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Juve e Napoli non sanno più vincere. L’Atalanta vola. Oggi il piccolo derby lombardo Monza-Milan

Deludenti pareggi della Juve a Verona e del Napoli in casa contro il Genoa. L’Atalanta consolida il quarto posto. Oggi Lazio-Bologna, Frosinone-Roma e Monza-Milan

Juve e Napoli non sanno più vincere. L’Atalanta vola. Oggi il piccolo derby lombardo Monza-Milan

La Juve non sa più vincere. I bianconeri, dopo il pareggio con l’Empoli e le sconfitte con Inter e Udinese, si fermano anche a Verona e mettono a rischio pure il secondo posto: se questa sera il Milan dovesse vincere a Monza, infatti, effettuerebbe un sorpasso impensabile fino a qualche settimana fa. Il rendimento della Signora, però, è in caduta libera, tanto che parlare dell’Inter diventa addirittura insensato, come ammesso dallo stesso Allegri in conferenza stampa. Oggi vedremo se il Diavolo saprà approfittarne e salire al secondo posto, così come chi tra Lazio e Bologna farà la voce grossa in chiave Champions, all’inseguimento di un’Atalanta sempre più lanciata (3-0 sul Sassuolo, gol di Pasalic, Koopmeiners e Bakker e rigore parato da Carnesecchi a Pinamonti), senza dimenticare la Roma, di scena a Frosinone. Sul treno che porta all’Europa che conta, al momento, non c’è il Napoli di Mazzarri, fermato dal Genoa e staccato di ben 9 punti dalla Dea quarta.

Verona – Juventus 2-2, Allegri: “Dobbiamo riordinare le idee. L’Inter? Da oggi non deve più incidere”

Il risultato che fa più discutere è senza dubbio quello della Juventus, fermata sul 2-2 dal Verona di Baroni. I bianconeri non vincono dallo 0-3 di Lecce del 21 gennaio scorso, quando sembravano poter contendere lo scudetto all’Inter fino al termine del campionato. Da allora, però, sono arrivati due pareggi e due sconfitte e ciò che è peggio è che, scontro diretto di San Siro a parte, il calendario era tutt’altro che proibitivo. Allegri aveva chiesto maggiore attenzione sui dettagli e un immediato ritorno alla vittoria, ma i suoi non hanno capito la lezione. L’Hellas, vivissimo nonostante la difficile situazione societaria, è passato in vantaggio dopo appena 11’, anche se è giusto sottolineare il gol capolavoro di Folorunsho. La Juve ha sbandato, al 28’ però ha trovato un rigore per un braccio di Tchatchoua e si è portata sull’1-1 con il solito Vlahovic. Poteva essere l’inizio della rimonta, ma l’approccio del secondo tempo è stato pessimo e il Verona è nuovamente tornato avanti con Noslin (52’), ributtando i bianconeri in fondo agli abissi. A tirare fuori la testa ci ha pensato Rabiot con la rete del 2-2 (55’), il risultato però non è più cambiato anche perché Montipò ha salvato una conclusione a botta sicura di Chiesa in pieno recupero, costringendo la Signora a fare i conti con l’ennesimo flop di questo febbraio da dimenticare. “Una partita come questa si poteva anche perdere nonostante le due o tre situazioni a nostro favore alla fine – ha confermato Allegri -. Dobbiamo riordinare le idee e chiarire l’obiettivo, in questo momento prendiamo gol con troppa facilità. Questo pareggio dovrà servirci per ripartire e preparare al meglio la gara col Frosinone. Il distacco dall’Inter? Da oggi non deve più incidere, dobbiamo resettare, l’atteggiamento invece non va sbagliato: ci si mette molto per costruire e poco a distruggere tutto. Dopo due punti in quattro partite dobbiamo darci una riordinata generale, sembrava che il Verona potesse segnare in ogni situazione e non deve essere così. Già dal pari con l’Empoli non avevamo la testa giusta, non dobbiamo credere o pensare di essere già in Champions”.

Napoli – Genoa 1-1, Mazzarri amaro: “Ci gira tutto male. Osimhen? Spero di averlo col Barça”

