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La crisi dell’industria colpisce le Borse, crolla Cnh

I dati sull’industria tedesca e francese zavvorano i listini azionari, ma Piazza Affari si difende con Leonardo e una parte delle banche – Cnh paga il calo dei ricavi, in peggioramento anche i petroliferi

La crisi dell’industria colpisce le Borse, crolla Cnh

Si affievolisce la spinta dei mercati, al termine di una settimana effervescente: i listini europei chiudono in frazionale calo e Wall Street si allinea a questo clima, dopo i record messi a segno ieri. 

Piazza Affari è ancora fra le migliori, -0,05% (24.478 punti base) e trova un sostanziale equilibrio fra vendite e acquisti, nell’attesa che questa sera Fitch emetta il suo verdetto sul rating. Bene le banche più grandi, mentre ai lati estremi del listino principale ci sono Cnh e Finecobank. Il primo titolo perde il 4,94%, dopo che il gruppo italoamericano ha presentato ricavi 2019 in calo e utili in salita, ma anche un dividendo (0,2 dollari) inferiore alle stime degli analisti. Annunciato inoltre un taglio della guidance per il 2020 a causa delle “difficili prospettive di mercato”. Fineco invece termina una seduta sugli scudi, +3,71%, grazie all’andamento della raccolta di gennaio, positiva anche se inferiore a un anno fa. 

Nel resto d’Europa: Francoforte -0,44%; Parigi -0,14%; Madrid -0,03%; Londra -0,53%; Zurigo -0,13%. Credit Suisse, +0,23%, apprezza le dimissioni presentate ieri da Tidjane Thiam, ceo del gruppo, al centro di uno scandalo per pedinamenti di ex dipendenti. Il suo posto verrà preso daThomas Gottstein.

Sul mercato valutario l’euro si muove sotto 1,1 contro il dollaro, mentre dal fronte macro arrivano cattive notizie sulla crescita tedesca. La produzione industriale a dicembre è scesa del 3,5% rispetto a novembre, si tratta del dato congiunturale peggiore da dieci anni a questa parte, come osservano gli analisti di Intesa San Paolo. Contribuisce all’incertezza odierna anche il taglio alle stime di crescita della Cina da parte di S&P: +5% da +5,7%. Oltreoceano intanto la Fed, nel Monetary Policy Report, che viene redatto due volte l’anno, sostiene che il coronavirus potrebbe avere ripercussioni sull’economia americana e globale anche se i rischi per la crescita economica targata Usa sono diminuiti. In chiaroscuro i dati maro odierni: bene i nuovi occupati, ma la disoccupazione è in lieve crescita.

Le materie prime sono poco mosse: l’oro scambia intorno a 1571,35 dollari l’oncia; il Brent è scende a 54,74 dollari al barile (-0,35%).

Tornando in Piazza Affari, nella top ten dei titoli a maggior capitalizzazione, si colloca Leonardo +3,14%. Le banche vanno meglio nel finale: recupera Mediobanca +2,74%, in attesa di prossime mosse dell’azionista Leonardo Del Vecchio; bene Banco Bpm +2,5% dopo i conti presentati ieri; in scia Ubi +1,43%. In controtendenza Bper -0,94%. 

Fuori dal paniere principale Mps, -1,65%, archivia in calo una seduta volatile, dopo aver annunciato perdite superiori a un miliardo nel 2019. Ancora in spolvero Creval, +3,68%. Cattolica Assicurazioni -1,37% dopo il taglio delle stime.

Le vendite penalizzano i titoli petroliferi come Saipem -2,77% e Tenaris -1,86%. 

L’epidemia cinese continua a preoccupare il lusso, Moncler -2,22%, ma anche il settore auto, debole in tutta Europa. A Milano Fca cede l‘1,63%. 

Denaro su Azimut +1,49%; Poste +1,02%; Enel +0,58%.

L’obbligazionario è stabile: lo spread fra decennale italiano e tedesco resta a 136 punti base e il rendimento del Btp rimane sotto la soglia dell’1% (0,94%). Nel documento sugli aggregati di bilancio, a cura di Banca d’Italia, si legge che in gennaio il debito Target2 è calato a 383,248 miliardi di euro (record negativo da tre anni a questa parte) rispetto ai 439,449 miliardi di dicembre.

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