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La giornata per il clima e la sfida generazionale

Migliaia di giovani nelle piazze del mondo. Tempi rapidi per intervenire. Napoli caso italiano – VIDEO.

La giornata per il clima e la sfida generazionale

Emozionati e partecipi abbiamo visto la mobilitazione dei giovani per salvare il pianeta dall’inquinamento. Chi in un modo, chi in un altro si aspettava questo risveglio generazionale. Quando dalle piazza i giovani hanno detto: voi adulti avete creato tutto questo, gli adulti sono finiti diritti sul banco degli imputati. In un attimo hanno rivisto davanti agli occhi, anni terribili e appassionati dove la modernità veniva declinata in ogni forma. Nulla da barattare con le sorti del pianeta: plastica, energia, case impattanti, auto, vacanze per niente ecosostenibili. Tutto per tutti e in Paesi ricostruiti dopo guerre e carestie. Il volto del riscatto, il dazio economico alla modernità, al benessere, con città in espansione, soldi e investimenti senza freni.  

L’altro ieri i ragazzi italiani ci hanno spiegato che sono le città quelle da ripensare primo di tutto. Le metropoli e le piccole e medie. Sono tutte malate e non bisogna perdere altro tempo. Soprattutto se si sono firmati trattati e protocolli. Gli interpreti di quelle piazze sono gli adulti di ogni ceto e professione: politici, manager, sindacalisti, opinion leader, studiosi. Ha colpito, poche ore dopo le manifestazioni, che a Napoli l’Agenzia Napoletana Energia e Ambiente ha detto che in quella città ogni anno vengono prodotte 3 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Per cercare di stare meglio bisogna tagliarne 1,5 milioni di tonnellate. Napoli può essere specchio d’Italia? Si  perché nessuno può dire di essere al riparo da danni anche irreversibili sull’atmosfera e sull’ambiente. Nemmeno pensarlo. Ci vogliono investimenti, seri e a corto raggioNon fanno bene parole d’ordine , enunciazioni e proclami senza decisioni e comportamenti virtuosi.  

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Le azioni – ha detto l’Agenzia napoletana – devono riguardare tutti i settori dalle rinnovabili, all’efficienza energetica negli edifici, ai trasporti, ai rifiuti, alla gestione delle risorse idricheRidurre solo del 10% le missioni di CO2 ogni anno, vuol dire installare impianti per produzione elettrica di 30 megawatt. Più o meno 30 stadi di calcio. Si muova anche il mondo delle imprese, le banche, i costruttori, che solo nella città campana potrebbero rimettere in sesto 344.000 edifici. Le persone devono cambiare i comportamenti e non solo a Napoli, ovviamente. I giovani manifestanti nel 2030 – anno – simbolo degli obiettivi Onu – saranno adulti e i loro genitori più avanti negli anni. I ragazzi vorranno vivere in un mondo meno pericoloso, green da cima a fondo, circolare totalmente con mezzi elettrici. Senza retorica e verbosità asfissianti. Napoli oggi e domani come ogni altra città del mondo. Solo alloraforse, i genitori potranno lasciare le panche degli imputati.

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