Passo falso anche per il Napoli di Mazzarri, fermato sul pareggio dal Genoa di Gilardino. L’1-1 finale non può soddisfare gli azzurri, nonostante il gol di Ngonge in pieno recupero abbia evitato quantomeno la sconfitta: i rossoblu, infatti, sono stati vicinissimi a vincerla, confermando il loro spessore (soprattutto contro le big), ma anche le enormi difficoltà dei padroni di casa, trascinati più dalla forza della disperazione che da gambe e idee di gioco. Mazzarri è tornato al 4-3-3 nella speranza di ritrovare un po’ di smalto offensivo, ma il cambio di marcia rispetto alle gare con Verona e Salernitana non c’è stato. L’unica differenza, purtroppo per lui, è stata la mancata vittoria, perché questa volta la rimonta è rimasta a metà. Sin dalle prime battute s’è capito che il match poteva prendere entrambe le direzioni, perché se il Napoli sembrava poter segnare da un momento all’altro, lo stesso valeva per il Genoa, pericolosissimo in due occasioni con Retegui. A inizio secondo tempo i rossoblu sono passati in vantaggio con Frendrup (47’) e gli azzurri si sono trovati a rincorrere, per l’ennesima volta. I cambi di Mazzarri (fuori Traoré e Politano, dentro Lindstrom e Ngonge) hanno dato una piccola scossa, ma la spinta del Napoli è andata esaurendosi col passare dei minuti. Al 90’, quando i 3 punti sembravano ormai del Genoa, ecco il pareggio di Ngonge a rianimare il Maradona, almeno fino al fischio finale dell’arbitro, che certificava un pareggio che sa tanto di occasione sprecata. “Stiamo facendo tutti il massimo, ma le cose girano male – il commento amaro del tecnico azzurro -. Dobbiamo lavorare ancora di più e stare zitti, al primo sbadiglio prendiamo gol, noi creiamo tantissimo e non ne facciamo: è una cosa difficile da spiegare. La squadra è con l’allenatore e lo ha dimostrato con l’arrembaggio del secondo tempo, altrimenti avrebbero potuto comportarsi diversamente. Per fortuna il Barcellona non verrà al Maradona a fare barricate, anzi avremo altre preoccupazioni rispetto a dover assaltare il fortino avversario con il pullman davanti alla porta. Osimhen? A detta sua e dei medici aveva diverse contratture, ho preferito farlo riposare per bene e fargli recuperare energie, ma spero di averlo ristabilito per la Champions. Io l’ho avuto pochissimo a disposizione anche prima della Coppa d’Africa, speriamo di poterlo utilizzare di più da qui alla fine”.

Monza – Milan (ore 20.45, Dazn)

L’attenzione si sposta sulle gare di oggi, a cominciare da quella di Monza dove il Milan cercherà di vincere per scavalcare la Juve e prendersi il secondo posto. I rossoneri attraversano un bel momento di forma e si presentano al Brianteo in fiducia, ancor più dopo il successo rotondo sul Rennes, ma proprio le fatiche europee potrebbero incedere sul match. La squadra di Palladino, infatti, ha avuto tutta la settimana per prepararsi, mentre quella di Pioli a cominciato a farlo solo da venerdì. Questa è l’incognita principale, per il resto però il Diavolo è indubbiamente favorito, anche perché 8 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 10 giornate (a cui bisogna aggiungere, appunto, il 3-0 di giovedì) non si ottengono per caso. Pioli sta marciando allo stesso ritmo del 2021/22 e non serve ricordare che quella stagione finì con lo scudetto sul petto: questa, a meno di clamorosi colpi di scena, non avrà lo stesso carico di gloria, sia per l’oggettiva superiorità dell’Inter che per quel “buco nero” tra ottobre e novembre, ma l’andatura attuale fa comunque piacere alla proprietà. La posizione del tecnico, infatti, è tornata stabile, la conferma però passa da un finale all’altezza, sia in campionato che in Europa League. Monza, insomma, è una tappa da non sbagliare, perché vincere aiuta a vincere e Pioli ci sta prendendo gusto.

Monza – Milan, le formazioni: turno di riposo per Giroud e Pulisic, tocca a Jovic e Okafor

L’Europa League porta via energie fisiche e mentali, dunque Pioli cercherà di dosarle al meglio in vista del ritorno in Francia (abbastanza indirizzato, visto il 3-0 di San Siro) e il successivo appuntamento con l’Atalanta. Il turnover toccherà soprattutto l’attacco, con il tecnico intenzionato a far riposare, almeno all’inizio, sia Pulisic che Giroud, in virtù di Okafor e Jovic. Il suo 4-2-3-1 vedrà così Maignan in porta, Florenzi, Thiaw, Gabbia e Theo Hernandez in difesa, Bennacer e Adli a centrocampo, Okafor, Loftus-Cheek e Leao sulla trequarti, Jovic in attacco. Classico 3-4-2-1 invece per Palladino, che risponderà con Di Gregorio tra i pali, Izzo, Pablo Marì e Carboni nel reparto arretrato, Birindelli, Pessina, Bondo e Zerbin in mediana, Colpani e Mota Carvalho alle spalle dell’unica punta Colombo.

