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La Fed frena le Borse, la Fiat ingrana la quinta in Usa e sale al 65% in Chrysler

La Fed circoscrive la durata del Quantitative Easing e i mercati soffrono – Assolta Google dalle accuse di abuso di posizione dominante – Fiat sale al 65% in Chrysler – Btp superstar e lo spread scende sotto quota Monti: calano ancora i rendimenti del decennale – Rallenta la corsa ai porti sicuri sul mercato obbligazionario – Partenza debole a Piazza Affari.

La Fed frena le Borse, la Fiat ingrana la quinta in Usa e sale al 65% in Chrysler

“Alcuni membri del Fomc hanno espresso l’opinione di non fissare un termine entro cui far cessare gli acquisti, Diversi partecipanti si sono invece pronunciati per una data limite, ovvero entro la fine del 2013”. Da queste parole, contenute nelle minute dell’ultima riunione della Fed, i mercati hanno preso atto che la linea di Ben Bernanke sul Quantitative Easing è passata nella riunione di dicembre con una stretta maggioranza.

Di qui la (moderata) frenata dei mercati azionari Usa nel finale di ieri: Dow Jones – 0,16, S&P -0,21%, Nasdaq – 0,38%. Analoga reazione dei listini asiatici, con l’eccezione del Giappone +2,3% che ha riaperto solo oggi i battenti dopo le festività di fine Anno. Ad Hong Kong il mercato scende dello 0,8%, l’indice Msci Pacific dello 0,9%.

Non è difficile, a questo punto, prevedere una seduta contrastata in Europa, già ieri in frenata. A Francoforte il Dax ha ceduto lo 0,3%, Parigi ha chiuso in calo dello 0,3%, Madrid ha perso lo 0,5%. Londra al contrario è sopra la parità +0,3%. Milano con un rialzo dello 0,1% ha aggiornato i massimi da marzo 2012.

Ma la nota più positiva arriva dal fronte del debito sovrano. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund cala ai livelli dell’agosto 2011 a quota 275, dimezzando così la distanza dai titoli tedeschi. il rendimento del Btp 10 anni (4,22%) corrisponde al nuovo minimo dal novembre 2010, con un certo conforto per le casse del Tesoro che lo scorso anno ha pagato 86 miliardi di cedole su Bot e Btp, il 5,5% del Pil.

AMERICA

Grandi novità dalla serata di ieri in poi in arrivo dagli Usa. La più importante riguarda l’esito del primo verdetto del secolo per la new economy. L’antitrust americano, dopo venti mesi indagini della Ftc, ha sostanzialmente assolto Google dalle accuse di violazione delle norme antimonopolio “perché non ci sono prove che supportino l’ipotesi che il ruolo dominante nella ricerca sia illegittimo”. I rivali del gigante di Mountain View avevano invece sostenuto che la compagnia californiana mettesse in evidenza i propri servizi nei risultati delle ricerche, lasciando in secondo piano i link delle aziende concorrenti.

Google -0,06% ieri in Borsa, dovrà solo aprire al mercato alcuni brevetti di cui è entrata in possesso con l’acquisto di Motorola, importanti per l’accesso ad Intenet via mobile, e i risultati di alcuni algoritmi legati alla pubblicità.

Ieri sera, intanto, Fiat +1,44% ha annunciato un nuovo passo lungo la strada che porta al controllo di Chrysler: il Lingotto ha comunicato a Veba (trust amministrato dal sindacato Uaw) la volontà di esercitare la sua opzione di acquistare una seconda tranche parte della partecipazione detenuta da Veba in Chrysler, pari a circa il 3,3% del capitale di Chrysler. Fiat, si legge nella nota, intende pagare un prezzo di esercizio determinato secondo gli accordi tra le parti sulla base di un multiplo di mercato (non eccedente il multiplo di Fiat) applicato all’Ebitda di Chrysler degli ultimi quattro trimestri, meno il debito industriale netto. Secondo il calcolo di Fiat, l’importo netto da pagare per l’acquisto di questa seconda tranche della partecipazione di Veba in Chrysler è pari a 198 milioni di dollari Usa. Fiat salirà quindi al 65,17%del capitale di Chrysler. Facile però che il venditore contesti il prezzo come è già avvenuto per la prima tranche: Fiat, in quell’occasione, ha offerto 140 milioni contro una richiesta di 342 milioni. La questione è nelle mani del giudice del Delaware che, facile previsione, presto dovrà pronunciarsi anche sulla seconda tranche.

