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La crescita del Pil Usa e la svolta del Giappone chiamano il Toro ma l’Europa teme l’effetto Eba

L’inattesa forte crescita americana e la svolta pro Abenomics della banca centrale del Giappone caricano le Borse ma sull’Europa pesa sempre l’effetto Eba che spaventa le banche – Mps e Carige cercano di uscire dal tunnel – Oggi il Governatore e il ministro dell’Economia parlano ai banchieri e alle Fondazioni alla Giornata del Risparmio

La crescita del Pil Usa e la svolta del Giappone chiamano il Toro ma l’Europa teme l’effetto Eba

Avanzano le Borse asiatiche al traino del Toro che arriva dagli Usa. Corre, anzi galoppa la Borsa di Tokyo: +4,1 % . A render possibile il rally, oltre alle buone notizie dagli Usa, sono le misure prese dalla banca centrale per rilanciare l’Abenomics in frenata, come hanno confermato gli ultimi, deludenti, dati sull’inflazione (in calo all’1%, assai lontana dall’obiettivo del 2%) e sui consumi. La Banca del Giappone ha alzato a 80 mila miliardi l’importo del QE nipponico mentre il Gpif, il più importante fondo pensioni del mondo, ha portato dal 12 al 25% la percentuale di assets da investire in azioni. In forte ascesa anche Hong Kong (+0,9%). Avanza il dollaro: il cross con l’euro scende a 1,2598, quello con lo yen a 110,1. 

La locomotiva Usa è ripartita: la crescita del pil nel terzo trimestre (+3,5% su base annua) è stata più alta del previsto, giustificando la nota di ottimismo sul mercato del lavoro presente nel comunicato emesso dalla Fed mercoledì sera, il giorno della chiusura del QE americano. L’indice Dow Jones è salito dell’1,3%, l’S&P 500 dello 0,62% e il Nasdaq dello 0,37%. A spingere i listini sono state anche alcune trimestrali record: Visa +10,2% e Mastercard +9,4%. 

L’inaspettata crescita del Pil degli Stati Uniti nel terzo trimestre ha reso possibile il rialzo dei listini europei dopo un avvio difficile. Il calo dell’inflazione tedesca non ha invece influito su Francoforte salita dello 0,35%. Parigi avanza dello 0,74%, Madrid dello 0,16%, Londra cede lo 0,15%. L’attenzione degli investitori è concentrata oggi sull’inflazione dell’Eurozona: gli analisti di JP Morgan hanno rivisto al ribasso le loro attese da +0,4% anno su anno a +0,3%. La Borsa di Milano chiude in lieve rialzo una seduta di oscillazioni molto ampie. L’indice Ftse Mib è salito dello 0,2% a 19.194 punti, ha toccato un minimo di giornata a 18.701 punti (-2,3%).

ENRIA (EBA) METTE AL TAPPETO LE BANCHE. MA NON E’ UN KO

La seduta è stata segnata dall’effetto Enria. Il presidente dell’Eba , ieri mattina, ha sostenuto che le banche europee, anche quelle promosse a pieni voti dagli stress test (curati proprio dall’Eba) non devono stare troppo tranquille. Sull’onda di questo allarme “a freddo” sono piovute le vendite sul comparto con forti ricadute sui prezzi, poi rientrate nel pomeriggio dopo l’apertura delle Borse Usa.

Alla fine Unicredit chiude a -0,3%. Intesa +0,1% (era scesa fino a-3,9%), Ubi Banca -0,6%. Restano in terreno negativo Banca Popolare dell’Emilia Romagna -1,6%, Banca Popolare di Milano-1,5%, Banco Popolare -2,2%, arrivate a perdere più del 5%. Ancor più drammatica la giornata delle banche “bocciate”, alla ricerca di soluzioni da presentare alla Bce. Intanto MontePaschi ha chiuso a -7% (era arrivata a -17%). La banca tratta a meno della metà del valore che aveva all’inizio di giugno, quando ha raccolto 5 miliardi di mezzi freschi.

Accelera la messa a punto del piano che dovrebbe essere approvato dal Cda di Montepaschi nella prima settimana di novembre per finire sul tavolo della Bce entro la metà di novembre. Sarà chiesta la proroga di un anno del rimborso dei Monti bond, previste nuove cessioni e individuati nuovi accantonamenti per il bilancio 2014. Ma pesano le parole del presidente Alessandro Profumo: “Non credo, mio malgrado, che sia garantita in futuro l’indipendenza della banca”. 