Lazio – Bologna (ore 12.30, Dazn e Sky)

Il match più affascinante della domenica è quello di Roma, dove Lazio e Bologna daranno vita a un inedito scontro diretto per la Champions. Entrambe ci arrivano molto bene: i biancocelesti hanno spazzato via i malumori battendo Cagliari e, soprattutto, Bayern Monaco, i rossoblu si sono presi 6 punti tra Lecce e il recupero con la Fiorentina, mostrando livelli di gioco davvero impressionanti. La sfida tra Sarri e Thiago Motta è un ulteriore motivo per non perdersi questo lunch match, vero e proprio biglietto da visita per i “giochisti” del pallone. La classifica mette più pressione alla Lazio, attardata di qualche punto e costretta a vincere per ridurre le distanze, ma il Bologna ci ha preso gusto e vuole continuare a stupire l’Italia fermando un’altra big in trasferta dopo Inter (due volte, considerando anche la Coppa Italia), Juventus e Milan. Gli spunti di interesse, ovviamente, non riguardano solo le panchine: in campo andranno giocatori sul taccuino di diversi club, a cominciare da Zirkzee e Ferguson, due dei gioielli più splendenti di questo Bologna formato europeo.

Lazio – Bologna, le formazioni: Sarri alle prese con diverse assenze, attesa per il duello Immobile-Zirkzee

A livello di formazioni sta sicuramente meglio il Bologna, visto che Sarri dovrà fare a meno degli infortunati Zaccagni, Rovella e Hysaj e degli squalificati Romagnoli e Vecino. Il suo 4-3-3 sarà comunque competitivo con Provedel in porta, Lazzari, Patric, Gila e Marusic in difesa, Guendouzi, Cataldi e Luis Alberto a centrocampo, Isaksen, Immobile e Felipe Anderson in attacco. Thiago Motta non potrà contare sullo squalificato Freuler, per il resto avrà tutti a disposizione in un 4-1-4-1 che vedrà Skorupski tra i pali, Posch, Beukema, Calafiori e Kristiansen nel reparto arretrato, Aebischer in mediana, Orsolini, Ferguson, Fabbian e Saelemaekers alle spalle dell’unica punta Zirkzee.

Frosinone – Roma (ore 18, Dazn)

Domenica di lavoro anche sulla sponda giallorossa della Capitale, con la Roma attesa dal derby regionale di Frosinone. Partita simile a quella del Milan a Monza, nel senso che la squadra di De Rossi è favorita proprio come quella di Pioli, ma con l’incognita del post Europa League. In questo caso, poi, si tratta di vera fatica, visto che la trasferta di Rotterdam è stata certamente dispendiosa; l’1-1 finale, inoltre, lascia tutto apertissimo per il ritorno, il che potrebbe pesare quantomeno a livello inconscio. I valori, ad ogni modo, fanno pendere il borsino verso la Roma, tanto più che l’era De Rossi ha liberato estro e fantasia a lungo soppressi da Mourinho, decisamente più interessato all’aspetto caratteriale. DDR ha ritrovato giocatori come Pellegrini ed El Shaarawy, inoltre giovedì ha potuto esultare per il gol di Lukaku, recuperato alla causa dopo le critiche subite contro l’Inter. Il clima è positivo, ora però servono i punti per scalare la classifica, altrimenti il sogno Champions rischierebbe di evaporare ancor prima del previsto. Il Frosinone dell’ex Di Francesco, dopo un inizio scintillante, sta attraversando un periodo nero, nel quale ha raccolto solo 4 punti in 8 giornate, dunque la Roma dovrà riuscire a superarlo, in un modo o nell’altro.

Frosinone – Roma, le formazioni: Dybala in panchina, prima da titolare per Baldanzi

De Rossi, ieri in silenzio stampa proprio come Pioli e Sarri, limiterà il turnover a pochi elementi, ma uno sarà eccellente: Dybala verrà lasciato a riposo, anche per preservarne le condizioni fisiche in vista della sfida col Feyenoord. Al suo posto ci sarà Tommaso Baldanzi, alla prima da titolare dopo gli spezzoni giocati sin qui: una bella occasione per il talentino acquistato dall’Empoli, sicuramente osservato speciale del pomeriggio. Il 4-3-3 giallorosso vedrà così Rui Patricio in porta, Celik, Mancini, Llorente e Angelino in difesa, Cristante, Paredes e Pellegrini a centrocampo, Baldanzi, Lukaku ed El Shaarawy in attacco. Stesso sistema di gioco anche per il Frosinone di Di Francesco, che risponderà con Turati tra i pali, Gelli, Monterisi, Okoli e Valeri nel reparto arretrato, Mazzitelli, Barrenechea e Brescianini in mediana, Soulé, Kaio Jorge e Harroui nel tridente offensivo.

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