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La cannabis made in Italy arriva nelle farmacie

A partire dal mese di ottobre i malati in possesso di prescrizione medica potranno acquistare in farmacia la cannabis prodotta dallo Stato italiano a scopo terapeutico – Una novità che faciliterà l’accesso al trattamento per numerosi malati, abbattendo i costi.

A partire dal mese di ottobre i malati in possesso di prescrizione medica potranno acquistare in farmacia la cannabis prodotta dallo Stato italiano a scopo terapeutico.

Nei prossimi giorni arriveranno i primi 1600 barattoli contenenti 5 grammi di prodotto ciscuno, frutto del primo raccolto proveniente dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che si è occupato della coltivazione a partire da 120 talee fornite dal centro di ricerca Crea di Rovigo.

Manca solo la firma della convenzione del Ministero della Sanità, che dovrebbe arrivare a giorni e poi partirà la spedizione negli ospedali e nelle farmacie che presenteranno apposita richiesta.

Una novità che desta l’interesse di molti pazienti italiani, per i quali sarà più semplice e meno caro l’accesso alle terapie antidolorifiche a base di marijuana. Dai malati di Hiv ai pazienti oncologici, passando per coloro che soffrono di Sla e sclerosi multipla, sono numerosi i soggetti che potranno beneficiare della cannabis made in Italy. Un prodotto contenente due principi attivi: il 5-6% di Thc (tetraidrocannabinolo) e altrettanto di Cbd (cannabidiolo).

Ricordiamo che, allo stato attuale, sono tredici le Regioni che nel corso degli anni hanno approvato leggi che consentono di utilizzare medicinali a base di cannabis per scopi terapeutici: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia- Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Marche, Puglia, Basilicata e Sicilia. In alcuni di essi il trattamento è a carico dei Servizi Sanitari Regionali, in altri invece deve essere pagato integralmente dal paziente. Proprio per questo motivo diventa importante la produzione italiana che abbatte i costi di importazione dall’Olanda.

L’import continuerà comunque ad essere effettuato nei prossimi mesi, almeno fino a quando la coltivazione italiana non entrerà a pieno regime, producendo circa 100 kg di prodotto l’anno e coprendo l’intero fabbisogno nazionale.

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