Chiude ancora più in basso Banca Carige (-11%). La capitalizzazione di borsa si è ridotta a soli 690 milioni di euro e da inizio anno il titolo ha ampliato la perdita a -62%. Intanto Banca Akros ha deciso di sospendere la raccomandazione sul titolo. A inizio ottobre era Hold con target price a 0,15 euro. La banca, che deve raccogliere 814 milioni per rientrare negli standard della Bce, ha concluso l’accordo con Apollo Management per la cessione del 100% di Carige Assicurazioni e di Carige Vita Nuova per un controvalore complessivo di 310 milioni di euro. L’ impatto positivo sul Core Equity Tier 1 è di 94 punti.

Chiudono bene, ma non benissimo, le aste di fine mese del Tesoro. Ieri sono stati collocati titoli per 7,205 miliardi di euro a fronte di un’offerta complessiva di7,25 miliardi. Per il Btp 5 anni si è registrato un incremento del tasso a 1,23%, al massimo da giugno, da 1,06% di settembre. Per il decennale tassi al 2,44% dal 2,45% dell’ultimo collocamento. Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 164 punti base, il rendimento di mercato del decennale è sceso al 2,48%.

La Bce ha intanto annunciato l’avvio dell’acquisto di asset backed securities, i prestiti cartolarizzati delle banche, a partire da novembre. La squadra scelta per affiancare l’Eurotower nell’operazione comprende Deutsche Bank. Ing,, State Street e Amundi per aiutarla nell’operazione. L’azione rientra tra le misure di stimolo programmate per contrastare il rischio di deflazione e si aggiunge al programma di acquisto di covered bond partito già questo mese. Secondo un sondaggio di Reuters gli acquisti di Abs potrebbero arrivare a 250 miliardi mentre le richieste di prestiti Tltro da parte delle banche potrebbero salire a 175 miliardi a dicembre (contro 82,3 miliardi a settembre). 

EXOR SALE SULL’EFFETTO FERRARI. SALE IL TARGET DI FCA

Nel listino milanese, Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli è in rialzo del 5% all’indomani dell’annuncio della riorganizzazione delle attività della controllata Fiat Chrysler Automobiles (-0,3%). Per l’agenzia di rating Fitch le decisioni prese dal board rappresentano uno sviluppo positivo per il profilo di debito del gruppo, tuttavia i rating rimangono ancora condizionati dalle attese di un free cash flow negativo fino al 2016. Molti broker hanno intanto ritoccato verso l’alto il prezzo obiettivo. Tra questi, Equita a 10,50 euro da 9,20 euro, confermando la raccomandazione Buy e aumentando il peso del titolo nel Portafoglio principale di 50 punti base. SocGen ha anche alzato il giudizio a Hold da Sell, mentre il target è stato portato a 8,60 euro da 5,5 euro precedente.

Pirelli +1,2%. CNH IndustriaL -0,4%. La società dei camion, delle ruspe e dei trattori ha diffuso oggi pomeriggio i dati del trimestre ed ha confermato gli obiettivi del 2014. Subito dopo l’annuncio dei risultati e la conferma dei target 2014 si era spinta in rialzo di quasi il 5% con un massimo a 6,73 euro.

IL FISCO PIU’ LEGGERO SPINGE ENI

Eni +1,5% ha presentato conti migliori del previsto. La major del petrolio ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto adjusted (senza le componenti straordinarie) di 1,17 miliardi di euro, in lieve incremento rispetto a quello registrato nel 2013 grazie ad una minore tassazione nel periodo. Ha contribuito al rialzo anche l’annuncio di una scoperta offshore nel Congo.

Saipem-1,9%. Eni ha confermato l’intenzione di vendere ma non ha fornito dettagli. Banca Imi che ha tagliato sul titolo la raccomandazione da add a hold e il prezzo obiettivo da 19,6 a 14,3 euro e Bernstein da 14 a 10 euro, lasciando la raccomandazione a underperform.

LUXOTTICA OK, SOTTO TIRO CARRARO E IMPREGILO 

Bene Luxottica (+2,6%). Il leader mondiale dell’occhialeria ha archiviato il terzo trimestre 2014 con una crescita del fatturato a cambi correnti del 5,5% a 1,88 miliardi di euro. Da rilevare invece il tonfo di Carraro (-8,73% a 1,767 euro). Banca Imi rileva che, sulla base del rallentamento degli ordini nel terzo trimestre, l’azienda padovana ha annunciato che anche il quarto trimestre potrebbe evidenziare una perdita. Proseguono infine le vendite su Salini Impregilo (-3,93%), innescate dalle preoccupazioni per i risultati del terzo trimestre e per il rallentamento nella riduzione dell’indebitamento, nonostante la società abbia confermato le stime del piano industriale.

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