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La Bce taglia il tasso di riferimento dallo 0,15% allo 0,05%

Il tasso di riferimento scende dallo 0,15% allo 0,05%, nuovo minimo storico – Il tasso sui depositi presso la Banca centrale cala invece dal -0,1% al -0,2% – Euro in netta flessione – Piazza Affari accelera, lo spread scende a quota 140 punti base: minimo storico anche per il rendimento del Btp decennale sul mercato secondario (2,34%)

La Bce taglia il tasso di riferimento dallo 0,15% allo 0,05%

Ancora una sorpresa dal Consiglio direttivo di Francoforte. La Banca centrale europea ha tagliato il tasso di riferimento sull’euro di dieci punti base, dallo 0,15% allo 0,05%, nuovo minimo storico.

Il tasso sui depositi presso la Banca centrale è sceso invece dal -0,1% al -0,2%, per scoraggiare ulteriormente gli istituti di credito dalla tentazione di parcheggiare la propria liquidità presso l’Eurotower. 

Dopo la diffusione della notizia, le Borse hanno accelerato al rialzo: Piazza Affari guadagna l’1,4%, Parigi l’1%, Francoforte lo 0,5% e Londra lo 0,4%.

Positivo anche il riflesso sul mercato obbligazionario, con lo spread tra il Btp decennale e l’equivalente Bund tedesco sceso a 141 punti base. La flessione è legata al nuovo minimo storico raggiunto dal rendimento sul bond italiano (2,34%).

Quanto al mercato valutario, l’euro è sceso a 1,3055 dollari, mentre prima dell’annuncio della Bce fluttuava sopra quota 1,31.

Il nuovo intervento sui tassi d’interesse non era ritenuto probabile dai mercati, che attendevano piuttosto la conferenza stampa di Mario Draghi (in programma alle 14 e 30), nella speranza che dal Presidente della Bce arrivi l’annuncio d’internventi non convenzionali di politica monetaria volti a iniettare liquidità nel sistema.

Draghi potrebbe indicare alcune novità sul piano già deciso per resuscitare il settore dei titoli cartolarizzati (Abs). Tuttavia anche questa manovra potrebbe non essere risolutiva, perciò l’attenzione degli operatori si concentra anche sulla possibilità che la Bce si orienti verso qualcosa di più energico: un piano di acquisti generalizzati di titoli pubblici e privati, ovvero un “Quantitative Easing” all’europea sul modello di quello già varato dalla Federal Reserve. 

Diversi commentatori ritengono però più probabile che per l’avvio del Qe – ammesso che Draghi riesca a superare ancora una volta le resistenze della Bundesbank – bisognerà aspettare l’inizio del 2015. 

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