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Dazi, Trump vuole alzarli sul 90% dei prodotti cinesi

Ormai l’escalation sembra inevitabile: il Presidente americano annuncia dazi su beni per altri 200 miliardi di dollari se Pechino darà corso alla rappresaglia annunciata i giorni scorsi per il precedente innalzamento delle tariffe da parte degli Usa – Pechino replica: “E’ un ricatto” e promette nuove contromisure. Ecco le ragioni dello scontro e quali settori interessa

Dazi, Trump vuole alzarli sul 90% dei prodotti cinesi

Lo scontro commerciale fra Usa e Cina si fa sempre più pesante e ancora una volta ad alzare l’asticella è il presidente americano, Donald Trump, che minaccia una nuova ondata di dazi sulle importazioni da Pechino.

Nel dettaglio, il capo della Casa Bianca ha chiesto al Rappresentante del commercio degli Stati Uniti di individuare altri 200 miliardi di dollari di merci cinesi da sottoporre a ulteriori dazi. Il provvedimento sarà varato se Pechino darà corso all’annuncio di due giorni fa circa l’imposizione di tariffe del 25% su 50 miliardi di dollari di merci made in Usa, che a loro volta sarebbero una rappresaglia sui primi dazi imposti dagli americani. Se l’amministrazione Usa porterà avanti la sua minaccia, gli aumenti delle tariffe doganali arriverebbero a riguardare il 90% dei 505 miliardi di dollari di importazioni di prodotti cinesi che nel 2017 hanno varcato la frontiera Usa. Il totale della manovra salirebbe così a 450 miliardi di dollari.

La Cina ha dimostrato di voler “mantenere gli Stati Uniti in una posizione di svantaggio permanente e iniquo – accusa Trump – Dopo il completamento del necessario processo legale, le tariffe entreranno in vigore se la Cina rifiuterà di mutare le proprie pratiche, e se insisterà nell’imposizione delle nuove tariffe che ha recentemente annunciato”. Tuttavia, i cinesi sanno di avere un margine di manovra molto più ristretto in quanto l’ammontare delle merci esportate dagli Usa è decisamente inferiore al flusso inverso: 130 miliardi di dollari “soltanto”.

Trump assicura di essere “in ottimi rapporti con il presidente Xi” e di voler continuare a “collaborare su diverse questioni”, ma avverte che “le relazioni commerciali tra Cina e Usa devono diventare molto più equilibrate” e che “gli Stati Uniti non lasceranno più che altri Paesi come la Cina si approfittino di loro sul versante commerciale”.

L’escalation sembra inarrestabile, considerato che Pechino si è già detta pronta a rispondere nuovamente: il ministero del Commercio ha definito quello di Trump “un ricatto” e ha promesso una dura reazione.

Secondo la Cina, con queste nuove mosse gli Stati Uniti “si discostano dalla linea concordata in vari incontri bilaterali e deludono profondamente la comunità internazionale. Se gli Usa agiranno in maniera irrazionale e pubblicheranno una lista di beni da colpire la Cina non avrà altra scelta se non quella di rispondere con altrettanta durezza”.

Sui mercati finanziari il nuovo scontro ha innescato un’ondata di vendite sulle Borse di mezzo mondo, a cominciare da quelle cinesi: Shanghai ha chiuso in calo del 3,82%, mentre Shenzhen ha accusato addirittura un crollo del 5,8%. Ma nel corso della mattinata i listini

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