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La guerra commerciale e la crisi di fiducia mettono ko le Borse

L’inasprirsi della battaglia sui dazi e la caduta dell’indice tedesco Ifo seminano inquietudine sui mercati, tutti in rosso – Piazza Affari perde il 2,44% – Crolla Prysmian – Male anche Unipol, Stm e Tenaris

La guerra commerciale e la crisi di fiducia mettono ko le Borse

Dall’Asia all’Europa fino all’America, un rosso intenso tinge le Borse internazionali, tutte in forte ribasso a causa della nuova escalation di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Donald Trump ha deciso di alzare ancora la posta. Secondo il Wall Street Journal venerdì 26 giugno gli Usa annunceranno l’introduzione di restrizioni che impediranno alle imprese con oltre il 25% del capitale di proprietà cinese di investire su società appartenenti a quelle che la Casa Bianca definisce “tecnologie industrialmente significative”. I nuovi paletti saranno accompagnati da stringenti controlli sull’export statunitense verso Pechino e dovrebbero entrare in vigore il 6 luglio, all’indomani del giorno in cui scatteranno i nuovi dazi da 50 miliardi di dollari sulle importazioni cinesi. Da sottolineare che nel pomeriggio il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha spiegato che l’annuncio in arrivo da Washington “non sarà specifico sulla Cina ma su tutti i Paesi che rubano tecnologia Usa”.

La battaglia senza esclusione di colpi tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina zavorra le Borse. Nel vecchio continente è pesante Piazza Affari, penalizzata dall’incertezza sul tema migranti e zavorrata da Prysmian, Unipol, Stm e Tenaris che hanno accumulato ribassi compresi tra il 4 e il 10%. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni con una perdita del 2,44% a 21.355 punti. La maglia nera però la indossa Francoforte (-2,46%) su cui pesa il calo dell’indice Ifo sulla fiducia delle imprese che a giugno è sceso a 101,8 da 102,2 del mese precedente. Giù anche Parigi (-1,92%) e Madrid (-1,78%). Fuori dall’Eurozona non si salvano nemmeno Londra (-2,2%) e Zurigo (-1,8%).

Da un lato all’altro dell’oceano, Wall Street viaggia sui minimi di giornata. Le vendite colpiscono soprattutto – e non a caso – il Nasdaq, in ribasso di oltre il 2% sulle novità in arrivo dalla Casa Bianca riguardanti proprio le aziende Hi-Tech. Male anche il Dow Jones e lo S&P 500, entrambi in calo dell’1,4%. Sul Nyse da segnalare il tonfo di Harley Davidson (-5,1%) che proprio oggi ha annunciato la decisione di spostare parte della sua produzione fuori dagli Usa allo scopo di arginare gli effetti dei dazi imposti dall’Ue in risposta agli aumenti delle tariffe su acciaio e alluminio voluti da Trump.

Tornando in Europa la guerra commerciale coinvolge anche il settore auto. Venerdì l’instancabile presidente Usa ha minacciato di imporre dazi del 20% sui veicoli importati dall’Europa, rispetto al 2,5% pagato attualmente. L’aumento dell’incertezza sul settore, che si aspetta anche un’eventuale “vendetta” da parte di Bruxelles, pesa sui titoli del comparto: Daimler -2,7%, Volkswagen – 2,5%, Bmw -1,8%. I timori non risparmiano Fca (-3,08%), nonostante il gruppo guidato da Sergio Marchionne sia tra i meno esposti agli effetti dei possibili dazi.  

A Milano il titolo peggiore è però Prysmian, crollato del 10% dopo la revisione delle stime sull’Ebitda 2018 dovuta ai costi aggiuntivi (50 milioni) sui lavori di posa del cavo sottomarino tra Scozia e Galles, denominato WesternLink. Lunedì nero anche per Unipol (-6,15%), con il  mercato si interroga su quali saranno le prossime mosse dell’ad Carlo Cimbri dopo il blitz sulle azioni Bper (-2%) che venerdì scorso ha portato il colosso assicurativo bolognese al 14,23% del capitale dell’istituto bancario.

Brusco calo per Stm (-4,81%), che insieme agli altri tecnologici paga le novità made in Usa, e per Tenaris (-4,27%). Giù i bancari: -3,25% per Intesa Sanpaolo, -3,64% per Banco Bpm, -1,93% per Unicredit. Nessun titolo del Ftse Mib ha archiviato la seduta in positivo, sebbene le utilities siano riuscite, rispetto agli altri, a contenere le perdite.

Parlando degli altri mercati, sul valutario la moneta unica si rafforza sul biglietto verde con il cross euro/dollaro a 1,6961 punti. Petrolio in discesa: il Brent arretra dell’1,58% a 74,36 dollari al barile, il Wti scende a quota 68,52 (-0,1%). Infine l’obbligazionario: lo spread tra Btp e Bund sale a quota 250 punti base con un rendimento del 2,832%.

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