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La Cina riparte, l’Iran non affossa il petrolio, per la Grecia giornata campale

Entro stasera il Parlamento greco dovrà approvare le riforme ma Fmi minaccia di non partecipare ai finanziamenti – Il Pil cinese cresce più del previsto: +7,2% – L’Iran non affossa il petrolio e Wall Street aspetta la Fed – Consob bastona il risparmio gestito – L’Aeroporto di Bologna è già in orbita (+32%)

La Cina riparte, l’Iran non affossa il petrolio, per la Grecia giornata campale

Una buona notizia per l’economia, ma non per la Borsa. La cronaca di una giornata che si annuncia densa di novità per mercati si è aperta con il dato molto atteso del Pil cinese nel secondo trimestre. L’economia di Pechino ha registrato una crescita del 7%, sopra le previsioni, che davano per certa una frenata al 6,8%. I tagli al costo del denaro praticati da novembre in poi hanno così prodotto l’effetto desiderato dal governo. Ma non dalla Borsa, stamane di nuovo in forte ribasso: Shanghai-2,3%, Shenzhen -3,5%. la ripresa dell’economia allontana la previsione di nuovi stimoli monetari. Hong Kong perde lo 0,6%.

Giornata importante anche per Tokyo (+0,4%). La Banca del Giappone ha rivisto al ribasso le stime su Pil (1,7% contro il precedente2%) e sull’inflazione (0,7% contro 0,8%) ma non ha modificato le sue indicazioni di politica monetaria. 

L’IRAN NON AFFOSSA IL PETROLIO. WALL STREET ASPETTA LA FED

Banca centrale protagonista anche sui mercati Usa. Stasera Janet Yellen affronta la prima delle audizioni davanti alle Camere della settimana. Nell’attesa gli indici hanno messo a segno la quarta seduta consecutiva al rialzo: l’indice Dow Jones è avanzato dello 0,42%, l’S&P 500 circa dello 0,5% e il Nasdaq dello 0,66%. In grande evidenza i titoli tech: ha trovato conferma la notizia dell’offerta di 23 miliardi di dollari della cinese Tsinghua per i chip di Micron Technology.

A dominare la scena finanziaria anche l’impatto dell’accordo sul nucleare iraniano sui prezzi del petrolio. Dopo un calo iniziale i prezzi del greggio hanno recuperato posizioni (Brent a 58,51 dollari + 1,1%). Dalla lettura degli accordi emerge che la riapertura dell’export iraniano non sarà immediata. Exxon chiude in rialzo dello 0,8%. A Milano Eni -0,19%. Saipem sale dell’1,4%.

L’FMI FRENA SULLA GRECIA. MILANO -0,3% UNCA PIAZZA IN ROSSO

Si profila una nuova giornata campale per la crisi greca. Stasera il Parlamento di Atene dovrà approvare il pacchetto di riforme imposto dall’Eurogruppo. A Bruxelles, intanto, prosegue il laborioso tentativo di mettere assieme le risorse necessarie per avviare il terzo piano di aiuti alla Grecia, dove sono esplosi i primi scioperi di protesta. 

La doccia fredda, però,è arrivata dal Fondo Monetario: le misure previste dal piano sono ritenute insufficienti. La Banca di Washington minaccia di non partecipare al finanziamento dell’operazione.

La Borsa di Milano ha chiuso ieri in ribasso, ma lontano dai minimi della seduta: indice Ftse Mib -0,3%, a 23.097 punti. Era scivolato fino a 22.886 punti. E’ la prima seduta in calo dopo 4 giorni filati di forti rialzi, pari al 10,5%.

Positive le altre Borse europee: Parigi è salita dello 0,3%, parità a Francoforte. Madrid +0,3%. Fuori dall’area euro Londra +0,23%. Lo spread Btp/Bund si è attestato a 123 punti base. Il rendimento del Btp decennale è al 2,08%.

CONSOB BAZTONA IL RISPARMIO GESTITO

Sul risultato di Piazza Affari ha pesato la battuta d’arresto del comparto del risparmio gestito dopo il richiamo in arrivo dalla Consob. Il regolatore dei mercati finanziari ha invitato gli operatori del mercato dei fondi ad essere più trasparenti in materia di calcolo delle commissioni di performance. Azimut -7%, Banca Generali -8% e Mediolanum -8%. Tiene meglio Fineco Bank -2,3%.

Le osservazioni della Commissione riguardano i fondi esteri ed estero-vestiti che rappresentano il 70% circa del patrimonio collocato in Italia. Consob rammenta che la selezione dei prodotti da offrire o consigliare alla clientela non può fondarsi su valutazioni di mero vantaggio economico per l’intermediario, ma deve essere rivolta prioritariamente a soddisfare gli interessi dei clienti serviti.

Arrivano segnali positivi dal mondo del credito. L’Abi ha comunicato che a giugno il totale dei finanziamenti in essere delle banche italiane a famiglie e imprese ha rappresentato una variazione prossima allo zero (-0,1%) rispetto al giugno 2014. Si tratta del mese migliore, per quanto riguarda i prestiti bancari a famiglie e imprese, da aprile 2012. 

Battuta d’arresto sul listino dopo i recuperi di inizio settimana. Fa eccezione Monte dei Paschi (+2%). Unicredit ha ridotto le perdite nel finale chiudendo in ribasso dell’1% a 6,17 euro. Intesa -0,5%, Banca Popolare di Milano perde l’1,4%. 

Si scalda intanto il risiko bancario. Ieri Bper (-1,24%) ha scelto Goldman Sachs per assisterla i processi di aggregazione. Il Cda del Banco Popolare (+0,13%) ha dato mandato al presidente Pier Francesco Saviotti di individuare un advisor. Favoriti Mediobanca e Bofa Merrill Lynch.

L’AEROPORTO DI BOLOGNA GIA’ IN ORBITA (+32%)

Interesse per Fiat Chrysler (+0,6%) in attesa dell’Ipo Ferrari. Balzo dell’1,41% di Prysmian, sull’annuncio di una commessa da 550 milioni di euro nel mare del Nord. Tra le small caps ingresso record dell’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, che ha debuttato a Piazza Affari con un rialzo del 32,22%.

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