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La Bce gela le Borse, sale il rendimento Bot

L’exploit di Wall Street mercoledì non è bastato a dare vigore in mattinata ai listini europei – A Milano soffrono banche e utility e Tim precipita sotto i 50 centesimi – Perde colpi Saipem – Bene, invece, Recordati.

La Bce gela le Borse, sale il rendimento Bot

Il formidabile rimbalzo di Wall Street non ha contagiato le Borse europee che, del resto, non hanno subito i rovesci che hanno investito i mercati Usa nella seduta della vigilia di Natale. Domina però l’incertezza, anche alla luce delle previsioni negative del Bollettino Bce: “Guardando al futuro – si legge – l’attività economica mondiale dovrebbe rallentare nel 2019”. A proposito dell’Italia il Bollettino nota “un notevole peggioramento del saldo di bilancio in seguito all’espansione fiscale inserita nei documenti programmatici di bilancio che violerebbe gli impegni presi nell’ambito del Patto di stabilità”.  

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib perde poco più dell’1% a metà giornata, poco sopra quota 18.200, comunque meglio di Francoforte -1,8%. Londra -0,9%, Madrid -0,7%. Parigi scivola in terreno negativo -0,2% dopo aver azzerato i guadagni di inizio seduta. Sul listino francese avanza Vinci +1,3% dopo aver annunciato che sta per acquistare una quota di maggioranza dell’aeroporto londinese di Gatwick per circa 2,9 miliardi di sterline. 

Il Tesoro ha assegnato stamane tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot a sei mesi, ma con tassi in rialzo allo 0,215% dallo 0,163% del collocamento di novembre. In calo il rapporto di copertura, pari a 1,33 volte da 1,6. Il Tesoro ha venduto anche 2 miliardi di euro di Ctz a due anni con un rendimento dello 0,699% e un rapporto di copertura pari a 1,78.  

Debole il mercato del debito: il Btp decennale sale al 2,85%, lo spread si allarga intorno ai 260 punti base. Il Bund tratta allo 0,22%. Il petrolio Brent ha guadagnato ieri l’8%, stamattina è scambiato a 53,3 dollari il barile, in calo del 2%. Reuters anticipa un nuovo incremento delle scorte di petrolio degli Stati Uniti, il quarto nelle ultime quattro settimane. Scendono le società del petrolio: Eni -0,9%, Saipem -3,3%. 

Si mettono in evidenza le debuttanti del paniere principale: Juventus avanza del 4,5% a metà giornata sull’onda del contratto con Adidas, dopo aver toccato anche il +7%, Amplifon +3,3%.  

Perde colpi Enel -2,2%. La società ha venduto la quota del 50% nella joint venture EF Solare Italia (Efsi) detenuta da Enel green power a F2I, il fondo partecipato da Cassa depositi e prestiti, per 214 milioni di euro. Giù anche le altre utility: Terna e Snam -2% . 

Scivola sotto la barriera di 0,50 euro Telecom Italia -3,2% a 0,48 euro. Il cda ha avviato l’istruttoria per valutare la richiesta di convocazione di assemblea di Vivendi.  

In rosso anche le banche. Il sistema è alle prese con la crisi di governance di Banca Carige -12,5% a 0,0014 euro. Tra i possibili candidati ad una possibile fusione spicca Ubi +0,3%. Perdono colpi Banco Bpm –0,9%. Bper Banca -1,9%. In forte calo Banca Mediolanum -3,7% uscita dal paniere Ftse Mib. Azimut -2%. Perde colpi Unicredit -1%: Frédéric Oudéa ha liquidato l’ipotesi di un’intesa con SocGen.  

Tra gli industriali perde colpi Ferrari -3,2%. Pirelli -1%. Si mette in luce Recordati +1,85%. La società ha anche confermato gli obiettivi 2018 e indicato per il 2019 ricavi tra 1,43 e 1,45 miliardi, ebitda tra 520 e 530 milioni, utile netto tra 330 e 335 milioni.

Fuori dal paniere principale: 

Tas +13%, ha sottoscritto un accordo con le banche finanziatrici per l’uscita anticipata dal piano di risanamento ex articolo 67 della legge fallimentare. 

Nice balza del 42%, anche a causa dello scarso flottante, dopo che la controllante Nice Group ha annunciato che intende togliere il titolo dal listino dopo aver acquistato il 2,47% del capitale ed essere salita oltre il 90%.

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