che rischiavano di restare solo promesse (su tutti Zirkzee, tornato in rete dopo un mese e mezzo di astinenza), rivitalizzare gente lasciata andare troppo presto da altri (Saelemaekers, altro protagonista di giornata con il guizzo che è valso l’1-3 finale). D’altro canto c’è una Roma che fa un netto passo indietro rispetto alle ultime uscite, sia dal punto di vista del risultato (l’unica sconfitta, da quando c’è De Rossi, era stata contro l’Inter) che della classifica. Ora, infatti, il quinto posto è tornato virtuale, perché se è vero che l’Atalanta ha lo stesso numero di partite giocate, lo è anche che lei dovrà recuperarne una intera con la Fiorentina, mentre ai giallorossi restano solo 18 minuti per archiviare quella di Udine, attualmente ferma su un pareggio che non basta più. 

De Rossi onesto: “Il Bologna non ha rubato nulla”

“Forse siamo stati un pochino meno brillanti delle altre volte, ma avevamo di fronte una squadra che gioca bene e ti fa sembrare così – ha ammesso De Rossi -. Il Bologna non ha rubato niente, anche se nel primo tempo eravamo riusciti a essere più pericolosi di loro. La corsa è lunga per il campionato, non usciamo distrutti da questa sconfitta. Veniamo da un ciclo di partite toste e dal punto di vista nervoso lo avevamo gestito bene, questa non è stata eccezionale, ma salvo il finale siamo stati in corsa per tutta la gara. Se vogliamo continuare questa rincorsa dobbiamo essere bravi a gestire i momenti, ora prepareremo la sfida con l’Udinese come se fosse una gara di Europa League, visto che si gioca di giovedì”.

Thiago Motta ha un piede in Champions: “Orgoglioso di questi ragazzi”

“Oggi penso solo a ciò che abbiamo fatto qui a Roma, voglio godermi questo momento – ha puntualizzato Thiago Motta -. Tutto il resto arriverà al suo tempo, oggi il nostro presente è molto bello e in questo momento pensare ad altro non significa nulla. Voglio vivermi questo bellissimo momento, sono grato a questi ragazzi e alla nostra gente, ogni giocatore mette a disposizione del gruppo il suo massimo, la sua miglior versione. Questa è una vittoria importantissima per noi e dà ancora più fiducia a questi ragazzi, abbiamo nuovamente dimostrato che stiamo andando sulla strada giusta, sono davvero orgoglioso di allenare questo gruppo”.

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