In ogni caso, le Americhe sono fonte di grande soddisfazione per Fiat. Chrysler chiude l’anno con nuovi primati: nel 2012 sono state prodotte 1,652 milioni di vetture (+21%), grazie anche al miglior dicembre (+10%) degli ultimi cinque anni. In Brasile è stato toccato un nuovo record assoluto: 838 mila vetture vendute (+11%). Nonostante la crisi europea l’anno Fiat si chiude con vendite complessive per 3,641 milioni di pezzi (+6%).

EUROPA

La corsa verso i bond della periferia sta cambiando il panorama del mercato del debito nel Vecchio Continente. Lo spread spagnolo scende di 4 punti base a quota 350 e il rendimento dei Bonos 10 anni scende sotto il 5% per la prima volta dal 9 marzo 2012. Lo spread greco scende di 22 punti base a quota 961 e il relativo rendimento sfonda a ribasso l’11% per la prima volta dal febbraio 2011.

L’ellenica Titan Cement ha annunciato di aver collocato titoli obbligazionari a quattro anni per 200 milioni di euro al tasso dell’8,75%, diventando la prima società greca a rivolgersi con successo al mercato del debito dallo scoppio della crisi nel 2010. Titan, che è valutata ‘BB-‘ da S&P, deriva circa un terzo dei suoi ricavi dal mercato greco (dove le attivita’ sono di fatto bloccate da tempo) ma può contare anche su una presenza importante in Egitto e negli Stati Uniti

Al contrario, rallenta la corsa ai “porti sicuri”. Il rendimento del Bund 2 anni (Schatz) balza allo 0,042%, massimo da ottobre. I bond danesi passano dal -0,3% di metà dicembre al +0,12% di oggi. Resistono in territorio negativo solo i bond biennali della Svizzera (-0,3%). 

Fra i nuovi soci della banca polacca Alior Bank, fondata dal finanziere Romain Zaleski e dalla figlia Helene che ha recentemente debuttato alla Borsa di Varsavia, e’ spuntato il fondo Wellington Management che ha acquistato il 5,01% del capitale della banca, l’Ipo più importante di una società privata nella storia della Borsa polacca.

ITALIA

Unicredit +0,5% e Intesa -0,2%, i big del settore bancario tengono bene e beneficiano del clima positivo sugli spread. Tra le blue chip ha brillato Impregilo +3,3%, su nuovi massimi da giugno, la società di costruzioni si è aggiudicata una commessa da 560 milioni di dollari a Panama insieme a Salini. Rialzo deciso anche per Finmeccanica +2,9% che si porta sui massimi da novembre 2011.

Il settore utility europeo (-0,5%) è stato frenato dal -4% della spagnola Iberdrola: Enel – 0,7%, A2A -1,1%. Prysmian-0,5%. La corte federale di Adelaide ha ritenuto fondate le accuse dell’antitrust australiano stabilendo che il giudizio verso Prysmian e altri competitors vada avanti. Inviato un WEBSIM ALERT SMS prima dell’apertura. La notizia che Warren Buffett investirà fino 2,5 miliardi di dollari nel settore fotovoltaico Usa ha messo le ali alla green economy: Ternienergia+5,3%, KR Energy +14%. In fermento infine i titoli finanziari minori, Banca Pop. Etruria +6,7%. Bene anche Prelios+6,7%. 

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